Così cantava il vegliardo profeta Zaccaria nella vigilia piena di
aspettazione e di fremiti misteriosi che precede la nascita del
Salvatore.
I tempi determinati dall’insondabile sapienza di Dio si compiono.
L’ora della visitazione misericordiosa sta per scoccare. La grande
“Aurora dall’alto” (v.78) sta per levarsi nel mondo: Cristo,
“luce del mondo”, “immagine dell’invisibile Iddio (col. 1,13)
e “splendore della sua gloria” (Ebr. 1,3); ma soprattutto, luce
di grazia e di benevolenza, “la vera luce che illumina ogni uomo”,
e che a coloro che la ricevono, “dà il diritto di diventare figlio
di Dio” (Giov 1, 9.12).
Evento non inatteso Né impreveduto. “In te saranno benedette tutte
le famiglie della terra!” (Gen. 13,3) aveva detto il Signore ad
Abramo, ed ora, nell’ora incomparabile della maturità dei tempi,
quando il Salvatore sta per venire, la sua venuta non è altro che
l’adempimento di quella promessa: “Iddio si ricorda del santo
patto, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre!” (v.72);
semplicemente.
Zaccaria sapeva, dunque, come S.Paolo, che nelle vie di dio, come
nelle rivelazioni della sua parola, il principio non è la legge che
condanna, ma l’Evangelo che vivifica.
Al principio la Grazia! Noi dobbiamo tenere sempre
presente questo grande principio evangelico e profetico, se vogliamo
rendere giustizia alla spiritualità della Bibbia, alla sapienza
delle vie provvidenziali di Dio, alla bontà misericordiosa della sua
pedagogia. […]
In realtà l’annuncio di salvezza circola fin dalle prime pagine
dell’Antico Testamento, dove si esprime con sospiri ineffabili.
Pensiamo soltanto che, negli orrori dell’assedio di Nebucadnetsar,
Geremia concepì la sua meravigliosa profezia del Nuovo Patto, di
grazia e di perdono, che non sarà più scritto su tavole di pietra,
ma inscritto dei cuori (Ger 31, 31-35); e nel grande squallore
dell’esilio babilonese il secondo Isaia cantò gli inni del
Servitore di Dio sofferente per i peccati del mondo (Is. 53). […]
L’Evangelo intero si presenta allora a noi nelle invocazioni dei
profeti e dei salmisti: l’evangelo profetizzato ma, appunto per
questo, già presente[…]
I primi ad essere beneficiati dall’adempimento della promessa
furono quelli che morirono senza vederne l’adempimento: perché
l’adempimento della promessa, la venuta di Cristo, la redenzione,
che per noi si localizza in un punto determinato della storia,
nell’eterno disegno di Dio precede ogni secolo e ogni storia. La
croce di cristo stende le sue braccia su tutto il passato e su tutto
il futuro.[…] Non appena la croce appare, essa si pone come
anteriore a tutto il passato, riafferma nella sua purezza la logica
eterna di Dio: al principio la Grazia![…]
Ogni volta che ci tormentaimo, che costruiamo nella nostra mente un
Dio terribile davanti al quale ce ne stiamo tremanti, e dimentichiamo
che Dio è innanzi tutto l’Iddio della Grazia e della salvezza,
l’Iddio della promessa adempiuta in Cristo, noi dimentichiamo
l’anima stessa di tutto il messaggio biblico, dimentichiamo la
grande Aurora che si è levata sul mondo!
Perciò, ancora una volta, noi celebriamo il Natale, domandando al
Signore di benedire questa santa ricorrenza per le anime nostre:
affinché s’alzi anche per noi più limpida e serena la grande
Aurora e “conduca i nostri passi verso la via della pace”.
Giovanni Miegge Al principio la Grazia in “La Luce” n.50 del
15/XII/1937,
tratto da Giovanni Miegge Al principio, la Grazia.
Scritti pastorali. A cura di Claudio Tron. Caludiana. 1997
Ricordami soprattutto, Dio santo e misericordioso,
che l’Avvento riguarda te,
il tuo regno su tutto il mondo.
Ricordami come sei intervenuto nella storia del mondo
e che hai in mano il tempo e lo spazio.
Comunità di Iona
Inno 71 – Innalziam fratelli un canto
Meditazioni Tempo di Avvento 2025