Diaspora evangelica

Mensile di collegamento, informazione ed edificazione

Anno XLI – numero 5 - maggio 2008

 

 

 

Probità

di Czeslaw Milosz*

 

Quando ero, come si suol dire, in pace con Dio e con il mondo, mi sentivo falso, come se mi fingessi altro da quello che sono. Riacquistavo la mia identità, quando mi trovavo di nuovo nei panni del peccatore e del miscredente. In vita mia questo si è ripetuto più di una volta. Perché sicuramente mi piaceva mostrarmi come persona proba, ma non appena indossavo quella maschera, la coscienza mi sussurrava che stavo solo ingannando gli altri e me stesso.

 

Il concetto di sacro è necessario, ma impossibile senza l’esperienza del peccato. Sono un essere immondo, indegno, un peccatore, e non tanto per le mie azioni, quanto a causa del male che alligna in me. E solo ammettendo che non sono fatto per puntare troppo in alto, mi sento autentico.

 

 

 

*Czeszlaw Milosz (1911-2004), poeta polacco, premio Nobel per la letteratura nel 1980.

 

Tratto da: Il cagnolino lungo la strada, Adelphi, 2002, p. 143.

 

In questo numero:

-        Meditazione biblica di Raffaele Volpe

-        Considerazioni sui temi di bioetica di Catia Bottazzi

-        Centro di in-formazione religiosa di Mario Affuso e Marco Ricca

-        Una corale avventista rumena al Palazzo Vecchio di Marco Ricca

-        Il naso tra i libri di Sara Pasqui Rivedi

-        Libreria Claudiana a cura di Pasquale Iacobino

-        Radio Voce della Speranza di Roberto Vacca

-        Dalla Congregazione ebraica Shir Hadash

-        Notizie dalle associazioni e dalle chiese evangeliche fiorentine

-        Lettere alla redazione

-        L’archivio della DIASPORA

-        Principali appuntamenti

 

 

Editoriale

 

Scorrendo le pagine di questo fascicolo si notano le sue dimensioni, assai più ampie dei soliti sei fogli di stampa. Lo spazio principale è occupato dalle notizie sulla Diaconia valdese fiorentina. Anche se la Dvf risponde direttamente al suo comitato e quindi alla Commissione sinodale per la diaconia, è importante che le sue notizie giungano a tutte le persone che leggono la nostra circolare.

C’è anche una novità: due lettere inviate alla redazione. Siamo convinti che si tratti di un buon inizio e quindi anche a queste lettere abbiamo dedicato uno spazio particolarmente ampio.

Nel prossimo numero ritorneranno la rubrica “Ecumenicamente (s)corretto”, curata da Roberto Davide Papini e la vignetta di Waldemar Mandzel.

 

Tre nuovi comandamenti (Atti degli apostoli, 11,19-30)

di Raffaele Volpe

 

In giro circolano delle regole per vivere più sicuri nel mondo di oggi. La prima regola dice di evitare di prendere l’automobile, perché il 20% di incidenti mortali avvengono alla guida. Ma non bisogna nemmeno stare a casa, nelle sicure mura familiari avvengono il 17% degli incidenti mortali. Non sto a dirvi il rischio che correte se andate a lavorare: basta sentire le notizie del telegiornale. Ma anche camminare per la strada è pericoloso: tra marciapiedi e attraversamenti pedonali si consumano il 14% degli incidenti mortali. Il 16% degli incidenti avvengono prendendo l’aereo. Il 32% negli Ospedali. Dalle statistiche il luogo più sicuro al mondo sapete dov’è: in chiesa durante il culto. Qui avvengono solo lo 0,01% di incidenti mortali. Ancora meno di incidenti avvengono durante lo studio biblico. Quindi se volete salvare la vostra vita, sapete cosa dovete fare: frequentare la chiesa.

Beh, in realtà al tempo di Barnaba e di Paolo la chiesa non era un luogo molto sicuro. Non tanto perché si rischiava la persecuzione. Non tanto perché si metteva a repentaglio la propria vita. Non erano questi i rischi che preoccupavano i primi cristiani. Al tempo di Barnaba e di Paolo la chiesa non era un luogo sicuro perché era un posto dove realmente la Parola di Dio era libera di investire, sradicare, trasformare le persone. Al tempo di Barnaba e Paolo la Parola di Dio non era ostacolata. E allora se vogliamo provare a riscrivere delle regole per non vivere sicuri, la prima regola è: non ostacolare la Parola di Dio. Nel bellissimo studio di Giobbe che stiamo facendo ogni mercoledì sera insieme con Patrizia, stiamo cominciando a capire qualcosa: Giobbe crede di essere ostacolato da Dio, ma in realtà è Giobbe, ed insieme a lui i suoi amici, che ostacolano la Parola di Dio.

Non ostacolare la Parola di Dio. Se io avessi il potere di scrivere i dieci comandamenti, metterei questo al primo posto: non ostacolare la Parola di Dio. Non metterti di traverso. Non irrigidire le tue idee, il tuo modo di vedere il mondo. Non essere contratto con la tua anima. Lascia che la Parola di Dio sia libera. Non mettere il carro dei tuoi preconcetti davanti al bue della grazia!

Non ostacolare la Parola di Dio. E’ quel che colpisce di Barnaba.  E’ mandato da Gerusalemme per controllare cosa sta succedendo ad Antiochia.  Ha un ruolo scomodo. Può imporsi con la sua autorità.  Può far valere la visione della chiesa di Gerusalemme su questa piccola chiesa nascente ad Antiochia. Ma Barnaba quando giunge ad Antiochia, vede la grazia di Dio e si rallegra.  In greco le parole  grazia e allegria sono molto simili: ‘charin’ e ‘chairo’. Tra la grazia e la gioia c’è un legame di causa e effetto: la grazia di Dio produce la gioia.

Barnaba vede la grazia di Dio e gioisce. Barnaba vede la grazia di Dio e non la ostacola.  Barnaba vede la grazia di Dio e cerca di facilitarne la sua opera.  Barnaba non fa da ostacolatore, ma da facilitatore.  Si rende disponibile all’opera di Dio. E la disponibilità nei riguardi di Dio diventa disponibilità nei riguardi delle persone. Mette le persone a loro agio.

Barnaba vede la grazia di Dio e non la ostacola, anzi si rallegra e si mette al suo servizio. E Luca commenta scrivendo al v. 24: “E una folla molto numerosa fu aggiunta dal Signore”. Molte traduzioni hanno: al Signore.  Ma permettetemi una noiosa nota grammaticale: si tratta di un dativo d’agente. Il che significa: l’agente che opera, aggiungendo persone alla Chiesa, è Dio; Barnaba ha il semplice compito di non ostacolare.

Noi non possiamo pensare che la nostra chiesa crescerà se ostacoliamo la Parola di Dio, se non vediamo la grazia di Dio. Se invece che essere dei facilitatori, diventiamo degli ostacolatori. Ma non basta il comandamento: Non ostacolare. C’è subito bisogno di un altro comandamento: Devi collaborare con gli altri.

Torniamo a Barnaba. Arriva ad Antiochia con tanto di timbro ufficiale.  Non ha nessun incarico a collaborare con chicchessia.  Eppure da Antiochia parte e va verso Tarso per cercare Paolo.  Nessuno glielo ha chiesto. Può benissimo starsene tranquillo ad Antiochia, fare qualche suo discorso ufficiale, qualche ramanzina per far capire chi comanda, mangiare un po’ di pesce fresco e poi tornarsene tranquillamente a Gerusalemme.

Ma Barnaba non solo non ostacola la Parola di Dio, ma cerca di collaborare con la Parola di Dio. E sa che si collabora con Dio collaborando con gli altri, e allora parte e va a Tarso per cercare Paolo.  Mette da parte l’invidia che potrebbe avere per Paolo, mette da parte il suo orgoglio, e cerca Paolo per collaborare con lui, per lavorare insieme a lui.

L’espressione greca che descrive la collaborazione tra Barnaba e Paolo al v. 26 è molto più efficace che le traduzioni in italiano che abbiamo.  In greco dice letteralmente: “Successe a loro persino di collaborare”.  C’è una volontà di collaborare, ma ancor più c’è un arrendersi alla volontà di Dio: successe a loro.  Barnaba lascia che qualcosa succeda, lascia che sia Dio a far succedere qualcosa.  Non ostacolare e collaborare si intrecciano.  Più ostacoliamo e più non siamo in grado di collaborare.  Più, invece, lasciamo succedere e più siamo anche in grado di collaborare.

C’è un terzo comandamento ancora.  Non ostacolare, collabora e al terzo posto: Devi contribuire.  Al tempo di Barnaba e Paolo i cristiani si chiamavano semplicemente discepoli.  E in quello stesso tempo, proprio ad Antiochia, dove la Parola di Dio non era ostacolata e tutti collaboravano insieme per la crescita della chiesa; proprio lì, ad Antiochia, per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani.  Di Cristo.  Appartenenti a Cristo.  Non più soltanto seguaci.  Non più soltanto discepoli, ma anche cristiani.

Nel nome cristiani c’è un cambio di proprietà.  “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, dirà Paolo in una sua lettera.  Contribuire, e nel nostro testo stiamo parlando di contribuzione economica; dicevo: contribuire si lega in modo inscindibile con il nuovo titolo di cristiani.  Poiché appartengo a Cristo, non sono più egoista, posso contribuire con i miei soldi ai bisogni della chiesa, ma non solo della chiesa di Antiochia, ma di tutta la chiesa sparsa nel mondo.

E, infatti, ad Antiochia arriva la notizia di una grande carestia e tutti insieme decidono - qui il verbo greco è molto forte: essere determinati a contribuire - tutti insieme decidono di raccogliere i loro soldi per sostenere la chiesa.  In greco dice: secondo la loro prosperità.  Invece le nostre traduzioni dicono: ciascuno secondo le proprie possibilità.  Io preferisco l’espressione greca: secondo la loro prosperità.  I cristiani di Antiochia contribuiscono ai bisogni della chiesa con i loro soldi e lo fanno ciascuno a partire dalla propria prosperità.

Anche la chiesa di Firenze ha bisogno di più contribuenti e di contribuenti più generosi, che sanno di appartenere a Cristo e non vivono l’ansia della povertà, ma la serenità della prosperità.  Non perché siano ricchi sfondati, ma perché vivono nella prosperità della grazia, nella prosperità dell’amore di Dio, nella prosperità della fede nel Cristo risorto.  Nella prosperità della speranza.  E quanto più è forte questa prosperità, tanto più è generosa la nostra contribuzione.

Per vivere più sicuri nel mondo di oggi bisogna andare in chiesa, dice una divertente analisi sui rischi di avere un incidente.  Ma in realtà il luogo più pericoloso del mondo è proprio la chiesa.  E’ nella chiesa che incontriamo la Parola di Dio e quando questo succede c’è il grande pericolo che succeda qualcosa di speciale in noi. Nella chiesa c’è il grande pericolo di imbattersi nella grazia di Dio.  Se questo dovesse succedere, per favore, non ostacoliamola.  Impariamo a vederla e a rallegrarcene.  Impariamo a collaborare con Dio collaborando con gli altri.  Diventiamo contribuenti gioiosi che sanno opporsi alla grande carestia spirituale di questo mondo mettendo anche a disposizione i propri soldi per il bene della chiesa.  Amen

 

 

 

Considerazioni sui temi di bioetica al Centro Culturale P.M. Vermigli

di Catia Bottazzi

 

Dopo “Il testamento biologico” (dicembre 2007) e “Il diritto di morire” (gennaio 2008), si è concluso il 5 aprile scorso il ciclo sulle tematiche di fine-vita con la conferenza “Dal testamento biologico al diritto alla eutanasia”, organizzata con l’Associazione Libera Uscita.

Il ciclo ha trattato tutte le tematiche di fine-vita ad eccezione dell’eutanasia. È stata occasione di confronto sempre rispettoso e cordiale tra opinioni spesso divergenti. Il filo conduttore è stata la rivendicazione dei diritti del malato: diritto di vita, di cura e anche di morte. La rivendicazione di questi diritti si pone nell’ambito dell’odierno nuovo rapporto medico-paziente,in cui la “persona”  diventa protagonista del suo stato di salute e malattia, deve essere adeguatamente informata ed acquisire così piena consapevolezza delle proprie condizioni. In questo contesto culturale e sociale si comprende la sempre più larga diffusione del testamento biologico e la rivendicazione del diritto a morire  in caso di malattie terminali o laddove la sopravvivenza sia ottenuta solo tramite le tecniche di sostegno delle funzioni vitali.

I relatori sono stati Riccardo Poli, presidente dell’Associazione Medici cattolici toscani, Marco Bouchard, magistrato, l’onorevole Carlo Casini, presidente del Movimento Vita, Mario Melazzini, presidente della Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Mina Welby, vedova di Piergiorgio Welby, il pastore Pawel Gajewski, Mariella Orsi, vicepresidente del Comitato regionale di Bioetica, Giancarlo Fornari, presidente Nazionale di Libera Uscita, Meri Negrelli, responsabile regionale toscana della stessa Associazione, Mario Riccio, medico anestesista. Moderatore delle 3 conferenze è stato il professore Marco Ricca. Tra i numerosi e qualificati interventi del pubblico, si segnala quello del dottor Antonio Panti, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Firenze, che ha dichiarato il suo interesse e la personale condivisione con le impostazioni del “Vermigli” sulle tematiche di fine-vita.

Questo ciclo di tre conferenze - dibattiti ha destato vivo interesse, testimoniato dalla presenza di un pubblico eterogeneo, particolarmente numeroso e sempre molto partecipe.

 

A proposito del Centro di in-formazione religiosa

a cura di Mario Affuso e Marco Ricca

 

Nella consapevolezza del rilievo internazionale della città di Firenze come ‘Città della Pace’, quindi del suo impegno nel campo dei dialoghi interreligiosi ed interculturali avviati dall’indimenticabile Sindaco Giorgio La Pira, la V Commissione Consiliare del Comune di Firenze, nella sua seduta del 1° giugno 2006, istituisce una «Conferenza permanente per il dialogo tra le confessioni religiose». La sua prima riunione si ha nel Salone de’ Dugento il 18 dicembre 2006 alla presenza del Sindaco di Firenze Leonardo Domenici. A detta iniziativa non manca un motivo ispiratore derivante dalla prospettiva dell’ «uomo planetario» tracciata dal pensiero di Ernesto Balducci.

Nella seduta del 18 giugno 2007 della detta «Conferenza permanente per il dialogo tra le confessioni religiose», riconoscendo la ‘sensibilità’ delle istituzioni pubbliche per una diffusione della cultura religiosa ed il ‘desiderio’ delle differenti confessioni, facenti parte della stessa, di realizzare iniziative volte a soddisfare tale sensibilità, è stato deciso all’unanimità di studiare un progetto per l’istituzione di un Centro di In-Formazione religiosa, rivolto alla cittadinanza ed in particolare alle scuole, per favorire la conoscenza del patrimonio culturale che ciascuna comunità religiosa rappresenta per la città.

All’uopo viene costituito un team di lavoro composto da Marco Ricca, da Oleg Sisi, del Comune di Firenze e da Mario Affuso nella sua qualità di pastore. Il compito, alquanto delicato e lungo, viene svolto e portato a termine in uno spirito di cooperazione culturale. Pertanto, in data 11 dicembre 2007 il progetto può essere presentato in occasione dell’incontro tra la «Consulta Giovanile nazionale per il pluralismo religioso e culturale» (istituita dal Ministero delle Politiche Giovanili) e la «Conferenza permanente fiorentina».

Oltre all’approvazione della V Commissione Consiliare del Comune di Firenze, il progetto riceve quella del Consiglio Comunale di Palazzo Vecchio.

Dopo l’approvazione unanime della V Commissione Consigliare (Cultura) e, successivamente, del Consiglio Comunale, si è in attesa della realizzazione del Centro di In-formazione Religiosa da parte della Giunta Comunale. La Commissione promotrice del progetto ha auspicato - quale Sede del Centro - la Biblioteca della Città e, con questo intendimento, insieme alla Direttrice della Biblioteca,ha fatto una ricognizione dei locali eventualmente disponibili. La situazione logistica non è facile anche perchè alcuni locali fungono attualmente da deposito di materiale vario in attesa di ubicazione. A fine aprile è prevista in ogni caso una riunione tra la Commissione promotrice del progetto, l’Assessore alla Istruzione e l’Assessore alla Cultura per discutere il problema sia della ubicazione che della organizzazione del Centro.

Dopo l’approvazione unanime della V Commissione Consiliare (Cultura) e, successivamente, del Consiglio Comunale, si è in attesa della realizzazione del Centro di In-formazione Religiosa da parte della Giunta Comunale. La Commissione promotrice del progetto ha auspicato - quale Sede del Centro - la Biblioteca della Città e, con questo intendimento, insieme alla Direttrice della Biblioteca,ha fatto una ricognizione dei locali eventualmente disponibili. La situazione logistica non è facile anche perchè alcuni locali fungono attualmente da deposito di materiale vario in attesa di ubicazione. A fine aprile è prevista in ogni caso una riunione tra la Commissione promotrice del progetto, l’Assessore alla Istruzione e l’Assessore alla Cultura per discutere il problema sia della ubicazione che della organizzazione del Centro.

Questi elementi, che illustrano le tappe per le quali è nato, si è sviluppato ed è stato approvato il progetto del «Centro di In-Formazione religiosa», renderanno più interessante ed utile la lettura e la presa d’atto del documento pubblicato nello scorso numero di Diaspora nelle pagine 5 e 6 alle quali rimandiamo nuovamente.

 

Una corale avventista rumena al Palazzo Vecchio

di Marco Ricca

 

Il 19 aprile scorso. si è tenuto nel Salone de’ Cinquecento del Palazzo Vecchio, un Concerto della Corale Rumena Avventista di Firenze, Arezzo, Pratovecchio. Promosso dal pastore Rolando Rizzo e supportato dalla Commissione “Pace” del Consiglio Comunale di Firenze, lo spettacolo “La nostra patria” è stato eccezionale in quanto ad impostazione programmatica, realizzazione, riuscita.

Il programma contemplava, da un lato, l’evocazione della bellezza ed il ricordo, soffuso di malinconia, della patria terrena, la Romania; dall’altro, dava spazio alla testimonianza di una fede evangelica chiaramente professata. Lo spettacolo alternava i cori con letture in italiano e rumeno sul tema “Da dove veniamo e dove andiamo”, introduttive ai singoli momenti del programma della corale. Quest’ultima è costituita da 90 cantori non professionisti ma di alto livello artistico, magistralmente guidati da due direttrici, esse pure non professioniste.

Il successo è stato clamoroso ed il concerto ha avuto una valenza eccezionale. È stato, infatti, eccezionale che una comunità di immigrati abbia voluto e saputo offrire alla Città ed alla Regione che li ha accolti uno spettacolo corale, quale momento di conoscenza e riconoscenza.

Ugualmente, è stato bello sentire l’attaccamento profondo alle proprie”radici” e, parimenti, è stata edificante la testimonianza chiara di una fede che al ricordo struggente della patria terrena associa la certezza di una terra non più “straniera” ma “promessa”.

Grazie, fraternamente, al pastore Rizzo, al pastore Badica e a tutti i componenti della Corale Avventista Rumena per quanto così generosamente ci hanno offerto.

 

  

Il naso tra i libri: Helène Grimaud virtuosa del piano ed amica dei lupi

di Sara Pasqui Rivedi

 

Helène Grimaud è una giovane, bella, affascinante e colta pianista che coniuga l’amore per la musica con l’interesse per i lupi. Nasce nel 1969 a Aix-en-Provence in Francia e malgrado l’affetto e la comprensione dei genitori si rivela subito una bambina difficile, affetta da ossessioni compulsive, attratta in modo maniacale dall’ordine e dalla simmetria tanto che se cade e si ferisce ad una gamba avverte l’impulso irrefrenabile di infliggersi una ferita identica sull’altra. Certamente queste manifestazioni esprimono una pressante ricerca di equilibrio.  Helène è una bambina dalle qualità negative, è intrattabile, indisciplinata, inadattabile, ingestibile. A scuola disturba le lezioni, interrompe l’insegnante, parla, non sta attenta, mentre durante gli intervalli si isola, si sottrae ai giochi, rifiuta la compagnia degli altri ragazzi, insomma non accetta condizionamenti e regole, è una ribelle, infatti così definisce la scuola: “Ore interminabili finché non si viene liberati dalla stridula soneria elettrica”. I genitori cercano con pazienza ed amore di aiutarla a trovare una soluzione ai problemi che l’affliggono, d’introdurla ad interessi diversi dalla scuola e dalla lettura. Infine sarà il padre ad avere la giusta intuizione avviandola allo studio del pianoforte all’età di sette anni. Con il tempo proprio questo strumento salverà Helène dalle sue ossessioni. Ben presto si rivela un’allieva di grande talento, a dodici anni frequenta a giorni alterni tre conservatori: ad Aix-en-Provence, a Marsiglia ed a Parigi. Un ritmo di vita assai gravoso per la sua giovane età, ma la ragazzina è felice ed appagata; ogni giorno di più si sente realizzata, poiché il piano le assorbe l’anima come confesserà nella sua autobiografia. Ricordando quel periodo di intenso lavoro e di forte impegno dichiara che ad ogni partenza provava una profonda riconoscenza per i genitori che accettavano di separarsi da lei e di lasciarle raggiungere città grandi e sconosciute. A quindi anni incide il primo disco, il concerto n. 2 di Rachmaninov, musicista che ammira e predilige. Infine, dopo un lungo periodo veramente frenetico, parte per Mosca dove parteciperà al concorso Čajkovskij proiettata ormai verso una carriera emozionate e ricca di successi. In seguito vivrà anche un periodo di vera paralisi nevrotica in cui rifiuterà ogni contatto con il mondo esterno dedicandosi all’esercizio del silenzio poiché reputa la musica una estensione di esso. Dopo questa pausa di riflessione riprende l’attività concertistica spostandosi da un punto all’altro del globo; infine nel 1991 si stabilisce a Tallahassee in Florida. Qui conosce Tennis, un veterano del Vietnam, che vive appartato nel bosco con la sola compagnia di una lupa, Alawa. Il primo incontro di Helène con l’animale segnerà una svolta nella sua vita, la lupa, dall’incedere furtivo e circospetto, le si avvicina con movimenti armoniosi, la scruta con gli occhi chiari e luminosi, appoggia la testa sulla mano aperta della donna e poi si distende ai suoi piedi, atto di fiducia rarissimo in questi animali che temono e rifuggono la vicinanza umana. L’episodio suscita nella pianista l’interesse per i lupi, vuole conoscerli, sfatare la legenda della loro ferocia e quindi proteggerli, così decide di laurearsi in etologia per studiarne il comportamento. Si impegna ad acquistare un terreno nel Connecticut, vi crea una riserva e costituisce il New York Wolf Conservation Center. Ogni volta che fa ritorno dalle sue tournée la giovane musicista si ritira in questo luogo lontano dai fragori del mondo civilizzato. Al calar della notte raggiunge i suoi amici lupi e si siede in un angolo a studiare alcuni spartiti. Gli animali l’accolgono in amicizia purché rispetti regole ben codificate che disciplinano la vita sociale del branco. Un vero rituale da compiere scrupolosamente ogni volta!

Le esperienze come pianista e come esperta di lupi Helène Griamud le ha affidate al libro autobiografico Variazioni selvagge pubblicato da Bollati Boringhieri (2007).

 

 

Dalla Libreria Claudiana di Firenze

a cura diPasquale Iacobino

 

I giorni della festa di Hanukkah e le sue otto candele scandiscono la tenace ricerca di normalità di Amotz e Daniela, una coppia di posati sessantenni dell'Israele del nostro tempo.

Daniela ha deciso di raggiungere in Africa suo cognato Yirmi, per elaborare il lutto della perdita di sua sorella, mentre Amotz, progettista di ascensori, marito, nonno e figlio, è alle prese con i problemi che tutti questi ruoli comportano quotidianamente. In uno dei suoi ultimi ascensori installati si rileva un rumore di fondo oscuro ed inquietante: un vento che sibila e ulula. Cosa sarà mai questa ruach (in ebraico vento, ma anche spirito) che tanto infastidisce gli inquilini di questo nuovo grattacielo di Tel Aviv?

Yirmi ha deciso di autoesiliarsi in Africa dopo aver perso un figlio soldato ucciso per un tragico errore dal fuoco amico dei suoi compagni. Daniela si scontrerà con l'ostinazione di Yirmi, con il suo doloroso tentativo di dimenticare Israele e la fede dei padri. 

Sebbene separati da una distanza continentale, Daniela e Amotz si imbatteranno nei fantasmi dell'oggi di Israele. Un viaggio relazionale illuminato dalle candele di Hanukkah e dal fuoco africano li accompagnerà verso una nuova e più feconda comprensione del desiderio reciproco e del senso della vita.

In questo ultimo e intenso romanzo l'umanità messa in scena da Abraham Yehoshua si misura dunque con   la primordiale sfida per la guarigione dal dolore e dalla perdita:  fuoco e vento non sono semplici spunti narrativi ma figure della tensione tra memoria e dell'oblio, tra l'oscuro potere della morte e la caparbia lotta per la vita.

Abraham Yehoshua, Fuoco amico,

Einaudi, Torino 2008, pp.399, € 19.

 

Libreria Claudiana di Firenze

Borgo Ognissanti 14/R; dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.20. Tel. 055.28.28.96; libreria.firenze@claudiana.it

 

 

All’ascolto della Bibbia

di Roberto Vacca

 

Questo mese voglio presentarvi un altro “storico” programma di Radio Voce della Speranza (RVS, 92,4 mhz), che si chiama “All’ascolto della Bibbia”. Si tratta di un programma giornaliero (h 7.30 e in replica quasi tutte le sere alle h 21.05), che originariamente – circa dieci anni fa - aveva una cadenza settimanale perchè si proponeva di analizzare i testi biblici presenti nel calendario liturgico cattolico. Non era una strategia polemica, avevo già imparato ad apprezzare le meditazioni domenicali di Ernesto Balducci che partivano dai testi biblici della liturgia, testi di cui svelava  la dimensione profetica per i nostri tempi. Mi pareva però importante offrire agli ascoltatori di fede cattolica un altro modo di considerare questi testi, una prospettiva “protestante”, senza contrapposizioni pregiudiziali. E soprattutto con un linguaggio non liturgico, non perchè ci sia qualcosa di male nella liturgia (cattolica o protestante che sia), ma perchè credo che la Bibbia debba essere apprezzata e studiata anche al di fuori di un contesto di nicchia quali sono le nostre chiese.

Ragionandoci un po’ sopra, mi parve che la formula dell’intervista fosse quella che meglio si prestava a questo scopo, nel tentativo di entrare in profondità nel testo, cercando di metterlo in relazione con la vita di tutti i giorni. Era un progetto ambizioso che poteva riuscire solo se avessi individuato l’interlocutore giusto, e sin dall’inizio mi orientai su persone preparate biblicamente ma capaci anche di trovare in questi testi la parola profetica rivolta al singolo e alla comunità cristiana. Alla fine ho realizzato con Vittorio Fantoni (preside della facoltà teologica avventista) e Giuseppe Marrazzo (responsabile dell’editoria religiosa per la casa editrice ADV) la maggioranza delle trasmissioni. Siamo riusciti nei nostri intenti? Sulla base delle reazioni degli ascoltatori, possiamo dire nel complesso di sì, anche se con risultati diseguali, come era normale attendersi. Queste trasmissioni hanno fatto soprattutto del bene a me, che continuo a meravigliarmi delle cose nuove che scopro nella Parola di Dio. Essa diventa parola dell’uomo per farsi comprensibile, modulata com’è in una continua varietà di comunicazioni, dalla riflessione razionale, al lamento malinconico, dalla lode, alla confessione di fede, esprimendo però anche delle vere e proprie urgenze etiche per l’uomo di oggi.

Credo che nel complesso queste trasmissioni ,che a lungo sono state il fondamento della “catechesi” di RVS, riflettano non solo la teologia avventista, ma quella evangelica più in generale, perlomeno quella delle chiese “storiche”. Con finalità analoghe, segnalo anche l’intervista domenicale al pastore battista Raffaele Volpe (h 11.20 circa e in replica alle h 17.30) dal titolo “Riflettiamo insieme”.

 

 

Dalla Congregazione ebraica Shir Hadash

Da alcuni anni la Chiesa valdese di Firenze ospita nei suoi locali in via Manzoni questa congregazione ebraica. Riceviamo e pubblichiamo volentieri un breve comunicato stampa ricevuto nei giorni scorsi. (Red.)

Shir Hadash, Congregazione Ebraica Riformata ha celebrato sabato 12 aprile un evento storico, degno del nome della Congregazione. Shir Hadash vuole dire Canto Nuovo in Ebraico ed è stato con un canto risoluto che Rachele Robbins ha compiuto la sua Bat Mitzvah. Ma che cos’è una Bat Mitzvah e chi è Rachele?

Nelle comunità ebraiche tradizionali o Ortodosse é normale per un maschio fare un Bar Mitzvah all’età di tredici anni. È il momento in cui diventa un adulto agli occhi della comunità e deve dimostrare che può leggere la Torà e che conosce le preghiere del rito dello Shabbat. Nelle congregazioni riformate o progressiste del mondo anche le ragazze possono fare questo rito. Rachele ha fatto la prima Bat Mitzvah a Firenze in cui una donna ha letto dalla Torà ed ha guidato le funzioni. Questo è già un evento storico, ma la sua lettura non è stata per niente banale perché lei ha fatto tutto dalla sua sedia a rotelle e con l’assistenza del suo sintetizzatore vocale.

Un precetto basilare, così importante da trovarsi nelle preghiere mattutine, è: (Levitico 19,14) ” Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco…” Tutti, quelli che hanno disabilità ovvie o no, devono affrontare ostacoli, ma una disabilità diventa un handicap soltanto quando la società mette “inciampi” sulla via. Shir Hadash è oltremodo felice di poter rimuovere gli ostacoli sulla strada di Rachele di modo che lei possa continuare ad imparare, crescere e partecipare nella vita della comunità ebraica.

La sua preparazione per la Bat Mitzvah è stata seguita da due dei più importanti Rabbini dal movimento dell’Ebraismo Riformato negli Stati Uniti. Rabbi Bernard Mehlman e Rabbi Harvey Tattlebaum sono venuti in Italia per assistere le congregazioni di Shir Hadash a Firenze e Beth Shalom a Milano. Due realtà che esistono in Italia da circa sei anni e fanno parte della World Union of Progressive Judaism che rappresenta le comunità ebraiche progressive in gran parte dei paesi Europei e nel mondo. Per avere più informazione riguardo la congregazione Shir Hadash potete scriverci a contact@shirhadashitalia.org o chiamare 348.936.2564.

 

 

Dalle Chiese e dalle associazioni evangeliche fiorentine

 

Diaconia valdese fiorentina

 

Con questo numero di Diaspora vogliamo dare un primo “assaggio” della “Relazione annua sul 2007” predisposta dal Comitato della Diaconia valdese fiorentina. Un “primo assaggio” perché entro maggio sarà disponibile nelle nostre chiese la relazione completa, ora in fase di stampa, che sarà ovviamente consultabile da parte di tutti i membri delle nostre comunità che lo richiedano. Non avendo al momento della messa in stampa di Diaspora ancora la relazione completa abbiamo comunque però deciso di fornire alcune informazioni preliminari. Una sorta di sintesi preliminare che riporta oltre ad alcuni dati informativi sulle strutture (attività e persone che vi lavorano) anche una breve riflessione su quanto è stato il cammino fin’ora fatto e sulla strada per il prossimo futuro. Per così dire una prima “ondata” di informazioni a cui seguiranno a breve un secondo momento informativo sui risultati di bilancio e quant’altro.

Il Comitato della Dvf

 

Il Cammino della Diaconia Valdese Fiorentina

Per la Diaconia Valdese Fiorentina (DVF), nata a gennaio del 2006, il 2007 è stato il secondo anno di vita, certamente un anno che si può definire “di rincorsa”. Rincorsa alle difficoltà economiche e organizzative degli inizi, in parte prevedibili, ma non per questo meno dure da affrontare e con un certo peso anche sull'attuale sviluppo. Possiamo certamente parlare di una risalita lenta e faticosa, che è costata sacrifici e impegno da parte di tanti ma che comincia a dare i propri frutti.

I risultati economici del 2007 (un deficit totale sulle quattro opere a consuntivo di 104000 euro, comunque più di 20000 euro in meno rispetto al 2006) non rendono piena giustizia a questo impegno diffuso, visto che il più è stato fatto nella seconda metà dell'anno, ma le proiezioni sul 2008, e i dati dei primi mesi dell’anno confermano questa linea e danno concrete speranze per una chiusura del triennio, che ci eravamo dati come periodo sperimentale, con nuove basi di bilancio e nuova spinta propulsiva.

Naturalmente è fondamentale un monitoraggio frequente della situazione economica e il coraggio di produrre gli eventuali nuovi interventi che si rivelassero necessari, facendolo in tempi adeguati.

E' chiaro che l'obiettivo di realizzare una DVF di cui tutti si sentano parte e che senta tutte le parti come fondamentali per il proprio complessivo cammino va al primo posto. La nostra testimonianza nella città deve crescere nella consapevolezza di essere tutti parte di una proposta e di un servizio al prossimo che ha una storia comune e una vocazione rivolta al presente e al futuro.

 

Cosa fa la DVF

Non sono certo più i tempi in cui la diaconia si possa realizzare con esclusive risorse interne delle chiese. E' noto che le nostre Chiese e Opere, decenni fa hanno fatto una precisa scelta di collaborare con l'Ente pubblico nel portare il proprio servizio al prossimo. Come tutte le scelte, anche questa è carica di opportunità e limitazioni. E’ una scelta modificabile o revocabile, ma è attualmente quella in vigore.

Nello specifico la DVF si occupa di minori, anziani e ospitalità (Foresteria) con qualche tentativo di allargare il proprio intervento a formazione, infanzia, disagio sociale. Può essere utile ricapitolare la situazione.

Il Centro Diurno Ferretti ha una capienza di 25 posti per minori. Dall'anno scorso è stato attivato un modulo socio-educativo per complessivi 5 posti. Le ristrettezze economiche del Comune di Firenze mettono a dura prova la possibilità di mantenere il pieno utilizzo dei posti autorizzati, anche se per ora il Ferretti regge bene.

Al Gould esistono due comunità residenziali per minori di 8 posti ciascuna; un centro diurno di 20 posti, una casa appartamento per giovani maggiorenni con 5 posti. Anche qui è stato attivato più di recente un modulo socio-educativo. Valgono le stese preoccupazioni esposte per il Ferretti. Il Centro Diurno ha lavorato molto bene e, pur essendo esposto agli stessi rischi, ha raggiunto risultati più che apprezzabili. Le due comunità, pur scontando un deficit strutturale derivato dalla scarsità della retta prevista (inferiore alle altre realtà della stessa Toscana), hanno reagito molto bene sia sul piano economico che sul piano del servizio con la razionalizzazione delle equipe e delle turnazioni. E’ in corso una trasformazione dell'autorizzazione per una comunità, da 8 a 10 posti letto.

Sempre al Gould esiste un gruppo appartamento per maggiorenni dai 18 ai 21 anni, sempre pieno, e il Servizio Incontri (di cui in seguito). Per tutta l'area minori è importante seguire gli sviluppi di possibili differenziazioni del servizio, con l'ipotizzato ingresso nelle convenzioni della ASL (Società della Salute), e una caratterizzazione diversa dell'utenza e delle relative rette.

Per quanto riguarda gli anziani. il Gignoro ha una attività residenziale suddivisa in una RSA (non autosufficienti) autorizzata per 50 posti (con due moduli specializzati, Alzheimer e problemi motori, e uno base, per anziani cosiddetti “stabilizzati”) e in una RA per autosufficienti con 30 posti. Mentre la RSA è praticamente sempre al massimo della capienza, la RA comincia a dare segnali di cedimento. La politica dell'Ente Locale pare andare verso lo spostamento di risorse sugli anziani non autosufficienti. Inoltre gli inserimenti che ufficialmente ci vengono assegnati come autosufficienti, spesso non lo sono. Questo sviluppo mette a dura prova il lavoro degli operatori (che date le difficoltà economiche hanno invece visto una riduzione all'essenziale) e minano la solidità del bilancio. Il Comitato per farvi fronte sta valutando al momento varie ipotesi tra le quali anche la modifica del rapporto tra posti RA e RSA.

Al Gignoro esiste anche un centro diurno autorizzato a 20 posti (di cui 10 non autosufficienti) frequentato da circa 35 anziani. Recentemente, per motivi analoghi a quanto detto per il residenziale, siamo riusciti ad ottenere una modifica della proporzione tra auto e non autosufficienti, ottenendo l'autorizzazione a 15 non autosufficienti. Sospeso invece il servizio domiciliare, a causa delle difficoltà economiche.

Per il secondo anno è attivo un servizio per esterni di Attività Motoria Assistita, per anziani che vengono dal quartiere.

La Foresteria ha oggi una disponibilità di 39 camere per un totale di 99 posti letto. Nei questionari “rientrati” dagli ospiti della Foresteria osserviamo anche nel 2007 una ottima impressione della struttura. Dopo un anno di mantenimento della posizione, che ha visto comunque la realizzazione di molti lavori di messa a norma e miglioria della struttura, già nei primi mesi del 2008 sembrano arrivare anche risultati economici decisamente positivi.

Il servizio di Incontri genitori figli in situazione protetta, continua a rappresentare una importante specificità della DVF, si svolge presso il Gould, ha avuto un notevole aumento dei casi seguiti, che ad oggi si aggirano sui 50, coinvolgendo circa 60 minori. In sostanza si tratta di dare la possibilità a genitori in genere non affidatari di incontrare i figli in situazione protetta, per decreto del Tribunale. Il nostro compito è di proteggere il minore con la presenza costante di un educatore, che è a conoscenza dei termini e delle regole decisi dal Tribunale per l'effettuazione di tali incontri. Il servizio è in attesa di poter cambiare il tipo di rapporto in essere con il Comune.

L'agenzia formativa Kaleidos è sicuramente uno dei fiori all'occhiello della DVF. Lo sviluppo si vedrà nel 2008 e sembra proprio che sia avviata a dare soddisfazioni, oltre che opportunità sia di migliorare la formazione dei nostri operatori che di offrire all'esterno le esperienze e le professionalità che abbiamo. Sono già stati vinti bandi con relativi finanziamenti e diversi corsi sono già in svolgimento.

La mensa sociale che forniva i pranzi a persone a rischio di esclusione sociale, con una ricettività di 18 posti, in genere utilizzati pienamente, dovrà cessare per fine convenzione con il comune a fine aprile. E' una decisione da parte dell’Ente pubblico che giunge dopo ben altri accordi, contraddice la qualità sempre riconosciutaci, amareggia quanti per anni hanno dato lavoro, disponibilità e affetto, al di là di quanto richiesto dalla Convenzione.

 

Chi lavora nella DVF

Come detto, gli organici hanno subito alcuni ridimensionamenti dovuti alla situazione economica.

L'attuale organigramma, aggiornato al 31/3/08 può essere ricapitolato come segue.

 

Servizi centrali

direttore

10 persone

Di cui 6 tempi pieni e5 part time*

Ferretti

 

9 educatori

Di cui 5 part time**

Gould

 

16 educatori più una diacona

Di cui 11 tempi pieni***

Gignoro

 

Assistenti: 34

Infermieri: 5

Fisioterapiste: 3

Animatori: 5

Musicoterapia: 1

Assistenti centro diurno: 6

Pulizie, guardaroba: 13 operatori

Resp. organizzativo, ufficio e ass. sociale: 4

Trasporti: 2

Di cui 6 part time

 

Di cui 3 part time

Di cui 5 part time

Di cui 1 part time

Di cui 3 tempi pieni

Di cui 10 part time

 

Di cui 1 part time

Du cui 2 part time****

Foresteria

 

6 operatori

Di cui 3 part time

Kaleidos

 

3 persone

Di cui 2 part time

Mensa sociale

 

2 persone

Di cui 2 part time

Area infanzia

 

2 operatori

Di cui un part time

*Complessivamente, rispetto a un anno fa il personale è diminuito di circa 3 tempi pieni (1,5 dei quali sono oggi in forza all'Agenzia Kaleidos e dunque danno origine a nuove entrate).

**Dall'anno precedente riduzione di organico di 11,5 h settimanali, in corrispondenza di una minore incidenza dei sostegni individuali. Sono state invece introdotte 12h settimanali di pulizie che hanno eliminato l'oneroso appalto esterno.

***Una riduzione stimabile in 30h settimanali, che comunque fanno parte di una normale oscillazione dell'organico. Sono state introdotte 8h settimanali di pulizie per eliminare l'appalto esterno.

****La variazione apportata all'organico del Gignoro è valutabile in modo significativo rifacendosi alle ore effettive svolte nel 2007 che sono circa 6.500 in meno (per i dettagli vedi relazione annua).

Ricordiamo tra le collaborazioni della DVF: volontari AEV n. 7; medico; geriatra; supervisori n.2; infermieri collaboratori n.2; parrucchiera. Appalti esterni: le tre cucine, pasti mensa sociale, lavanderia lenzuola.

 

Le criticità

Nessuno si illudeva che mettere insieme realtà diverse, ciascuna con la propria storia e la propria cultura dell'organizzazione sarebbe stata una operazione semplice. Soprattutto perché si è cercato di mantenere nella sintesi le tante buone cose che c'erano e di rispettare le identità, in vista di una identità più grande che ci arricchisse tutti.

Dal punto di vista organizzativo le cose si sono mosse in modo piuttosto lento. Possiamo però tranquillamente sostenere, già oggi, che l'organizzazione complessiva del lavoro è decisamente migliorata, in particolare all'interno delle unità operative (gli Istituti, cioè il luogo dove i servizi avvengono).

La nascita recente di una Consulta di Direzione (composta da direttore e responsabili organizzativi degli Istituti) costituisce una solida base per dare vita a uno scambio tra le unità operative finalizzato a rendere fluido e partecipato il processo decisionale. Restano da affinare i rapporti tra esse e gli uffici centrali. Occorre, come deciso dal Comitato, individuare una figura di Responsabile Tecnico Amministrativo che assuma responsabilità e coordini alcune funzioni degli uffici centrali, anche per migliorarne l'interazione con gli Istituti. Tra i compiti principali di questa figura c'è quella di completare il cammino fatto verso una organizzazione che sappia monitorare costantemente e intervenire rapidamente sulla gestione amministrativa e sul supporto tecnico.

L'unificazione amministrativa è stata infatti una delle criticità. Oggi possiamo dire che sono stati recuperati i ritardi e sono state poste le basi per un funzionamento più puntuale e armonico degli uffici amministrativi. Il Controllo di Gestione è oggi molto più efficace e fornisce dati attendibili nei tempi previsti. Importantissima è stata la collaborazione della CSD e dei suoi uffici che ci hanno aiutato a impostare il lavoro.

Altra criticità, connessa con la precedente, è stata il rapporto con i fornitori, del riordino e della riduzione delle spese. Un processo ancora in fase di strutturazione, che sta già portando alcuni frutti come una gestione comune più coerente dei flussi documentali e di informazione.

La gestione degli stabili rappresenta un altro aspetto che ha assorbito attenzioni. Negli ultimi anni un grande lavoro è stato fatto con la messa a regola necessaria di una larga parte delle strutture. Gould e Foresteria hanno avuto impegnativi lavori nel 2007. Il Ferretti e il Gignoro hanno iniziato lavori importanti di ristrutturazione nel 2008. Le molte difficoltà iniziali sul piano delle manutenzioni ordinarie hanno portato oggi a nuove procedure e a una più significativa presenza dei manutentori interni nelle unità operative e nella collaborazione con le ditte esterne.

La pressante necessità di lavorare alla costruzione interna di tutti questi aspetti ha poi prodotto, per un certo periodo un allentamento del rapporto con l'esterno. Dopo questo periodo di rallentamento siamo oggi di nuovo presenti con costanza, tramite il direttore, ai tavoli dell'Ente pubblico sia nel campo dei minori che in quello degli anziani e abbiamo fatto passi avanti, tramite la responsabile comunicazione e sviluppo (che si sta formando con specifici corsi) nel campo del found-raising.

 

L'avventura continua

La DVF sta già percorrendo il suo terzo anno. Chi è a contatto con chi lavora ogni giorno nei servizi, non può che sentire forte l'urgenza che segnali chiari, sia pure legati a tempi non immediati, relativi alla implementazione dell'organizzazione, alla maggior definizione dei ruoli e delle procedure, alla progettualità e magari qualche segnale rassicurante sul versante economico (rapporto con l'Ente Pubblico o fund-raising che sia), giungano a rafforzare la motivazione e l'ottimismo di chi maggiormente si è fatto carico delle  fatiche e delle difficoltà di questi primi due anni.

Da parte di tutti noi è necessario fare il pezzo di cammino che ancora ci manca per sentirci una organizzazione unica, che condivide finalità, difficoltà e successi. Quanto è stato fatto fin qui non è poco. Rimane da consolidare la comunione di intenti, la condivisione delle situazioni, che diventano piene e sincere quando il lavoro di reciproca conoscenza e informazione ha raggiunto un buon livello, quando c'è la fiducia che ovunque e a ogni livello si agisce per lo stesso scopo e si è abbastanza trasparenti e coinvolgenti. Questa fiducia, che non significa non vedere le cose che non vanno, ma credere nella buona fede dei tentativi di tutti, non può che essere il nostro fondamentale obiettivo.

Pur nella vastità che oggi rende complessa questa nostra Diaconia Valdese Fiorentina, dobbiamo essere capaci di mantenerne e aggiornarne (se è il caso anche reinventarne) il valore di testimonianza, laica ma evangelica, multiculturale ma protestante, in una società che è molto cambiata e cambierà, ma che non ci sgomenta.

 

Il “Sassolino bianco”

 

Sarà denso di temi e di progetti il weekend fiorentino del 24 e 25 maggio dedicato al Sassolino Bianco l'associazione di volontariato che promuove iniziative a favore dell’infanzia in difficoltà. Sabato 24 alle 9.30 all'istituto Gould ci sarà un seminario sui primi dieci anni di vita del Sassolino Bianco. Sempre al Gould, domenica 25, dalle 10.30, si svolgerà l'assemblea dei soci. Per informazioni: sassolinobianco@virgilio.it oppure rivolgersi alla sede di Firenze, via Manzoni 21. Telefono e fax: 055/2346933.
Per sostenere il Sassolino Bianco è possibile utilizzare il conto corrente bancario intestato al “Sassolino Bianco”: Banca Popolare di Milano -Agenzia 241 Firenze - via Accolti 23 - IBAN IT 66 H 05584 02801 000000000387 BIC BPMIITM1241, oppure usare il Banco Posta c/c 21657507 intestato a: Associazione Il Sassolino Bianco – via Manzoni, 21 - 50121
È possibile destinare al “Sassolino Bianco” il 5 x mille dell’Irpef: basta mettere sulla dichiarazione dei redditi la firma nel riquadro "sostegno volontariato e no profit", inserendo il codice fiscale dell'associazione: 02228810483.

 

Centro Sociale Evangelico – Cooperativa “La Riforma”

 

Il gruppo e il personale del Centro diurno di riabilitazione invitano a due importanti appuntamenti in via Manzoni 21: 1) la festa di primavera, venerdì, 16 maggio, dalle 15; 2) la mostra vendita dei lavori eseguiti dal gruppo, che sarà allestita nei giorni 28, 29 e 30 maggio, accompagnata da buffet, lotteria, pesca di beneficenza e altro.

 

Centro culturale protestante “P. M. Vermigli”

Il centro culturale protestante ha organizzato in collaborazione con l’Amicizia ebraico - cristiana una conferenza dedicata ad “Antisemitismi e antigiudaismo”. Come relatori principali sono stati invitati Anna Foa, docente di storia moderna all’università La Sapienza di Roma e Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma. Modera Giulio Conticelli, docente di storia del diritto italiano all’Università di Firenze.

Mercoledì, 7 maggio alle 17.30 in via Manzoni 19/a.

Gli altri appuntamenti previsti nelle prossime settimane saranno comunicati via e-mail e con gli appositi inviti.

 

Chiesa apostolica italiana (Firenze, via Mario Morosi, 36 g.c.)

Samuele Trebbi, pastore di coordinamento (trebbi.mss@aliceposta.it)

Mario Affuso, pastore in emeritazione attiva (affuso04.fedelta@fastwebnet.it)

Il Forum teologico giovanile (interconfessionale) sta seguendo un interessante percorso su «Dio» secondo la seguente scaletta tematica: «Nel Primo (già Antico) Testamento: tra violenza e pace» (27.10.07); «Convertirsi al Dio vero» (24.11.07);  «Dio onnipotente (e giudice)» (19.01.08); «Dio come ‘padre’ e ‘madre’» (23.02.08); «Paternità/Maternità di Dio, ovvero ‘Figli di Dio'» (22.03.08); «Dio si è manifestato in Gesù» (26.04.08); «Dio nel pensiero filosofico» (24.05.08); «Dio nostro/Dio di tutti» (28.06.08).

Gli incontri si svolgono presso la casa pastorale in Prato, alla Via Vespucci, 3/18 il quarto sabato del mese dalle 16 alle 17.00/30.

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

Le attività sono proseguite regolarmente, con culto domenicale alle 11, scuola domenicale e giovanissimi in contemporanea, studio biblico il mercoledì alle 19.45.

Domenica 6 aprile si è inaugurata la Cucina appena ristrutturata: la comunità si è rallegrata con un'agape fraterna interetnica di 110 partecipanti.

Il cineforum sul tema “relazioni e redenzione” ha visto un nuovo appuntamento Sabato 19 aprile con la proiezione del film “la Vita è un Miracolo” di Kusturika.

Il ciclo di studi sull'etica protestante si è tenuto il 5 aprile e il 26 aprile. Il programma dettagliato di Cineforum e Ciclo sull'etica è sempre sul sito web della chiesa alla voce “Le nostre attività.”

La comunità si è rallegrata per il successo dell'iniziativa promossa dall’Unione Battista (Ucebi) per l’assegnazione del “Premio Martin Luther King per i Diritti Umani” tenutasi a Roma in Piazza del Campidoglio la sera del 4 Aprile davanti a circa 2000 persone. Sempre nell'ambito delle celebrazioni in ricordo del pastore battista afro-americano e premio Nobel Martin Luther King, le nostre cantanti, Sandra Spuri e Anna Crabb, hanno partecipato sabato 19 aprile alla serata organizzata dai battisti a Orbetello.

I gruppi di preghiera nelle case si sono riuniti regolarmente: Magherini-Baconi, D’Angrò-Biagini, Enriques-Ottaviani (a Scandicci), Tonarelli-Brandoli, Gloriana Innocenti.

Da questa pagina rivolgiamo il saluto affettuoso di tutta la comunità a chi, per le ragioni più diverse, è impossibilitato a partecipare al Culto. In particolare, abbracciamo nell’amore di Cristo i più anziani e i più sofferenti nella carne e nello spirito.

 

Casa Cares, Reggello (FI)

I diversi cristianesimi, a cura di Judith Siegel

Le donne si incontrano ancora per lo studio. È successo il fine-settimana del 19-20 aprile 2008 a Casa Cares, con il raduno piuttosto libero di un gruppo di donne legate alla Chiesa Valdese di Firenze. Ripresi da qualche anno i due o tre incontri annui si concentrano su temi peculiarmente femminili e biblici. Questa volta siamo state in 9 a raccogliere ed ampliare le suggestive provocazioni di Dorothea Müller. Il tema era “I diversi cristianesimi”, e verteva sulla lettura e quindi commento di testi apocrifi attribuite a donne fra i primi seguaci di Gesù. In particolare abbiamo letto i vangeli apocrifi di Paolo e Thekla, e di Maria Maddalena. Il primo testo, con tratti da romanzo, ha suscitato il nostro interesse per la sua impronta immaginaria di un racconto epico. Il secondo, invece, ha innestato una discussione assai vivace, a causa del contenuto gnostico di difficile comprensione e perché collocava la Maddalena in un ruolo di guida, mal digerito dagli uomini intorno a lei. La parte più interessante dell’incontro è stato il confronto serrato, senza esclusione di colpi, rispetto alle letture storiche dei principi della nostra fede. Un ringraziamento alla casa, sempre calda e accogliente.

Campo pre-cadetti (7-12 anni), dal 22 al 29 giugno. Cavalieri a cavallo dell’assurdo. Sono a ancora aperte le iscrizioni a questo campo. Per tutte le informazioni necessarie si può telefonare al numero 0558652001.

 

Chiese evangeliche metodista e valdese

Dalla Chiesa metodista

Ricordiamo che il culto settimanale nel tempio di via Dei Benci è celebrato ogni sabato alle 18. Per tutte le esigenze di natura pastorale ci si può rivolgere alla pastora Dorothea Müller di Siena (tel. 057740512).

Con particolare amicizia salutiamo, le sorelle: Loretta Secchi e Margherita Gallini. Loretta si è sottoposta nei giorni scorsi a un intervento chirurgico; poco prima di questo intervento Loretta ha dovuto affrontare il lutto per la morte di sua madre. Margherita e stata ricoverata in ospedale e adesso sta affrontando con coraggio e tenacia una serie di terapie volte a migliorare il suo stato di salute. Circondiamo queste sorelle con la nostra preghiera d’intercessione e con il nostro affetto.

 

Dalla Chiesa valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

Due eventi hanno scandito la vita della nostra chiesa nel corso del mese di aprile. Nei giorni 12 e 13 abbiamo ospitato il pastore Giorgio Tourn e alcuni amici della Val Pellice. La sera del 12 abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale “Fina e l’inquisitore”, una splendida meditazione sul ruolo della donna nella chiesa, dal medioevo ai giorni nostri. Il giorno dopo, durante il culto domenicale, il pastore Giorgio Tourn ha predicato sul tema della predicazione, argomento del suo ultimo libro, appena arrivato nelle librerie. Domenica, 27 aprile abbiamo ospitato un numeroso gruppo di fratelli e sorelle delle chiese valdesi di Perrero-Maniglia, Massello e Villasecca. Il loro contributo di preghiera, di canto e di predicazione (il pastore Mauro Pons) ha arricchito notevolmente il nostro culto.

Vorremmo ringraziare anche le persone che in occasione di queste due visite si sono prodigate a preparare i pasti e l’accoglienza per i nostri graditi ospiti.

Desideriamo salutare tutte le persone che per motivi di salute non possono partecipare al culto e alle altre attività di chiesa. Salutiamo con particolare amicizia la sorella Loretta Scarselli-Scatena che ha trascorso diversi giorni nell’ospedale, la circondiamo con la nostra preghiera e con il nostro affetto. Un saluto affettuoso possa giungere a Daniela Scatena, figlia di Loretta.

Riportiamo in seguito le principali decisioni che il Concistoro ha approvato durante la sua ultima seduta. Il Concistoro della Chiesa valdese di Firenze nella seduta del 8 Aprile 2008 visti i numerosi adempimenti assembleari e verificata la compatibilità con il culto ecumenico di Pentecoste (domenica 11 maggio ore 18 Via Micheli), diversamente da quanto proposto nella seduta precedente, ha indetto la prossima assemblea di chiesa Domenica 11 Maggio, in Via Micheli al termine del culto con la consueta prosecuzione nel pomeriggio in via Manzoni dopo l’agape. L’OdG prevede: 1) elezioni di 1 membro del Concistoro, dei delegati alla Conferenza Distrettuale (14-15 giugno), dei delegati al Sinodo (inizio 24 agosto); 2) Discussione e approvazione della relazione morale e finanziaria; 3) rapporti BMV.

Al fine di garantire la massima trasparenza in merito ai suddetti adempimenti elettorali il Concistoro ha deciso di appendere nella bacheca del tempio di Via Micheli tre fogli per raccogliere entro domenica 11 maggio le proposte di candidatura dei membri eleggibili per il Concistoro, la Conferenza Distrettuale ed il Sinodo.

La predisposizione della relazione morale è stata affidata al gruppo di lavoro composto dal pastore Gajewski, il presidente Buttitta e la vice presidente D. Spini che entro il 4 maggio faranno avere la bozza agli altri membri; la versione definitiva da portare alla discussione in Assemblea sarà redatta ed approvata nella prossima riunione del Concistoro convocata per il 6 maggio.

Il Concistoro ha approvato il conto economico 2007 predisposto e illustrato dalla cassiera Riccarda Nardini. In questo ambito è stato deciso che dal 2008 tutti i contributi pervenuti per Ferretti, Gignoro e Gould verranno accorpati in unica voce denominata DVF dato che tali istituti ormai sono aggruppati nella Diaconia Valdese Fiorentina .

Sono stati discussi gli obblighi derivanti dalla legge sul trattamento dei dati personali (196/2003), per i quali senza il preventivo assenso a comparire nella lista espresso formalmente da ciascun contribuente non è possibile diffondere la lista dei contribuenti. Per ottemperare a tale normativa il Concistoro ha deliberato: a) di non diffondere in allegato alla relazione morale e finanziaria la lista dei contribuenti 2007; b) di procedere quanto prima alla raccolta delle autorizzazioni; c) di limitare dal 2008 la composizione della lista pubblica dei contribuenti solo alle persone che avranno dato il loro assenso a comparirvi.

Il Concistoro ha affidato al gruppo composto da Davide Roberto Papini, Valdo Pasqui e Ugo Ricci il compito di coadiuvare Riccarda Nardini nella stesura del bilancio preventivo 2008 da predisporre per la seduta del 6 maggio e da sottoporre all’Assemblea del 11 maggio. A tal fine sono state approvate alcune linee di indirizzo: contributo alla Tavola per la cassa culto 40.600 €, contributo alla Tavola per il fondo emeriti 4060 €, istituzione di un fondo di solidarietà, aumento della voce relativa alla spese per attività locali, raddoppio del contributo per il CCP P. M. Vermigli (omesso nel 2007), consolidamento elenco delle “collette istituzionali”, fondo per spese di manutenzione periodica all’organo, stampa del lavoro storico-inventariale svolto da Alessandra Artini sull’archivio della comunità

Le date delle prossime sedute del concistoro sono il 6 e il 20 Maggio.

 

Lettere alla redazione

 

A proposito della collaborazione ufficiale della Chiesa Valdese di Firenze con l’associazione “Dialoghi”

Cari fratelli, care sorelle

non avete idea di quanto mi dispiaccia personalmente - ma sono sicura che questo è il sentimento di tutti noi di Dialoghi! - per quello che mi è stato comunicato dal vostro pastore riguardo alla eventualità di una vostra adesione alla nostra associazione. Se ho capito bene, sebbene, formalmente, la vostra assemblea non abbia discusso l'argomento "per mancanza di tempo", in realtà prevale ancora una fondamentale mancanza di volontà "politica" ad aderire a Dialoghi. E insomma, di fatto non ne riparlerete più, se non "en passant" fra le varie ed eventuali di una vostra prossima riunione.

Però, siccome io sono una inguaribile ottimista, e soprattutto credo (ben più che nella sempre più stanca e accademica riproposizione del termine "dialogo interreligioso") nella grande forza dei rapporti fra le persone concrete, che sempre (anche in politica!) superano per valore intrinseco quella degli schieramenti a priori, mi permetto di rivolgervi questo interrogativo: siete proprio sicuri che non ci siano più margini di nessun tipo per tentare di riproporre la concreta possibilità di far parte anche voi, insieme alla Comunità ebraica, a quella islamica, e a quella cattolica (variamente rappresentata), nonché all’Amicizia Ebraico cristiana, della nostra Associazione? Che, vi ricordo, è l’unica a Firenze (e, almeno fino all’anno scorso, quando è nata, l’unica in Italia) a vedere unite queste realtà in un unico organismo, da esse delegato a rappresentarle per quanto riguarda la promozione del dialogo, ma anche la realizzazione di altri interventi a favore della nostra comune città. Non solo: che è nata dopo molto anni di attività svolta insieme ANCHE alla vostra comunità.

In fondo si tratterebbe di constatare che non è questione (come mi pare che qualcuno di voi abbia obbiettato) di privilegiare un tavolo per il dialogo invece di un altro dei tanti aperti a Firenze, e cioè di creare “priorità” a scapito di qualcuno. Per un semplice motivo: che il dialogo è sempre è solo UNO, e i vari tavoli servono esclusivamente per articolarlo a seconda delle diverse realtà, dei diversi gruppi umani, delle variegate sensibilità che esistono anche all'interno di una singola città, anche se piccola come la nostra. E che un passo avanti su uno di questi tavoli, è una conquista che si riflette poi inevitabilmente su tutti gli altri, portando avanti l'insieme del dialogo anche laddove in qualcuno di questi luoghi specifici si registrano battute d'arresto.

L'Associzione Dialoghi è nata proprio per superare, con uno scatto di volontà - e anche, certo, un margine di sfida a se stessi e alla propria reale capacità di tenere sempre aperti dei canali di comunicazione con gli altri - l'idea che il dialogo debba essere, per definizione, un confronto logorante, e di partenza, diffidente, come un "terreno di nessuno" rispetto a cui bisogna sempre tenersi aperta, alle spalle, una via di fuga, ovviamente ciascuno la sua. Eppure, come ci insegna il nostro comune Signore, il primo vero e unico passo che stabilisce nella fede un essere umano non è forse, per l'appunto, un atto di fiducia totale nell'Altro, vero e unico paradigma di ogni rapporto umano?

In questi anni, io credo, il nostro cammino, a nostra stessa insaputa e spesso nostro malgrado, si è aperto e ri-aperto davanti a noi proprio perché, di fronte alle tante difficoltà incontrate - l’ultima, anzi, le ultime, come tutti voi sapete, ancora aperte - siamo stati capaci, alla fine, guardandoci negli occhi, e cioè facendoci forti dell’unico gesto che non ha mai bisogno di traduzioni e di interpretazioni, di fidarci gli uni degli altri. Di parlarci sempre con franchezza e confrontare i nostri stati d’animo senza ingombri ideologici né pregiudizi culturali. E di proseguire, poi, sentendoci tutti più saldamente uniti e (paradossalmente: o forse no?) capaci di riscoprire ciascuno con occhi nuovi la bellezza della propria stessa fede. Constatando così come il valore aggiunto di questo nostro minuscolo contributo possa risiedere esattamente nella sua capacità di aggirare, come dentro un piccolo ‘laboratorio’ di fattive relazioni umane, le fasi di stallo del dialogo ‘istituzionale’.

Certo è, come in varie occasioni ci siamo detti, che la vera forza di Dialoghi, e ciò che soltanto può impedirle di arenarsi, dovrebbe stare proprio nel fatto di portarsi dietro dei mondi, non di essere giocata solo sulla buona volontà di singoli individui. Anche se, come è ovvio, l’associazione non potrà che offrire sempre e comunque, e con tutto il cuore, il suo pieno e totale rispetto per qualunque vostra decisione, nonché la sua incondizionata disponibilità ad accogliere chiunque di voi, anche solo a titolo personale, abbia voglia di partecipare all'Associazione, o ai nostri incontri preparatori del ciclo annuale di appuntamenti.

E tuttavia, presumendo di potervi parlare con la confidenza da cui si riconoscono i veri fratelli (nonché inguaribilmente contagiata dalle risorse infinite della Speranza), mi sento di potervi avanzare una proposta: non credete che possa essere utile per tutti un confronto diretto fra Dialoghi e la vostra comunità? Un confronto che non passi, voglio dire, solo da una, o da poche persone, per quanto di altissimo riguardo, bensì aperto a chiunque altro di voi voglia rendersi conto direttamente di cosa è in gioco, e, in una sede ‘aperta’, avanzare tutte le obiezioni possibili, ma anche disporsi ad un sincero ascolto? 

In attesa di una risposta, vi invio un saluto fraterno - Maria Cristina Carratu'

 

Reazioni al numero precedente della “Diaspora Evangelica”

Riceviamo “Diaspora evangelica” ,da tempo e con interessamento da parte mia e se spesso mi impegna in riflessioni e approfondimenti,altre volte mi lascia perplessa. Si veda il numero dell’aprile 2008 che esordisce con la bella testimonianza di Paola Nepi. Si percorrano le belle pagine con la meditazione di Gajewski sulla Pasqua…Ma poi, verso la fine, si trova un trafiletto tratto dall’archivio di Diaspora 1970, 15 Aprile e cosa si va a scavare? La benedizione delle case fatte dai parroci e le discriminazioni fatte per le famiglie protestanti…Le previsioni catastrofiche delle case segnate non si sono avverate, anzi il clero si è adattato, convive con le moschee, cammina con Maometto e Budda; tifa per il monaco birmano o buddista….e via dicendo. Penso ad Abramo, capostipite degli israeliti o a Mosè, venerato come profeta dell’Islam…Penso a Magdi Allam che sceglie un nuovo battesimo a rischio della vita. Quando il Signore ci tocca!

Sono figlia di padre valdese e madre convertita all’evangelismo di Valdo. Ho vissuto le atmosfere severe dei vostri luoghi di culto domenicale; vedevo le pareti spoglie, i versetti e la loro spiegazione durare per ore…e pensavo a quanto l’arte avesse,invece,una visione grandiosa seppure fantasiosa del Cristo e dei santi, della Madonna.

I miei genitori non mi hanno mai imposto il loro credo ed io attraverso gli anni (65, ormai) sono rimasta cattolica. Rammento anche una Santa Cena alla quale partecipai, presente il vescovo Valentinetti, il pastore. Ci tenevamo per mano in cerchio, tutti calati nella profonda attesa.

Perché da voi si vivono anche momenti molto belli. Ed io perché non ho scelto di appartenervi? Penso  forse abbia avvertito in voi una certa “puzza al naso”, chiusi nel vostro piccolo gregge …io invece da cattolica mi sono sentita, come dice Gajewski sulla Pasqua, rigenerata  nel Signore che opera per mezzo di Gesù Cristo…voi dite “nelle persone credenti”…Chi sono i credenti? Il senso della Pasqua, non solo passaggio dalla morte alla vita, è questo Dio che ri-crea in ogni momento la nostra esistenza…Se l’ ha fatto per me, credo, dunque che lo faccia per tutti i credenti! Non sono teologa e certo mi si potrà obbiettare la mancanza di preparazione dottrinale e la necessità di essere ligia al dettato biblico, lo so.

Nei Corinzi Cap1(2,11-14), si legge “Nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito Santo e coloro che hanno ricevuto lo Spirito di Dio”. Il credente le percepisce per fede.”Se dunque uno è in Cristo,è una creatura nuova”,vero?

Un altro articoletto mi ha lasciato un po’ d’amaro in bocca: L’ecumenicamente scorretto di R. D. Papini, un pezzo degno di “Striscia la notizia”. Sembra di vedere Valerio Staffelli che consegna il tapiro d’oro ai fans di Padre Pio. Ma vi chiedete perché(teologia della disperazione dite)..perchè tanta umanità guardi al volto del monaco del Gargano. Personalmente ero contraria ad una tale riesumazione ritenendola vilipendio di cadavere, ma all’interno di tante confessioni quante diversità di pensiero!

Essendo voi lo zoccolo duro del mondo evangelico, colti, aperti al sociale, alle differenze, suggerisco di dimostrare tolleranza: avete di meglio che trattare stupidità del genere. L’assoluto rispetto di tutto ciò che è biblico, deve indulgere anche ad una maggiore rispetto del pensiero altrui. Ogni giorno stacco il foglietto dal vs calendario e godo delle belle parole, ogni sera mi addormento con le letture bibliche da “Un giorno una parola”. Qui trovo l’ecumenismo da Esenin a Florenskij,da Tillon a Kierkegaard, dalla preghiera africana ai rabbi. Ma se “l’essere assetati di Dio è il nostro compito in questo mondo”(Rabbi di Brezlav) non toglieteci la sete!

Vogliamo ascoltare parole edificanti in questo mondo di sofferenze inaudite,di parte del pianeta indigente  a fronte di un consumismo sfrenato di un pugno di uomini. Bisognerebbe pregare tutti insieme con le parole di Jorg Zink : “Signore ti consegno le tante domande alle quali malgrado tutti i miei sforzi non so rispondere”. Non me ne vogliate, non volevate una rubrica in cui i lettori possano dire la loro?

Diana Luciani, Termoli (CB)


Dall’archivio della DIASPORA (15 marzo 1984)

 

Non temere, piccolo gregge… (Luca 12,32)

di Franco Giampiccoli

 

Piccolo gregge. Lo siamo stati sempre. Lo saremo forse ancor più? Chissà. L’importante è ricordare che per il messaggio biblico il numero piccolo ha un valore non negativo, bensì positivo. Su cosa predicava Dietrich Bonhoeffer, all’indomani della presa di potere di Hitler, a una massa di studenti esaltati o disorientati? Su Gedeone che rovescia gli idoli ed è costretto a ridurre i suoi uomini fino a un numero ridicolo, perché sia chiaro a chi appartiene la vittoria. I grandi numeri lasciamoli serenamente a chi voglia usarli per trasformare i privilegi in diritti. Ma guardiamoci dal farlo con orgoglio. Non è con orgoglio che si può ricevere questa parola di Gesù, ma solo con stupore riconoscente, scoprendo che come sul piano individuale egli va in cerca particolarmente dei minimi, così sul piano collettivo è al piccolo gregge che egli rivolge il suo affettuoso appello. Perché? Perché ecco: solo dal contrasto tra la piccolezza del gregge e la grandezza della promessa può risaltare adeguatamente il modo di essere di un Dio che sovverte le sicurezze, le certezze, le posizioni acquisite, le autosicurezze e le supergaranzie.

 

Alcuni principali appuntamenti nel mese di Maggio:

 

 

7 maggio (mercoledì), Centro comunitario di via Manzoni, alle 17.30: Conferenza-dibattito “Antisemitismi e antigiudaismo”.

 

8 maggio (giovedì), Pistoia, Palazzo della Provincia, alle 21, conferenza pubblica dedicata alla Riforma protestante in Italia.

 

11 maggio (domenica), Assemblea di chiesa, dalle 10.30, con il pranzo comunitario. Alle 18, nel tempio di via Micheli la serata di preghiera ecumenica in occasione della Pentecoste

 

14 maggio (mercoledì), Sala Brunelleschi – Istituto degli Innocenti, alle 21: concerto interreligioso, organizzato dall’associazione “Dialoghi”

 

16 maggio (venerdì), Centro sociale evangelico, via Manzoni 21, dalle 15: Festa di primavera, organizzata dal gruppo del Centro diurno di riabilitazione

 

18 maggio (domenica), Assemblea del X Circuito

 

28-29-30 maggio (giovedì-venerdì-sabato), Centro sociale evangelico, via Manzoni 21, dalle 15 alle 18: vostra e vendita dei lavori eseguiti dal gruppo del Centro diurno di riabilitazione

 

30 maggio (venerdì), Tempio valdese di via Micheli, alle 20.30: serata di musica con Choral Society di Greensboro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

Direttore ai sensi di legge: Gabriele De Cecco

 

Direzione, redazione:

Via Manzoni, 21 – 50121 Firenze

Tel.: 0552477800

pgajewski@chiesavaldese.org

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

 

Direttore responsabile: Pawel Gajewski

In redazione: Francesco Liedl e Roberto Davide Papini

 

Reg. Tribunale di Firenze, 16 ottobre 1967, n. 1863

 

Ciclostilato in proprio – Diffusione gratuita

 

Spedizione in abbonamento postale

Comma 20/C, art. 2, L. 662/96 – Filiale di Firenze

In caso di mancato recapito restituire al mittente, che si impegnerà a corrispondere la relativa tassa presso l’Ufficio P.I. di Firenze