Diaspora evangelica

Mensile di collegamento

informazione ed edificazione

Anno XLIII – numero speciale 7-8-9 – luglio-settembre 2010

 

L’ISPIRAZIONE

Ada Meille*

 

Io non so come fu: venne di notte

Forse meco dai regni d’oltre terra

Ed alba bussò alle semichiuse

Porte.

L’udii ben chiaramente e il cuore

Mi tremò: così dolce il suo saluto

Così soave il canto!

Splendida e pura la visione alata!

… «Or sai – mi disse – e tu ripeti al sole».

Il sole entrò di balzo nella stanza.

Vibrava in me come una nota d’arpa

L’eco divina. Risuonava ancora

Ma più fievole sempre e sempre più.

Il monito lasciato nel partire

quello insisteva:

              «Bada: IO non son tu!».

 

*Dal volume “O paese, paese, paese…, Torre Pellice, Claudiana, 1964

In questo fascicolo:

·         Meditazione biblica di S. Tocci

·         Il naso tra i libri di S. Rivedi Pasqui

·         Temi di attualità: l’art. 41 di R.D. Papini

·         Dalle opere e dalle chiese evangeliche fiorentine

·         Ecumenicamente (s)corretto di R. D. Papini

·         Agenda delle chiese

 

Editoriale

Nella Chiesa valdese di Firenze come in una larga parte delle famiglie italiane le ristrettezze economiche hanno un peso notevole. Il rimedio più comune è di solito la parsimonia nelle spese. La nostra circolare DIASPORA EVANGELICA rientra perfettamente in questo paradigma.

Ho fatto questa premessa per comunicare a tutte le persone che la leggono (e talvolta anche apprezzano) che a causa di uno sproporzionata aumento delle spese postali da 0,06 a 0,24 euro a copia, la redazione e il concistoro di Firenze sono stati posti davanti alla necessità di prendere decisioni piuttosto difficili.

Parliamo prima dei numeri. Grazie alla generosità dei nostri lettori possiamo contare su un insieme di offerte che ammontano a 400 euro. Le copie distribuito per mezzo della posta ammontano attualmente a 700 ca. E' facile calcolare che ogni singolo invio mensile costa 182 euro, senza contare le spese per la carta: 17 risma per ogni numero (700 copie X 12 fogli = 8400 fogli + 100 fogli di scarto = 8500). Chi scrive queste righe è particolarmente sensibile a questo argomento e quindi ha proposto di utilizzare la carta riciclata che tutela un po' meglio le risorse naturali del pianeta costando però anche di più.

Avremo così DIASPORA EVANGELICA con meno pagine e con una notevole riduzione delle copie inviate per mezzo postale. Come redazione cercheremo però di migliorare costantemente la qualità dei testi pubblicati. Chiediamo a coloro che ci leggono due cose:

·        rinunciare alla copia cartacea comunicandoci l'indirizzo di posta elettronica (in alternativa si può leggere e/o scaricare DIASPORA direttamente dal sito www.firenzevaldese.chiesavaldese.org);

·        sostenerci economicamente aumentando le offerte (IBAN: IT70 Z030 6902 8001 0000 0011 575; BIC (Swift Code) - BCITITMM oppure il conto corrente postale 16099509).

Vi ringrazio per la collaborazione, augurandovi di un’estate veramente serena. (p.g.)

 

 

Il movimento dell’amore: I Giovanni 5,1-4

Simona Tocci

 

Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

 

Non è facile parlare di questi pochi versetti, non è facile inquadrarli nel loro contesto e, soprattutto, non è facile entrare nella loro densità, nello spessore del loro contenuto. Siamo davanti alla complessità di un linguaggio che ci lascia leggermente smarriti, e devo ammettere pure che questa non è una lettura che si presta ad essere facilmente ascoltata senza il testo di riferimento da seguire. In definitiva, è davvero arduo estrapolare pochi versetti e analizzarli senza tener conto del contesto complessivo dello scritto che si presenta come un unico ampio discorso che si sviluppa per ellissi con riprese e ampliamenti di pochi ma fondamentali concetti. Uno stile che il nostro autore eredita dal Vangelo di Giovanni a cui è accomunato, secondo la comune tradizione. Linguaggio denso, stile corposo in cui i concetti si rincorrono in spirali di significato sempre più ampio. Lontano da un linguaggio e da uno stile fluido e piano, qui il tono è tutto concentrato, a tratti involuto, come di uno che ha fissato mente e cuore su un solo ed unico pensiero e attorno ad esso, costruisce la sua dimensione esistenziale di credente. Più che davanti ad una lettera, così come viene tradizionalmente intesa, sembra di essere davanti a una meditazione. Basta vedere l’incipit strutturato sulla trasmissione di una consapevolezza nata dalla contemplazione, più che dalla riflessione, sul Verbo della vita, che l’autore ha udito, veduto, contemplato e, infine, toccato.

Fare questo tipo di puntualizzazioni sul testo della predicazione corrente e soffermarsi su certi aspetti di tipo formale e stilistico, non è un esercizio inutile, neppure in un sermone. Il modo di comunicare è, in questo caso, tutt’uno con il contenuto del messaggio; nella nostra lettura la forma è il messaggio stesso. Perché intento, neppure nascosto, del nostro autore è portarci nel suo mondo per condividere la sua fede e la sua speranza, perché anche noi, con lui, possiamo ritrovarci nella dinamica totalizzante di una scoperta che deve destare stupore e meraviglia. E’ la consapevolezza del reale amore di Dio a incantare il nostro scrittore, come un pensiero dominante che attraversa tutta la lettera nel segno di una meraviglia che si rinnova.

Questa breve lettera in stile parenetico, nasce sostanzialmente per difendere i credenti da false dottrine che cominciano - siamo attorno al 100-110 d.C. - ad inquinare l’ortodossa fede in Gesù Cristo e nel reale significato della sua incarnazione e della sua opera di salvezza. Quella che abbiamo letto costituisce la parte conclusiva dello scritto, l’autore sta traendo le conclusioni del suo discorso e in pochi versetti concentra un programma di vita per il credente scandito da quattro verbi: credere, amare, conoscere e osservare. Questi verbi hanno un oggetto loro proprio. Credere che Gesù è il Cristo, amare Dio (colui che ha generato) e amare i fratelli (coloro che sono stati generati), conoscere (avere esperienza e consapevolezza) di amare Dio, nell’amore pratico dei fratelli, osservare i suoi comandamenti (amatevi come io ho amato voi). Ecco, questo è il cuore del messaggio della lettura. Vediamola un po’ più da vicino. Cerchiamo un’attualizzazione di questo comandamento antico, che è stato trasmesso fin da principio.

Il messaggio che distingue il pensiero dell’autore, è ripreso direttamente dal comando unico che il Gesù giovanneo ha lasciato ai suoi, come un segno di riconoscibilità della loro sequela di Cristo: amatevi come io vi ho amato, fino alla fine, da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, perché solo nell’amore reciproco si verifica il nostro amare Dio.

Ma questo per quanto ben noto, è il comandamento che l’autore sente il bisogno di ripetere, perché si rinnovi l’adesione del credente, si rifaccia di nuovo memoria dei gesti e delle parole di Colui che lo ha trasmesso al principio. Perché nella fede come nell’amore, nulla è mai scontato, nulla è mai detto per sempre, una volta per tutte. Nella fede come nell’amore, noi costruiamo, o cerchiamo di costruire, un rapporto personale, esistenziale, vitale con Gesù, il Cristo. E come tutti i rapporti anche questo è sottoposto, per nostro limite, all’usura del tempo, alla pigrizia, alla monotonia dell’abitudine, alle vicissitudini della vita, ai contrasti e alle incomprensioni. Abbiamo bisogno continuamente di rinnovamento interiore e di tornare alle opzioni fondamentali delle nostre scelte. Questa è la nostra esperienza quotidiana: la difficoltà di amare gratuitamente, sperare, credere, perseverare. Sì, credere, amare, conservare la consapevolezza delle nostre scelte e osservare i comandi che ci sono stati trasmessi e ci vengono ricordati in questa lettura odierna., è duro, impegnativo e stancante. L’esperienza comune della nostra vita sembra contraddire quello che la Parola di Dio ci dice: “i suoi comandamenti, non sono gravosi”. Perché, ci assicura questa parola, non sono gravosi, mentre la nostra vita ci dice il contrario?

In realtà, la situazione va vista da un’altra angolazione che è la stessa lettura a suggerirci poco prima. Solitamente siamo abituati a considerare il nostro rapporto con Dio e con i fratelli a partire da noi, quello che siamo e non siamo, da quello che possiamo e non possiamo. Abbiamo dimenticato semplicemente quello che caratterizza il cristianesimo in maniera specifica e cioè che l’iniziativa parte da Dio e non dall’uomo. Da Dio comincia quel momento di amore esclusivo e gratuito che dovrebbe contrassegnare la nostra esperienza religiosa.

“In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio...”; è lui che ci ha parlato per primo, ci ha chiamato, è sceso verso di noi, abitato con noi. Lui ci ha amato per primo al di là di ogni nostra iniziativa. Tutta la Scrittura ci descrive questo movimento di discesa di Dio verso l’uomo per coinvolgerlo nella dinamica di un rapporto d’amore. Occorre allora un cambio di prospettiva e accogliere la giusta direzione dell’amore che fa di noi degli amati, prima di essere degli amanti. Nella nostra logica egocentrica, può rischiare di sfuggirci il contenuto stesso del kerygma cristiano: tutto parte dall’iniziativa gratuita di Dio, e la caratteristica dell’amore che dobbiamo imparare ad accogliere, è il suo essere incondizionato e gratuito; l’amore di Dio è, infatti, preveniente, libero, stabile e fedele. Questi comandamenti non sono gravosi, se con fiducia mi abbandono all’amore di Dio, se da Lui imparo l’amore, se rispetto il suo giusto movimento, entrerò in una dinamica propensione di attenzione, cura, responsabilità dell’altro come fratello amato, generato da Colui che ha amato me per primo.

Anche la fede, di cui ci parla questa lettura, è risposta umana alla domanda di Dio, è la mia fiducia personale nell’ annuncio che esiste una parola e una verità che hanno vinto il mondo. Il mondo di cui ci parla la lettera, non è certo quello creato, desiderato da Dio, come luogo buono, bello di sviluppo armonico e pacifico, ma è, invero, l’antitesi stessa di Dio, il suo opposto speculare. E’ ingiustizia, egoismo, oppressione, prepotenza, schiavitù morale e fisica, tutto ciò che fondamentalmente non è generato dal movimento dell’amore; è opera di morte e dolore e non di vita. Questo è il mondo da vincere con la nostra fede, un mondo che va denunciato prima dentro di noi e poi attorno a noi, come credenti singoli e come comunità, soprattutto. A questa fede è assicurata la vittoria. Anche qui la nostra esperienza potrebbe contraddire l’annuncio. Vedo attorno a me una realtà così distante da Dio che potrei aver paura anche solo ad iniziare la battaglia e, a volte, la tentazione è allinearmi e cedere all’onda dominante che trascina la realtà di questo mondo: seguire l’andazzo generale, insomma, invece di continuare ad operare scelte concrete basate sul Vangelo di Cristo. La resistenza è assicurata anche qui da un cambio di orientamento. Se tutto dipendesse da me, infatti,neppure sarei qui a parlare. Ma mi è stata donata una fede che è in grado di combattere. Paolo in una bellissima esortazione della lettera agli Efesini descrive il credente cristiano con l’immagine di un guerriero ben armato con le armi che Dio gli ha fornito (Ef 6,13-17), perciò “tutto posso in Colui che mi dà la forza”. Ecco il contenuto della speranza e la certezza della fede che vince il mondo: la sua forza non la mia, la sua fedeltà, non la mia, il suo stabile disegno d’amore, non l’evanescente desiderio del mio cuore. L’uomo può in quanto si lascia amare, in quanto lascia che la forza di Dio combatta. Questa è anche la responsabilità umana davanti al mondo: permettere a Dio di continuare la sua battaglia a favore dell’uomo, per l’uomo, accompagnarlo nel duro cammino della vita. Il Padre che ci ha amati per primo, ci precede nel Signore Risorto e nella forza dello Spirito, per tracciare nel mondo cammini di pace, speranza, giustizia  e solidarietà. Questa è la fede che ha vinto il mondo!

 

Una scrittrice ritrovata

Sara Rivedi Pasqui

 

Dolores Prato (Roma 1892 – Anzio 1983) è una grande scrittrice del novecento italiano quasi obliata, per troppo tempo lasciata nell’ombra e finalmente, dopo sedici anni dalla morte, riscoperta, rivalutata dalla critica e ristampate le sue opere più significative, Campane a San Giocondo e Giù la piazza non c’è nessuno, autentico capolavoro scritto dall’Autrice a circa novant’anni. La sua vita e la sua opera letteraria sono speculari poiché ambedue segnate dall’abbandono materno. La scrittrice infatti nasce da una relazione extraconiugale, viene messa a balia, trascorre un periodo di tempo in brefotrofio, infine approda a Treia, una cittadina in provincia di Macerata, nella casa di un anziano zio prete che vive con una sorella, ambedue accetteranno senza entusiasmo di prendersi cura di lei. L’origine e la nascita di Dolores Prato sono avvolte nel mistero, tutto è impreciso e vago, le notizie biografiche sono contraddittorie e pure gli zii che l’accolgono hanno un passato che alla scrittrice resterà sempre oscuro, certamente un avvenimento sconvolgente li ha costretti ad abbandonare il paese natio ed a trasferirsi nella piccola località marchigiana. L’Autrice parlando di sé dichiara di essere “spuntata da un ramo di antichissima nobiltà innestato con un poderoso ramo israelita” dunque di essere “una bastarda”non solo biologicamente, ma anche culturalmente poiché educata da uno zio illuminista, soffocata “dall’educazione cattolica” ricevuta in convento e subita per volontà di una zia estremamente osservante. Di più non è possibile sapere, la sua resta una vita elusiva, sfuggente tanto che i biografi ne offrono due versioni. L’abbandono della madre, l’esclusione dalla famiglia di origine, la disaffezione della zia o piuttosto l’indifferenza che le dimostra, l’accoglienza ostile e sdegnosa riservatale dalla buona borghesia treiese le procureranno un vulnus che mai si rimarginerà, anzi susciterà nella scrittrice una estraneità all’ambiente circostante poiché capisce di non appartenere ad alcun luogo e ad alcuna persona. La sua vicenda umana si intreccia con quella letteraria, per mezzo della scrittura essa tenta di ricomporre i frammenti della sua personalità così offesa e dolente, ne nasce quel libro straordinario un po’ autobiografia, un po’ cronaca, un po’ romanzo che porta il titolo Giù la piazza non c’è nessuno da cui traspare il senso di desolazione e solitudine che pervade lo spirito dell’Autrice. Dolores Prato rievoca minuziosamente anche se con discontinuità, cioè passando da un argomento all’altro, gli anni vissuti presso gli zii, a Treia, descrivendo personaggi, avvenimenti, tradizioni popolari, celebrazioni religiose, arti e mestieri dei treiesi, botteghe e negozi, strade, piazze e chiese. Il libro dal tono elegiaco segue il filo della memoria ricostruendo le sensazioni che la scrittrice bambina ha provato, le suggestioni, gli smarrimenti, gli stupori, il fantasticare ad occhi aperti e soprattutto disvelando l’ardente desiderio di ricevere attenzione, ascolto, tenerezza per sentirsi una persona e non “un pacco ingombrante di cui nessuno sa cosa farsene”. Dal libro emergono ben delineate le figure degli zii: il parroco placidamente sorridente e sereno in ogni circostanza, generoso verso la sorella, protettivo verso la bambina, un po’ artista e un po’ inventore, la zia invece sempre lontana e chiusa nel suo passato misterioso e doloroso, ma molto attenta a mantenere vivi i rapporti relazionali con alcune famiglie importanti del paese.

La peculiarità di questo libro sorprendente, stupefacente, a tratti struggente è rappresentata dalla lingua poiché Dolores Prato sovente ricorre a termini dialettali treiesi quasi che la lingua parlata dal popolo di questa cittadina sia la sua lingua materna,le espressioni rivelatrici del vissuto quotidiano dell’umile gente costituiscono l’innervatura del testo, sono vere e proprie epifanie offerte al lettore, simili a gemme incastonate nella lingua letteraria che non creano dissonanze, anzi permettono d’immergersi nel tempo e nei luoghi che “la bambina” rievoca. Giù la piazza non c’è nessuno viene pubblicato per la prima volta nel 1980 (Einaudi) in forma assai ridotta da Natalia Ginsburg che vi apporta anche numerose correzioni lessicali, ma l’Autrice non era una illetterata, anzi aveva insegnato in un liceo materie letterarie fino alla promulgazione delle leggi razziali. Probabilmente allora non fu capito il significato del suo linguaggio. Nel 1997 il libro viene pubblicato, per la prima volta, in forma integrale per merito di Giorgio Zampa che ne cura la riedizione. Nel 2009 la casa editrice Quodlibet lo ripropone, quale opera letteraria, all’attenzione della critica e del pubblico.

Bibliografia

Giù la piazza non c’è nessuno, Quodlibet, 2009, pp.702,€28
Campane a San Giocondo, Avagliano, 2009, pp.309, €15.

 

 

Temi di attualità in una prospettiva protestante: l’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana

Roberto Davide Papini

 

L'anno dedicato ai 500 anni dalla nascita di Giovanni Calvino (il 2009) è stato per noi protestanti riformati un'occasione importante per gettare qualche seme “alternativo” all'interno di una società italiana dove concetti di responsabilità sociale dell'impresa ed etica del lavoro sono piuttosto assenti. Non abbiamo certo potuto incidere più di tanto (non ne avevamo i mezzi) ma i nostri “semini” calviniani li abbiamo gettati. Ma proprio perché sappiamo che tanta, tantissima strada c'è da fare su questo piano appare un po' preoccupante la smania del premier Silvio Berlusconi di riformare l'articolo 41 della Costituzione per dare più libertà all'iniziativa economica. L'articolo 41 recita: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Secondo Berlusconi questo articolo è frutto dell'impostazione “cattocomunista” della Costituzione. Personalmente non sono cattolico (e tantomeno comunista), non ritengo la Costituzione una carta immodificabile tipo le tavole di Mosè, sono di ispirazione liberale e concordo sul fatto che in Italia ci siano troppi vincoli all'iniziativa economica privata, ma mi preoccupa questa proposta di modifica. Prima di tutto perché fior di economisti (certo non cattocomunisti) hanno già chiarito che i lacci e lacciuoli che frenano le imprese non sono derivanti da quell'articolo e anche cambiandolo resterebbero. In secondo (e più importante) luogo proprio perché questo articolo fissa un concetto che (probabilmente in modo involontario) è anche molto “calvinista”, ovvero il legame che c'è tra lavoro e responsabilità sociale, economia ed etica. Che non vuol dire porre eccessivi vincoli di tipo burocratico e fiscale, ma vuol dire riconoscere che l'impresa deve certo portare al profitto di chi la guida, purché non a scapito della sua responsabilità sociale. Ecco, in tempi in cui questo concetto è così poco praticato, in cui corruzione e uso personale del potere e delle risorse pubbliche (figuriamoci di quelle private!) sono all'ordine del giorno, togliere anche il minimo riferimento al legame tra economia e responsabilità potrebbe essere ancor più devastante.

 

dalle opere e dalle chiese evangeliche di firenze

 

“CRISTO E’ LA RISPOSTA” IN TOSCANA

Paul T. Schafer

Dopo tanto travaglio decisionale finalmente, nei primi giorni di novembre 2009, la tenda evangelica “Cristo è la risposta” è giunta a Bagno a Ripoli (comune di circa 25.000 abitanti ubicato immediatamente al confine meridionale del capoluogo toscano). La tenda evangelica giunge finalmente in Toscana, dopo oltre 4 anni passati nel Lazio, a contatto con le molteplici realtà sociali e spirituali di una città come Roma, piena di contraddizioni, come tutte le metropoli.

La realtà del Lazio si differenzia molto dalla realtà di una regione industre come la Toscana, la realtà di una regione sempre dominata da governi locali che uniscono il buon governo al contatto quasi quotidiano con i cittadini, cittadini che partecipano attivamente alla vita e all’attività politica locale.

Nei primi momenti, appena avviata la pratica con la richiesta inoltrata al Comune di Bagno a Ripoli, e per alcune settimane a seguire non nascondo che lo scoraggiamento talvolta pareva prendere il sopravvento su tutti, responsabili e anziani del Gruppo in testa; l’ottenimento dei permessi necessari a fare in modo che il trasferimento dal Lazio (eravamo ubicati a Civitavecchia, sulla costa Laziale; con un permesso in scadenza, e davvero non sapevamo dove saremmo stati per il prossimo inverno) pareva cosa quanto mai lontana nel tempo, ogni giorno un nuovo ostacolo pareva frapporsi fra noi e la Toscana, pratiche burocratiche difficilmente sbrigabili, l’opposizione della popolazione locale, che vedeva con sospetto l’arrivo di una nuova comunità di cui non conosceva l’operato; si era arrivati a temere ricadute sul piano economico, ambientale e sociale difficilmente controllabili.

Un giorno, poi, con l’impegno del sindaco Luciano Bartolini e di svariati funzionari del municipio si è arrivati a organizzare un incontro nei locali della Biblioteca Civica, con la presenza di tutte le associazioni di volontariato operanti in zona, incontro di cui si è vista immediatamente l’utilità pratica; tutto si risolveva nel migliore dei modi, e il bollettino comunale pubblicava un articolo in cui lodava l’opera della nostra comunità itinerante e chiedeva ai ripolesi tutti di accogliere questa nuova comunità nel loro territorio.

Dopo un primo, peraltro comprensibile, momento di sospetto venivamo accolti quasi a braccia aperte dalla comunità ripolese e dalle altre comunità della zona.

Iniziamo così a operare in questa zona, iniziano le prime evangelizzazioni, prima soltanto nel territorio di Bagno A Ripoli (un territorio comunque molto vasto, nonostante la scarsa densità abitativa) e poi si inizia l’evangelizzazione in gruppo, con trasferte che toccano di volta in volta paesi quali Pontassieve, Impruneta, Figline Valdarno, San Casciano Val di Pesa, Pelago, tutto il territorio comunale di Firenze, Scandicci e altri paesi prospicienti Firenze.

Incontriamo come capita spesso un certo disinteresse nelle persone che di volta in volta incontriamo, ma sappiamo nel contempo che a noi non spetta certo giudicare l’andamento di un’evangelizzazione, il nostro dovere è quello di seminare la Parola, la Buona Novella.

Nel contempo, sotto la tenda evangelica venivano organizzate varie attività, che andavano ad affiancarsi al consueto culto serale (culto che vedeva comunque un certo seguito, specialmente nei primi tempi di permanenza della tenda qui a Bagno A Ripoli); le principali di queste attività si svolgevano lungo l’arco di tutti i mesi che vanno da dicembre a giugno, e comprendevano due matrimoni che vedevano una vastissima partecipazione, anche di non credenti, incuriositi da questa novità.

Da segnalare anche, tra le attività svolte, un incontro serale che si è avuto con il Sindaco di Bagno a Ripoli, il vice sindaco, rappresentanti della Giunta e del Consiglio Comunale, e rappresentanti delle diverse organizzazioni operanti sul territorio (associazioni di volontariato, rappresentanti delle forze dell’ordine, della Biblioteca Civica, dell’Ospedale Civile “Santa Maria Annunziata, e altre svariate organizzazioni), oltre a vari pastori delle chiese evangeliche della zona di Firenze. Questo incontro si concludeva in modo conviviale con una cena che dava l’occasione di trascorrere un periodo di tempo di circa tre ore parlando del Signore Gesù Cristo e proponendo la Buona Novella a svariate persone che raramente avevano avuto l’occasione di approfondire un tale discorso.

Il giorno 28 Marzo (Domenica delle Palme) aveva luogo un incontro di celebrazione interdenominazionale, che vedeva la partecipazione di un folto pubblico proveniente dalle chiese fiorentine e della provincia e che si concludeva la sera con l’inizio dell’impegno di preghiera continua “24/7” presso la Loggia Del Porcellino, in pieno centro cittadino, anche in questa occasione si aveva la possibilità di evangelizzare diverse persone.

Invece il giorno 23 Maggio (giornata di Pentecoste), aveva luogo sotto la tenda evangelica un incontro (inserito nella Giornata di Preghiera Globale, una giornata che vedeva impegnati in preghiera oltre 200 milioni di credenti di 206 diverse nazioni) e che vedeva una folta partecipazione di credenti di svariate denominazioni e chiese.

L’accoglienza da parte delle diverse chiese (denominazioni storiche e non) della città fiorentina e della provincia è andato oltre le nostre più rosee aspettative; la disponibilità di fratelli e sorelle nel porgere il loro aiuto e la loro fraterna ospitalità è stata oltremodo encomiabile.

Durante la nostra permanenza la vista del campo suscitava la curiosità anche di alcuni giornalisti di testate locali che, attraverso incontri e interviste con alcuni responsabili, si informavano accuratamente sulla nostra attività e pubblicavano volentieri esaustivi articoli su diverse testate locali.

Alcuni missionari svolgevano anche, durante la permanenza della tenda evangelica qui a Bagno A Ripoli, svariati piccoli lavori di utilità sociale richiestici dal Comune stesso, si provvedeva a riverniciare alcuni impianti del vicino plesso scolastico, l’intera recinzione della Biblioteca Civica, ripristinando anche la copertura di alcuni gazebo installati nel giardino della Biblioteca stessa e si provvederà alla costruzione di un passaggio ciclopedonale che va dal posteggio della locale Stazione Carabinieri all’ingresso dell’Ospedale “Santa Maria Annunziata”; tutto questo riscuoteva il plauso delle autorità municipali in testa e dell’intera popolazione ripolese.

Al momento in cui scriviamo ci accingiamo a spostare il nostro campo a Lastra a Signa, sempre in provincia di Firenze, (lo spostamento inizierà il prossimo 28 Giugno), allo scopo di iniziare, con l’aiuto del Signore, una nuova campagna evangelistica che investirà le province di Firenze, Siena e Pisa.

L’occasione è gradita per porgere un ulteriore, doveroso e sentito ringraziamento a tutti i Pastori, gli anziani, i responsabili e i membri delle diverse chiese evangeliche di Firenze e della provincia e di invocare su di loro e sulle loro famiglie le più ampie benedizioni del nostro comune amorevole Padre celeste.

 

Il Camper dell’amicizia con il popolo Rom e Sinti, tappa di Firenze, 17 giugno 2010

A cura di Anna Maffei e Dunia Magherini

 

Pregare con attenzione, vigilare con devozione, progettare con speranza: questo è stato il tema della tappa fiorentina del Camper dell’amicizia con il popolo Rom e Sinti. Una serata all’insegna dell’informazione, della meditazione e della convivialità alla quale hanno preso parte le diverse chiese e opere evangeliche organizzatrici (vedi programma, ndr) con la partecipazione di associazioni del volontariato laico, cattolico ed evangelico.

Dopo il benvenuto del pastore Raffaele Volpe al microfono si sono avvicendate voci, analisi e testimonianze, sulla situazione di Firenze in merito alla presenza Rom e Sinti. Come già aveva denunciato oltre 10 anni fa l’autore di Sostiene Pereira, Antonio Tabucchi, Firenze è sì città del Rinascimento e di lunga e consolidata tradizione democratica e progressista, ma questo non la rende immune dal germe del razzismo e della disumanizzazione che si insinua nelle pieghe del vivere quotidiano, di cittadini e istituzioni, quando si ha a che fare con Rom e Sinti e con le politiche di “bonifica del territorio” (espressione orribile dalla valenza lugubre che le autorità cominciano ad usare con tono neutrale e freddo).

Così Mercedes Frias, evangelica ed ex parlamentare, ha raccontato il contesto culturale e istituzionale in cui drammaticamente viene e collocarsi lo sgombero illegittimo e violento del 15 gennaio 2010 nell’area Osmatex sul territorio del comune di Sesto Fiorentino. Con la temperatura a diversi gradi sotto zero, alle 5 del mattino, circa 120 Rom di nazionalità romena furono sgomberati dalle ruspe. Tra di essi alcuni neonati, bambini, donne in gravidanza, qualche disabile in carrozzella, diversi anziani. Il Comune di Sesto Fiorentino aveva predisposto l’accoglienza di una minima parte della comunità sgomberata. La maggior parte di essi trascorse 2 notti al gelo, con le associazioni di volontariato (tra le quali MEDU – Medici per i Diritti Umani) e la stessa Mercedes Frias, impegnati in mille telefonate nel tentativo di attivare un intervento umanitario da parte delle Istituzioni. Le porte rimasero chiuse, con le autorità protagoniste di un imbarazzante scarica barile delle responsabilità.

Il rifugio d’emergenza fu offerto dalla Chiesa Valdese di Firenze che aprì le porte del suo tempio il 17 gennaio e accolse 85 degli sgomberati. Altri nel frattempo avevano trovato accoglienza nella rete della solidarietà attivata dalla comunità cattolica delle Piagge, da sempre in prima linea sul terreno dei diritti delle marginalità e della qualità della vita nelle periferie.

Il gesto della Chiesa Valdese, la risolutezza del suo concistoro e del suo pastore Pawel Gajewski, fece scattare la rete di volontari provenienti dalle altre chiese evangeliche cittadine: dai battisti, agli avventisti, ai metodisti, dall’Esercito della Salvezza all’Assemblea dei Fratelli.

Dall’esperienza dell’emergenza Osmatex è nato un percorso di progettazione per una presenza più stabile e strutturata come lo Sportello Migranti promosso dalla stessa Chiesa Valdese illustrato dalla diacona Paola Reggiani, o come l’associazione informale di famiglie evangeliche e cattoliche che sul territorio del comune di Bagno a Ripoli, insieme ad una Parrocchia, si fanno carico dell’inclusione sociale di alcuni nuclei Rom: è quanto raccontato da Marco Bouchard.

E che dire della creativa e lungimirante azione di valorizzazione delle arti e dei mestieri da parte dei Rom nella cura del Cimitero Evangelico “degli Inglesi” inventata da suor Julia Bolton e dalla sua associazione presente sia a Firenze che in Romania? Un progetto profeticamente definito “dalla tomba alla culla” che ha consentito sia la ristrutturazione di case in Romania, sia l’elaborazione di testi utili alla formazione professionale in romeno, romanì, italiano e inglese.

Andrea Bassetti ha raccontato il lavoro pluriennale dell’associazione “MEDU – Medici per i Diritti Umani” e del loro Camper itinerante per i campi Rom dell’area fiorentina. Un’azione a difesa del diritto alla salute rivolta non solo ai Rom, ma a anche alle comunità di rifugiati somali, eritrei, ecc.

Toccanti le testimonianze del pastore della Chiesa Battista Romena, Ivan Emmanuel e di Stelian Barbulescu, della Chiesa Avventista romena, impegnato con sua moglie infermiera, nei giorni dell’emergenza di Gennaio 2010 a fare da interprete oltre che curatore d’anime angosciate che gli chiedevano “Che ne sarà di noi?”

“In quei giorni credo di essere cresciuto” ha detto Stelian, ed è forse il risvolto esistenziale che è promessa di vita per chi guarda al mondo con gli occhi degli ultimi, nella prospettiva del Regno di Dio.

Un intervento biblico multimediale di Elena Levak, testimone del popolo Rom, e un accorato appello della presidente Anna Maffei alla vigilanza sul rispetto dei diritti umani (anche proprio a partire dalle nostre relazioni più ravvicinate e comunitarie, oltre che cittadine) ha introdotto il momento di preghiera conclusivo.

La serata è proseguita con i sapori della Cena - Buffet preparata dal gruppo cucina della Chiesa Battista di Firenze e tra canti e nuove amicizie, l’appuntamento si è concluso nella consapevolezza che con la tappa del Camper dell’amicizia è stata rivitalizzata la rete dei rapporti tra chiese, associazioni, donne e uomini sparsi tra appartenenze e partecipazioni diverse che condividono la speranza di un mondo trasformato.

 

 

Chiesa evangelica BATTISTA

Al momento in cui scriviamo la sorella Fernanda Boncinelli è appena tornata al Signore. La comunità si stringe con affetto a Paola, sua figlia- Un breve culto di commemorazione si terrà nella nostra chiesa il 9 luglio alle 17.

La comunità è stata vicino a Chiara e Luciano Monti nel dolore per la scomparsa del loro amato figlio Stefano, 50 anni. Da queste pagine rinnoviamo il nostro cordoglio cristiano a Luciano, Chiara e a tutti i loro cari.

Festa del 2 giugno Scampagnata a Casa Boschi tra battisti della chiesa di lingua italiana e la chiesa di lingua romena, con grigliate, canti e tanta voglia di conoscersi. Nemmeno la pioggia ha spento gli entusiasmi.

Creato. Sabato 19 giugno Festa della scuola domenicale associata al tema “Toccare con mano i 4 elementi del creato. Per conoscere meglio il Creatore”. Un bel pomeriggio a contatto con la natura e con l'acqua con Cena a base di Pizza. Un sentito grazie al gruppo delle monitrici coordinate da Saverio Violi per il servizio svolto per la vita della comunità.

Battismo italiano. Sono proseguiti gli incontri sulla Confessione di fede dei battisti italiani. Giovedì 17 giugno serata con il Camper dell'amicizia con il popolo Rom e Sinti partito da Venezia, passato da Torino e diretto a Roma, Napoli e Bari, promosso dall'Unione battista insieme al Servizio Migranti della FCEI e le diverse realtà locali incontrate nelle 6 tappe.  La serata di Firenze ha visto momenti di informazione, meditazione e preghiera con Cena-Buffet finale. Dopo i saluti del past. Raffaele Volpe, sono intervenuti Andrea Bassetti (Medici per i Diritti Umani), Mercedes Frias (già parlamentare associazione “Nosotras”), Paola Reggiani (Chiesa Valdese e Diaconia Valdese Fiorentina, Sportello Migranti, Stelian Barbulescu (Chiesa Avventista Romena), Ivan Emmanuel (Chiesa Battista Romena), Marco Bouchard e suor Julia Bolton (Cimitero Evangelico degli Inglesi), Elena Levak (Missione Evangelica Battista Rom in Italia), Anna Maffei (Unione Battista): una serata per vincere il pregiudizio nel presente e guardare con speranza al futuro. Maggiori dettagli e reportage su www.ucebi.it.

 

Chiesa evangelica valdese

 

Il 23 maggio scorso quattro nuovi membri sono stati ammessi alla nostra chiesa. Pubblichiamo in seguito le loro confessioni di fede pronunciate durante il culto d’ammissione.

Stefan Pizzi

CREDO nella fede, nell'amicizia, nell'amore e nella comunione.

Matteo 7, 7-8: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto; poiché chiunque chiede riceve; chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa.

E' bello essere qui riuniti tutti insieme davanti a Cristo.

Matteo 18, 20: poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.

E quindi l'augurio per tutti noi.

1 Giovanni 4, 12-16 Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi....... Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto. Dio è amore e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Annalucia Ressa

CREDO che la mia fede sia opera dello Spirito Santo

Giovanni 6,44: “Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo resusciterò nell’ultimo giorno”.

CREDO di essere giustificata per grazia e non per le opere

Romani 3,28: “Noi dunque riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge”.

CREDO che per l’intercessione di Gesù Cristo, e solo di Lui, posso accedere al Padre, e che se chiederò qualcosa al Padre, egli me la donerà per il Padre stesso mi ama.

Giovanni 16, tratto dal versetto 23: “Se chiederete qualcosa al padre nel mio nome, egli ve la darà”.

CREDO che nei momenti in cui lo Spirito Santo scende su di noi, ci sentiamo mutati, siamo gli stessi ma cambiati. Lo Spirito ci guida, ci insegna, ci illumina. Quello che è sempre esistito, e che noi non riuscivamo a vedere, ci viene svelato nella misura in cui lo possiamo comprendere, né di più, né di meno.

Atti 2,4: “Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.

Giuliano Capecchi

I testi che mi hanno coinvolto di più, fin da quando avevo 17/18 anni, sono stati Matteo (5, 1-12) Il sermone sul monte. Le beatitudini e Matteo (25, 31-46) il Giudizio contro le nazioni:"...Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui straniero e mi accoglieste, fui nudo e mi vestiste, fui ammalato e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi..." Ho cercato in modo imperfetto e molto lacunoso di vivere queste parole.

Più recentemente mi ha molto colpito la figura di Valdo e il movimento dei poveri nello spirito, che ho sentito come un gruppo di donne e di uomini che hanno creato una comunità rivivendo come i primi cristiani.

Ora a 67 anni, dopo vari anni in cui ho cercato di vivere il mio cristianesimo a livello individuale, sentendone i molti limiti, vi chiedo di accettarmi nella chiesa valdese di Firenze. Vorrei insieme a voi, nell'ultimo tratto della mia vita, ascoltare i bisogni delle persone che ci circondano e cercare insieme le parole giuste che siano udite e comprese da queste sorelle e da questi fratelli come se pronunciate nelle "loro lingue".

Daniele Pezzella

Quel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo scese su ognuno dei membri della chiesa di Cristo e tramite loro annunciò l'Evangelo a tutte le nazioni, mostrando la Sua potenza, che è anche quella di Dio Padre Onnipotente e di Cristo suo figlio, tutti della stessa sostanza.

Credo che Dio abbia parlato per mezzo dei profeti e li abbia ispirati nella redazione delle Sacre Scritture; in esse vi è l'eterna dottrina che l'uomo, per sua natura servo e schiavo del peccato, non deve permettersi di modificare od integrare, ma invece continuamente indagare alla ricerca della verità.

Credo che Dio si sia fatto uomo per la redenzione dei nostri peccati e per questo Cristo ha patito ed è morto sulla croce ed il terzo giorno è resuscitato.

Credo nel nuovo patto annunciato da Cristo, fondato sull'amore, e nella forza della fede che da sola giustifica, fede che Dio dà e toglie e di cui i cristiani devono rendere grazia nella vita quotidiana per il regno di Dio sulla terra, in attesa della resurrezione dei morti e della vita del mondo che verrà.

Credo nella chiesa di Cristo come comunità di credenti, nell'uguaglianza di tutte le persone di fronte a Dio e nel rapporto diretto di ciascuno con Dio, senza alcuna intercessione.

Credo che Cristo sia la luce che ci illumina il cammino, nei giorni felici ed in quelli bui, e che a Lui occorre rimettersi, come recita il Salmo 32,8 “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò ed avrò gli occhi su di te”.

 

Vita della chiesa

Sabato 26 giugno si è riunita l’assemblea di chiesa convocata per discutere due argomenti proposti dal Sinodo: il patto con le chiese AD e la valutazione etica e teologica delle ricerche scientifiche sulle cellule staminali. L’assemblea ha valutato positivamente la possibilità di stringere un patto con le chiese pentecostali AD, anche se in Toscana queste chiese non sono presenti. L’assemblea ha invito i membri di chiesa a studiare attentamente il documento sulle cellule staminali in vista della comune testimonianza della speranza cristiana.

Dal 1° luglio la nostra chiesa è entrata nel ritmo estivo delle attività. La scuola domenicale, il catechismo, lo studio biblico, il gruppo visite, le riunioni di zona riprenderanno a settembre.

Durante tutto il mese di luglio il culto domenicale si terrà regolarmente nel nostro tempio alle 10.30. Nel mese di agosto il culto domenicale sarà celebrato nel tempio metodista di via De’ Benci.

Il pastore Gajewski è reperibile fino al 25 luglio. Dopo le vacanze il pastore ritornerà reperibile dal 17 agosto. (tel. 0552477800 oppure 3473039262).

 

Ecumenicamente (s)corretto

Roberto Davide Papini

Fede e opere....

I punti di riferimento per un cristiano, a volte letti in chiave dialettica, con una sorta di tensione che vede prevalere ora l'uno ora l'altro aspetto. La cronaca di questi giorni (ma potremmo anche dire di questi anni) dimostra quanto noi valdesi siamo indietro rispetto alla Chiesa cattolica che ha trovato il perfetto equilibrio di Fede e Opere attraverso le sinergie tra due enti: Propaganda Fide (dunque la Fede e l'evangelizzazione) e lo Ior (Istituto per le opere di religione).

La lezione cattolica romana è chiara e anche imbarazzante per le nostre piccole chiese protestanti, che davvero spariscono di fronte a tanta maestria. L'attualità ci trova come sempre in ritardo: non è mirabile, infatti, questa evangelizzazione edilizia e immobiliare (tutta casa e chiesa come ha notato qualche arguto commentatore) con palazzi di pregio dove vanno a vivere (attraverso varie formule, comunque vantaggiose) ministri e sottosegretari o potenti vari? D'altronde, a Propaganda Fide prendono molto sul serio la parabola delle due case e non c'è dubbio che il patrimonio immobiliare vaticano sia decisamente costruito sulla “roccia”. E le varie operazioni dello Ior, oggi come nel passato (ricordate Sindona e il Banco Ambrosiano?), non sono forse straordinari esempi di “opere” di religione (quale religione non è chiaro, ma si tratta di dettagli) fatte nel nome della carità e della misericordia verso i più deboli? Il coinvolgimento di questi due enti santi e benedetti in inchieste della magistratura fa parte del complotto laicista per screditare la Chiesa cattolica romana.

E il povero cardinale Sepe? Messo in mezzo, nonostante abbia fatto sciogliere il sangue di San Gennaro in tante occasioni? E' una vergogna, lo so, ma soprattutto dovremmo imparare come si fa la “propaganda fide”. In fondo, bastano un po' di mattoni....

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

Agenda delle chieseluglio - settembre 2010

 

Sinodo Valdese e metodista, sessione 2010.

I lavori sinodali inizieranno, Dio volendo, domenica 22 agosto alle 15 e si concluderanno venerdì 27 agosto alle 18. I pastori Alison Walker e Pawel Gajewski saranno assenti già da giovedì 19 agosto per partecipare ai lavori del corpo pastorale.

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

 

Al momento in cui scriviamo la sorella Fernanda Boncinelli è appena tornata al Signore. La comunità si stringe con affetto a Paola, sua figlia- Un breve culto di commemorazione si terrà nella nostra chiesa il 9 luglio alle 17.

Si ricorda che il pastore Raffaele Volpe è in “sabbatico” da Maggio a Settembre inclusi. I culti domenicali continuano regolarmente, alle ore 11:00, a cura del Collegio delle Anziane e degli Anziani, dei predicatori e predicatrice locali e delle animatrici musicali (in giugno: Dunia Magherini e Pasquale Iacobino; con l'aiuto nella liturgia e all'accompagnamento musicale di Sandra Spuri, Katerina Holzerova e Anna Crabb). Per contattare la comunità rivolgersi al suo Consiglio di Chiesa e al Collegio Anziani.

In programma: Domenica 11 luglio, pomeriggio dopo pranzo a sacco, Laboratorio di Argilla, a cura di Paola Staccioli.

Chiesa evangelica metodista

Nel mese di luglio il culto domenicale in via de’ Benci sarà sospeso. La Comunità è invitata a partecipare al culto domenicale nella Chiesa valdese in via Micheli 26. Dopo questa pausa la celebrazione del culto domenicale ricomincerà il 1° agosto.

Concerti della Scuola di Musica “Il Trillo” si terranno mercoledì 21 luglio, giovedì 22 luglio e venerdì 23 luglio, alle 21.

 

Chiesa evangelica valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

e-mail: concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org

 

Attività ordinarie

Culti domenicali. I nostri culti domenicali nel corso del mese di luglio si svolgeranno regolarmente alle 10.30. La Cena del Signore sarà celebrata il 4 luglio. A Empoli la riunione domenicale di preghiera e di studio biblico si terrà l’11 luglio alle 16.30.

Nel mese di agosto il tempio di via Micheli sarà chiuso. La Comunità valdese è invitata a partecipare al culto domenicale nella Chiesa metodista di via De’ Benci. Il pastore Gajewski rimarrà a Firenze fino al 25 luglio e in seguito sarà assente dal 26 luglio al 16 agosto. Per tutte le possibili emergenze sarà reperibile la pastora Alison Walker, tel. 055288143.

Il primo culto domenicale in via Micheli dopo la pausa estiva si terrà il 5 settembre, alle 10.30 (con Cena del Signore).

Serate in via Manzoni

Come ogni anno anche quest’estate avremo due serate comunitarie in via Manzoni: il 21 luglio e il 18 agosto. L’appuntamento è sempre alle 19 per preparare la cena comunitaria con le cose portate dai/dalle partecipanti.

Il 21 luglio la serata sarà dedicata al canto comunitario (“Canto e cocomero”), mentre il 18 agosto è programmata la visione di un film.

Ripresa delle attività ordinarie

Ecco l’elenco delle principali riunioni di lavoro dopo la pausa estiva:

4 settembre, sabato, alle 15, riunione organizzativa del catechismo per adulti

7 settembre, martedì, alle 15, gruppo visite

11 settembre, sabato, alle 16, studio biblico.

23 settembre, giovedì, alle 18, pre-catechismo

Invito al culto di benedizione nuziale di Fabio Traversari e Gesine Schwarz

Il culto di benedizione nuziale presieduto dal prof. Lothar Vogel si terrà sabato 28 agosto, alle 16, nel tempio di via Micheli. A Fabio e Gesine tutta la comunità esprime già ora i più affettuosi auguri di un cammino nuziale benedetto dal Signore.

Spazio d’ascolto. Questo servizio curato da Annalisa Pericoli, psicologa, specialista in dinamiche relazionali continua ad accogliere le persone bisognose d’aiuto. Il servizio offre a tutti la possibilità di ascolto e confronto sui propri problemi relazionali. Nel caso di un vero e proprio percorso psicoterapeutico è prevista una piccola quota per ogni seduta (10 euro) che sarà interamente devoluta ai bisogni della nostra chiesa. Il servizio sarà sospeso nel mese di agosto. In ogni caso si può contattare direttamente Annalisa al numero: 3278647121.

 

 

 

 

Casa Cares

Via Pietrapiana 56

Reggello FI - 50066 Italia

 

+39-055-8652001  FAX +39-055-8652900

info@casacares.it   www.casacares.it

 

 

Una serata di beneficenza per

la ristrutturazione dell' ex-cappella


Sabato 4 settembre 2010

Buffet e concerto piano jazz a Casa Cares

Il buffet aperitivo-cena ha inizio alle ore 18,30

Segue una visita alla cappella
Alle ore 21.00 inizia il concerto di piano jazz
Con il pianista fiorentino

Roberto Andreucci

L’offerta minima richiesta è di 25 Euro a persona

Si prega di prenotare entro martedì 31 agosto
e-mail: info@casacares.it, telefono: 0558652001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

Direttore ai sensi di legge: Gabriele De Cecco

 

Direzione, redazione:

Via Alessandro Manzoni, 21 – 50121 Firenze

Tel.: 0552477800

concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

 

 

In redazione: Pawel Gajewski, Roberto Davide Papini, Roberto Rossi, Alessandro Sansone

 

Reg. Tribunale di Firenze, 16 ottobre 1967, n. 1863

 

Ciclostilato in proprio – Diffusione gratuita

 

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