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Libertà del cristiano e etica della libertà


«Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi;
state dunque saldi e non vi lasciate di nuovo
porre sotto il giogo della schiavitù
»
(Galati 5,1)

«Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa
e non è sottoposto a nessuno.
Un cristiano è un servo volenteroso in ogni cosa
e sottoposto a ognuno»
.

Lettera di Martin Lutero al papa Leone X Della libertà del cristiano

Bisosogna che «la libertà spirituale rimanga per noi salva»,
cioè che le coscienze dei credenti«siano governate dalla sola
legge di libertà che è la sacra parola dell'Evangelo, se vogliono
trattenere la grazia che hanno una volta ricevuta in Gesù Cristo,
senza essere assoggettati ad alcuna servitù né rese prigioniere
di alcun legame»

Giovanni Calvino Istituzione Cristiana

 

Non è evangelicamente accettabile che le coscienze dei credenti debbano sottostare a direttori di coscienza autorizzati a decidere caso per caso il loro comportamento morale inserendosi nei loro problemi e nelle loro situazioni personali: i credenti non sono dei minorenni spirituali senza chiara coscienza dei compiti della responsabilità cristiana.
Gli uomini afferrati dall'Evangelo assumono una coscienza critica che li rende capaci di analizzare le situazioni e di prendere le decisioni opportune senza dipendere da superiori spirituali e dai legalismi della loro casistica, cioè di realizzare un etica in grado di rispondere delle proprie motivazioni e delle proprie scelte, senza ricorrere alle autorizzazioni alienanti di intermediari e consiglieri.[...]

Di fronte alle grandi religioni laiche, alle idolatrie della modernità, che con chiusi ed intolleranti fanatismi non solo influenzano ma determinano la mentalità e il comportamento della gente in tutti i settori e a tutti i livelli, i credenti devono saper manifestare la loro indipendenza dai miti dominanti, cioè meritarsi quell'accusa di ateismo che è stata pronunciata contro i cristiani dei primi secoli. Devono cioè essere in grado di non subire i conformismi delle tendenza dominanti nel proprio ambiente e nella propria epoca. Pur essendo concretamente inseriti nelle situazioni, senza evasioni ascetiche o mistiche, senza neutralismi religiosi hanno verso la vita un rapporto dialettico che nello stesso tempo evita di sacralizzare i valori e non si risolve in posizioni scettiche.

Sulla base dei grandi paradossi evangelici, proprio perché si tratta di una parola di libertà chiamata all'esistenza dalla Parola di Dio, la libertà del cristiano è «autentica libertà umana», che non può enon deve sottostare a imposizioni e sottometersi a dipendenze da parte di autorità umane né religiose né politiche. «Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo della schiavitù» (Galati 5,1). Non si tratta solo di essere indipendenti da schiavitù imposte dal di fuori: si tratta in primo luogo della libertà verso se stessi. A guardar bene la libertà verso l'esterno, uomini, poteri, istituzioni, strutture, tendenze ideologiche, non è che l'espressione visibile della libertà profonda e nascosta che trova la sua massima espressione nel rapporto con Dio, non più teso alla ricerca e alla protezione dei propri interessi materiali e spirituali, ma animato fondamentalmente dall'amore verso Dio e dall'abbandono fiducioso alla sua volontà, anche quando è opposta alla nostra volontà ed incomprensibile ai nostri schemi. La formula più paradossale della libertà si esprime nella sua più scandalosa negazione: è la parola di Gesù nell'ora suprema del Getsemani. «Padre, ogni cosa ti è possibile ...Ma pure non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi» (Marco 14,36). I riflessi di questa parola definitiva di Gesù, che conclude il suo ministero, si concretano nel segreto della vita quotidiana che i credenti conducono davanti a Dio, pur essendo immersi nella banalità delle situazioni umane.

[...] Posti tra l'individualismo liberale e il collettivismo sociologico i cristiani moderni devono guardarsi dalle contraffatte libertà dell'egoismo tanto quanto dalle preventivate libertà dell'organizzazione. Pur sapendo che nessuno può essere totalmente libero dall'influenza delle filosofie dell'epoca, devono avere la chiaroveggente capacità e l'autorità sprituale di assumere nei loro confronti un atteggiamento critico, considerandole alla stregua di semplici schemi intellettuali al servizio dell'Evangelo, così da mettere al centro quella libertà che proviene dalla fede e che è la condizione di ogni professione cristiana nella storia.

tratto da Vittorio Subilia «Solus Christus». Il messaggio cristiano nella prospettiva protestante, Claudiana, Torino, 1985



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Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio 2011 © Chiesa Evangelica Valdese di Firenze