Diaspora evangelica
Mensile di collegamento, informazione ed edificazione
Anno XL – numero 12 - dicembre 2007
Nella chiesa siamo tutti deboli
di Søren Kierkegaard*
Padre celeste!
Qui fuori, nel mondo,
uno è forte, l’altro è debole;
il forte, chissà,
insuperbisce della propria forza;
il debole sospira e, ahimé,
diventa invidioso.
Ma qui, dentro la tua chiesa,
tutti siamo deboli;
qui, al tuo cospetto – Tu sei il potente,
tu solo sei forte.
* 1813-1855, filosofo e teologo luterano, nato e morto a Copenhagen (Danimarca)
In questo numero:
- Dall’archivio della DIASPORA: meditazione di Franco Sommani
- Legge sulla libertà religiosa di Valdo Spini
- L’organo di via Micheli di Jolando Scarpa
- Racconto di Natale di Sara Pasqui
- Perché torni in Africa di Lidia Barbanotti
- La Bibbia di Giovanni Diodati di Roberto Davide Papini
- Dalla Radio voce della speranza di Roberto Vacca
- Dio dalla parola alla relazione - 2° incontro del gruppo di lettura “Dopolavoro Teologico” di Pasquale Iacobino
- Notizie dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine
Dalla Redazione
Esattamente quarant’anni veniva pubblicato il primo numero della DIASPORA EVANGELICA. Molte persone legate alla nostra circolare si sono poste la domanda: come possiamo festeggiare questo anniversario? Alla fine si sono fatte strada due proposte. La prima di queste è la rubrica “Dall’archivio della DIASPORA”; la inauguriamo con una breve meditazione biblica pubblicata sulla circolare del dicembre 1967. Questo spazio ci accompagnerà nel corso di tutto l’anno 2008.
La seconda proposta riguarda il modo in cui è redatto il nostro foglio. Oltre a una fidata rete di collaboratori e collaboratrici la DIASPORA avrà una vera e propria redazione che si sta formando in questi giorni. In questo quadro si inserisce anche una più stretta collaborazione con la Radio Voce della Speranza; è un altro modo per tenere unita la diaspora evangelica fiorentina. Non dimentichiamo inoltre che grazie al lavoro del fratello Valdo Pasqui, la DIASPORA è già da tempo disponibile anche su Internet. Basta andare a visitare la pagina: www.firenzevaldese.chiesavaldese.org.
L’anima mia magnifica il Signore, ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore (Luca 1,46) di Franco Sommani*
Maria esprimeva così la sua gioia e la sua riconoscenza per la venuta del Salvatore, ed in questo essa è veramente espressione di tutti i credenti, in ogni tempo. In questo tempo di Natale vogliamo riportare con più insistenza nella nostra vita quel canto riconoscente e gioioso.
Lo porteremo in mezzo a un mondo snervato, scoraggiato, carico di tensioni e di lotte, fiducioso nella forza delle armi di struggitrici, nella violenza come nella ragione del più forte, nel dominio delle masse rese simili a schiavi. Ci sarebbe poco da stare allegri… Ma la nostra gioia è nel Signore, che ci raggiunge proprio in questa triste realtà.
È una gioia reale e profonda quanto più siamo al chiaro che non v’è una speranza una certezza per l’uomo, e che tutta la sua sapienza si trasforma in una corsa feroce alla propria distruzione, alla sopraffazione. È speranza vissuta, gioia per una liberazione certa, per una vita autentica. Ma vera è anche la vita che si dona, vera è l’azione che è servizio; vera è la forza che è debolezza: se siamo nella gioia è perché in Cristo abbiamo conosciuto tutto questo. Ci dia Egli di sapere anche vivere in questo modo!
* pubblicato sul primo numero della DIASPORA EVANGELICA, dicembre 1967, p. 2.
Fermal’attuazione della Costituzione nei rapporti stato-chiese
di Valdo Spini
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Confessione religiosa |
Data firma intesa |
4 aprile 2007 |
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Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno(modifica) |
4 aprile 2007 |
4 aprile 2007 |
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4 aprile 2007 |
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4 aprile 2007 |
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Sacra Arcidiocesi d'Italia ed Esarcato per l'Europa meridionale |
4 aprile 2007 |
4 aprile 2007 |
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4 aprile 2007 |
Sono le otto intese firmate appunto il 4 aprile dal Governo Prodi. Alcune di grande rilievo. Si tratta di intese già firmate dai governi precedenti, che venivano ripresentate alla firma della Presidenza del Consiglio, previo eventuale aggiornamento del testo, ove necessario. Queste otto intese non sono però ancora state a tuttoggi presentate dal Governo stesso alla prescritta approvazione del Parlamento nella forma di disegni di legge. Sono rimaste cioè a Palazzo Chigi. Si riferisce che vi sono problemi di copertura. Speriamo che per risolverli non si aspetti l’approvazione della finanziaria, perché altrimenti, a parte le turbolenze politiche, su andrebbe al 2008, e, più passa il tempo, più le cose si fanno difficili. Questo per quanto riguarda l’attuazione dell’art. 8 della Costituzione.
Per quanto attiene invece all’approvazione di una legge generale sulla libertà religiosa (impegno prima di Domenico Maselli e, successivamente, di chi scrive) , per l’ applicazione della Costituzione verso tutte le confessioni che non hanno né intese, né concordato, col relativo superamento della legislazione sui culti ammessi, siamo di nuovo fermi. Dopo che, il 4 luglio scorso, il relatore, l’onorevole Zaccaria, ha predisposto e fatto approvare come testo base il suo testo “unificato”, si è svolto un secondo ciclo di audizioni delle confessioni religiose interessate. Esso ha visto una posizione più critica della Conferenza Episcopale Italiana cattolica, rispetto a quella che si era verificata sui testi di partenza, probabilmente da attribuire alla esplicita menzione del principio di laicità dello stato che Zaccaria ha introdotto nel suo testo. Ha detto infatti il segretario della CEI, mons. Betori nella sua audizione del 16 luglio: “suscita anzitutto sorpresa e contrarietà l'introduzione del principio di laicità, addirittura quale fondamento della legge sulla libertà religiosa, e la correlata disposizione secondo cui a tale principio è data attuazione nelle leggi della Repubblica (come reca l'articolo 1, comma 2, del testo base).”(Si ricorderà che il principio della laicità dello stato è stato affermato in una sentenza della Corte Costituzionale). Di fatto sono stati poi presentati un migliaio (!) circa di emendamenti, in prevalenza dalle opposizioni di centro-destra e tutto si è fermato. Il governo, si ricorderà, aveva parlato di presentare un suo testo, ma poi non se ne è fatto di niente, probabilmente, perché, essendosi ormai avviato il cammino della legge, si è riservato di intervenire eventualmente con emendamenti durante il cammino parlamentare. Il tema è di grande rilievo etico ed è poi particolarmente scottante, ma anche urgente, perché darebbe una disciplina generale ai rapporti col mondo musulmano.
Come si vede la stessa politica di attuazione della Costituzione nel campo dei rapporti stato-chiese segna il passo. Di fatto la maggioranza di centro-sinistra, aldilà delle buone intenzioni, non si sta mostrando decisa e compatta negli obiettivi e negli strumenti per conseguirli. Un anno di legislatura è abbondantemente passato senza che le iniziative prese si siano concretizzate in leggi approvate.
Questi temi erano peraltro abbondantemente compresi nel programma dell’unione. Si può quindi chiedere al governo e alla sua maggioranza di svegliarsi? Credo proprio di sì. È un invito valido in tutti i casi. Se il governo dovesse malauguratamente cadere è bene che abbia fatto quello che deve fare ed avere quindi le sue carte in regola in questa delicata materia. Se invece, come personalmente mi auguro, il governo e la legislatura andranno avanti,si sarà in grado di portare effettivamente all’approvazione questi determinanti e significativi impegni e per dimostrare che lo stato italiano non rinuncia ad attuare la Costituzione nei apporti tra stato e chiese e quindi ad affermare la sua autonomia. Nel frattempo, in sede di discussione del decreto finanziario al senato, è avvenuto che un emendamento presentato dai senatori della neonata Costituente Socialista, per la destinazione ad un piano di edilizia popolare di mezzo miliardo attinto dalla quota dell’8 per mille non attribuito ad alcuna confessione religiosa, sia stato dichiarato pudicamente inammissibile e quindi non sottoposto a votazione. È proprio vero che se lo stato si fa pecora, lupo se lo mangia!
In tale contesto, la presentazione, prima del prossimo17 febbraio, di una proposta di legge per trasformare questa ricorrenza in giornata nazionale per la libertà di religione e di coscienza si conferma quanto mai opportuna.
L’organo “Trice” della Chiesa Valdese di Firenze – un tesoro da rivalutare
di Jolando Scarpa
Sul finire del secolo XIX in Italia si sviluppò un movimento di rinnovamento nei confronti dell’organo a canne che portò ad una vera e propria riforma nel settore della costruzione e della letteratura musicale dello strumento. In effetti l’organo italiano attraversava all’epoca una grande crisi che toccò l’apice nella famosa esibizione di Camille Saint-Saëns al Conservatorio di Milano nel 1879 allorché dovendo eseguire il Preludio e Fuga in Re maggiore di Bach, si trovò quasi impossibilitato a farlo a causa dei limiti tecnici imposti dallo strumento.
La caratteristica principale dell’organo italiano per molti secoli stava nell’unicità della tastiera e nella completa sussidiarietà di una pedaliera embrionale atta a sostenere poche note per lo più lunghe: niente a che fare con l’organo transalpino, o bachiano in particolare, dove essa rivestiva pari rango. Quindi l’organo italiano di fine ottocento, con tutti i suoi limiti, poteva essere considerato ormai obsoleto e adatto solo ad eseguire per lo più un mediocre e decadente repertorio musicale che si ispirava direttamente alle forme favorite dell’opera lirica. Declino dello strumento, ma anche declino degli organisti: il panorama che si presentava in Italia non era certo tra i più felici.
Le vie del rinnovamento organistico in Italia furono molteplici e contraddittorie; un vento di innovazione e di velleitaria modernità percorse la penisola e organi di grande valore storico furono ristrutturati o demoliti in favore di strumenti ispirati ai canoni costruttivi francesi e tedeschi (spesso con risultati discutibili e disastrosi come per l’organo di S. Croce a Firenze o di S. Stefano dei Cavalieri a Pisa) proprio nel momento in cui gli stessi francesi e tedeschi cominciavano a rivalutare in chiave critica le opere organarie del passato.
Tra i costruttori d’organo stranieri che operarono in Italia, contribuendo attivamente alla laboriosa trasformazione dell’estetica organistica nazionale, si distinse per le ardite innovazioni tecniche e per le novità foniche (importando da noi sonorità organistiche sino allora sconosciute) l’inglese George William Trice. Di lui ricordiamo il grandioso organo costruito per la chiesa dell’Immacolata di Genova, tra i primi ad adoperare nuovi sistemi di trasmissione elettrica, pochi altri strumenti ancora esistenti nell’Italia del nord, e l’organo della chiesa valdese di Firenze, un tempo luogo di culto della comunità anglicana.
Questo strumento è molto interessante. Anche se Trice era un promotore delle nuove tecnologie, in questo caso optò per la tradizionale trasmissione meccanica (ora di nuovo in auge) pensando più ad un organo di impronta liturgica piuttosto che concertistica. La distribuzione dei registri sulle due tastiere appare equilibrata e razionale e fa sì che l’organista possa affrontare un vasto repertorio musicale con soddisfazione.
Ma è la qualità del suono che sorprende. Sembra quasi che Trice si sia ispirato ad un quadro fonico severo di impronta classica e non solo tardo-romantica. Ciò rende lo strumento stimolante per chi lo suona ed affascinante per chi lo ascolta. In esso possono trovare vita le composizioni di Bach e di tutti i grandi tedeschi, ma anche le pagine antiche degli italiani barocchi, le sottigliezze delicate dei francesi classici, il compassato romanticismo di Samuel Wesley e altro. Insomma, quello che si definisce “un buon organo”.
Trice era un ottimo organaro, questo strumento lo testimonia, ma come ogni opera complessa esso abbisogna di cure. Attualmente l’accordatura generale lascia a desiderare e la parte meccanica rileva diverse imprecisioni. Si rende necessario e urgente un intervento di manutenzione che rimuova le polveri depositatesi nel tempo e restituisca allo strumento la bellezza del suono.
Rendiamoci conto che quest’organo non è uno strumento anonimo e qualunque; è un bene culturale da preservare e del quale si deve usufruire. Il protestantesimo ha privilegiato tra le arti la musica ed essa è un dono di Dio incommensurabile, come diceva Lutero. Teologia e Musica sono i cardini della chiesa riformata, anche se purtroppo in Italia privilegiamo la prima e consideriamo la seconda alla stregua di un ornamento al più decoroso.
Ritornando alla fine a Trice, ricordiamo che non fu molto ben visto perché era di fede evangelica. All’epoca della costruzione dell’organo dell’Immacolata di Genova (ora ampiamente rimaneggiato e manomesso) colpì molto il fatto che esso fosse provvisto della pedaliera completa. Altri organari italiani aderirono a questa autentica innovazione che metteva i nostri organi alla pari con quelli di tutta Europa e si scatenò una polemica che oggi suona curiosa. Qualcuno che aveva voce in capitolo ravvisò in questa novità una contaminazione protestante qualora avessimo voluto in Italia imitare gli esempi esteri: “ I ventisette o trenta pedali non sono che una vanità moderna, messi all’organo non per renderlo liturgico ma per coronare le ambizioni di alcuni i quali, con questo mezzo, possono fare sull’organo cattolico le celebratissime sonate e fughe di Bach protestante, musica che io proibirei nella nostra Liturgia.”
Trice pagò la pecca di essere protestante. Prima osannato e poi denigrato da alcuni organisti e organari italiani, deluso da mancate commesse di lavoro, accusato di “forestierume”, subì l’ostracismo da parte di certi ambienti ecclesiastici e oberato da difficoltà economiche, pochi anni avanti la prima guerra mondiale ritornò in Inghilterra dove morì nel 1920. Resta in Italia la sua eredità spirituale fatta di perizia artistica, lavoro coscienzioso e di operosità onesta; l’organo della chiesa valdese di Firenze ne è degno testimone.
Il segreto di Natale
a cura di Sara Pasqui Rivedi
David Alston non ha avuto una vita facile, di dieci anni maggiore del fratello Richard, si era assunto la responsabilità di capo famiglia dopo la morte dei genitori deceduti in un incidente aereo. Si era adattato ad esercitare la professione di avvocato nella piccola città natale dello stato del Vermont ed aveva rimandato il proprio matrimonio con Mary, la tenera compagna di tutta la sua vita, per prendersi cura del fratello affinché potesse studiare e conseguire la laurea in diritto internazionale. Richard era un ragazzo assai orgoglioso ed ambizioso, ma anche molto promettente e dunque David aveva affrontato un lungo periodo di rinunce per permettergli di intraprendere un percorso di studi non solo impegnativo, ma anche costoso che purtroppo era stato bruscamente interrotto dalla guerra in Vietnam. Il giovane era stato richiamato ed inviato a combattere in Estremo Oriente. Al suo ritorno lo attendevano ancora due anni di università che egli poté frequentare con il sostegno finanziario del fratello.
Quando ha inizio la nostra storia, David e Mary sono sposati da qualche anno ed hanno due maschietti, Ricky e Jim, assai vivaci, dei veri frugoli, ma anche molto graziosi con i capelli biondi e gli occhi azzurri del padre. La giovane coppia abita la vetusta casa degli Alston: una vasta dimora di legno tutta verniciata di bianco e con le persiane verdi che una volta era stata una fattoria la cui costruzione risaliva a circa duecento anni prima. David ama molto sua moglie, adora i figli, ma è legato al fratello da un sentimento profondo e paterno, è fiero di lui e dei suoi successi professionali, della rapida carriera che quanto prima potrebbe dischiudergli le porte dei palazzi del potere e perciò continua ad essere protettivo e si preoccupa per ogni minima complicazione che potrebbe sopraggiungere. Costui, al momento, ricopre una carica in un ufficio governativo di Washington ed è sposato con Miranda la cui famiglia è molto ricca ed importante. Tutto quindi sembra procedere per il meglio quando una mattina di Natale il postino consegna un biglietto di auguri indirizzato a Monsieur Alston. David lo apre e dalle brevi frasi scritte capisce di non essere il destinatario della missiva, bensì il fratello che nel periodo trascorso in Vietnam aveva avuto una relazione con una ragazza del luogo di nome Thu Van, l’autrice del biglietto. La giovane donna, in verità, non chiede niente all’uomo, ha solo parole d’amore per il giovane americano e gli augura ogni bene, ma il fratello maggiore avverte immediatamente la necessità di proteggerlo e freddamente decide di non consegnargli il biglietto, sarà come se non fosse mai arrivato.
Mary al contrario, provando un moto di simpatia e di solidarietà tutta femminile per la sconosciuta, esorta e convince il marito a rispondere alla fanciulla per comunicarle con sincera franchezza che Richard è ormai felicemente sposato ed impegnato a fare carriera. Dopo qualche tempo David riceve una lettera con la notizia della morte della ragazza. L’autrice è una suora la quale informa che Thu Van era morta proprio il giorno di Natale nel convento che l’ospitava, la religiosa si rifiuta di pensare al suicidio, ma confessa che la ragazza manifestava da tempo una profonda tristezza. Apparteneva ad un’ottima famiglia del luogo assai rispettata, aveva incontrato il giovane ufficiale americano in casa di amici ed era stato amore a prima vista. L’uomo tuttavia non aveva mai accennato al matrimonio, perciò la giovane lo aveva lasciato partire senza rivelargli di essere in attesa di un figlio suo. Era nata una bambina di nome Susan, aveva tre anni, era molto bella, molto intelligente, con occhi chiari e capelli biondi. Si capisce che la suora spera in un riconoscimento da parte del padre! E quel biglietto inviato in occasione del Natale dove non si accenna alla piccola ? Era l’estremo saluto della fanciulla al suo giovane ufficiale o una muta richiesta d’aiuto ?
La lettera sconvolge la vita di David e Mary, il primo è fermamente deciso a nascondere tutto al fratello, non vuole distruggere né la sua vita affettiva né la sua carriera. L’uomo, all’apparenza egoista ed insensibile, in realtà vuole proteggere Richard come solamente un padre potrebbe fare. Invece la giovane moglie prova tenerezza e pietà per la piccola orfana ed il sentimento materno si accende in lei a tal punto da suggerirle che l’unica decisione saggia da prendere è adottare la bambina poiché fa parte della famiglia, è una Alston! La proposta preoccupa David tormentato dal dubbio e dal timore, ma la minuta, fragile Mary è ben decisa, determinata e molto persuasiva, così iniziano le pratiche per l’adozione. I coniugi Alston vivranno un periodo di attesa e di incertezze poiché la piccina è cattolica e perciò è prioritario per l’assistenza sociale affidarla ad una famiglia appartenente alla sua stessa religione, Mary e David sono protestanti.
Poiché nessuna famiglia cattolica risulterà disposta ad adottarla finalmente, dopo molte esitazioni, la scelta cadrà sugli Alston.
È passato un anno dall’arrivo del biglietto di auguri di Thu Van e all’aeroporto di New York scende un esserino smarrito e lacrimoso che si rifugia tra le braccia amorevoli e calde di Mary.
Siamo di nuovo alla mattina di Natale, l’albero scintillante di luci troneggia nel soggiorno, sul pavimento gli fanno corona numerosi pacchetti, i due maschietti eccitatissimi e assai rumorosi si precipitano nella stanza, mentre Susan si sofferma stupita sulla soglia. Sono bellissimi tutti e tre e sembrano proprio fratelli anche se i lineamenti delicati della bambina rivelano la sua origine asiatica e proprio questo particolare angoscia i nuovi genitori poiché Richard, che arriverà con la moglie per il pranzo natalizio, potrebbe notare la somiglianza con Thu Van e Miranda riconoscere i caratteristici tratti degli Alston. Cosa accadrebbe allora? Mary teme di perdere la bambina che sente già sua figlia, David è in ansia per il futuro del fratello. Ma è Natale, i doni sono pronti per essere distribuiti e la famigliola ad un cenno del padre si riunisce intorno all’albero con le mani giunte in atto di preghiera ed intona Tannebaum. Susan non parla inglese, ma le sue labbra si muovono silenziosamente e l’uomo guardandola prova orgoglio e tenerezza al tempo stesso perché la bambina tenta con tutte le sue forze di essere una di loro, come loro! David capisce che ormai appartiene alla famiglia, ne è un membro effettivo e senza esitazione l’accetta quale figlia sua.
Le note dell’inno natalizio, i regali sparsi un po’ dovunque, la casa vestita a festa, il tacchino pronto per essere messo in forno rendono perfetta l’atmosfera, quando il campanello suona ed ecco apparire zio Richard e zia Miranda. Il cuore di Mary e David accelera i battiti quando presentano la bambina tutta assorta a giocare con la bambola, ma i nuovi venuti non hanno nessun moto di stupore, anzi manifestano una totale indifferenza.
La giovane donna è molto bella ed elegante, ma sofisticata e superficiale, Richard desidera solamente mostrare il suo regalo, uno splendido trenino elettrico, a Ricky e Jim, nessuno dei due si sofferma a guardare la piccola, si sono perfino dimenticati di portarle un regalo! Solamente, quando tutti sono seduti attorno alla tavola, Miranda nota la somiglianza di Susan con i maschietti, il marito concorda ed esclama fatuamente e cinicamente che in Vietnam vi erano stati tanti ragazzi americani e che le ragazze del luogo si assomigliavano tutte.
Povera Thu Van completamente dimenticata! David e Mary provano un gran senso di sollievo e di felicità, la tensione e l’ansia si stemperano ed il pranzo prosegue serenamente. Susan appartiene a loro, è la loro figlia e quasi ad affermare questa condizione la piccola ad un tratto afferra la mano di Mary e sussurra dolcissima: “Prenez mano maman!”
Finalmente il Natale è perfetto!
Profilo biografico dell’autrice
Pearl Buck nasce nel 1892 nella Virginia orientale da una coppia di missionari presbiteriani che si trasferiscono in Cina poco dopo la sua nascita. La famiglia rientra negli Stati Uniti nel 1900 a seguito della rivolta dei Boxer. Nel 1915 Pearl, dopo aver completato i suoi studi, ritorna in Cina, conosce John Buck con cui si sposa nel 1917. Essendo il marito un agronomo si stabiliscono in una provincia rurale e l’esperienza da lei vissuta a contatto con una realtà assai povera sarà materia di ispirazione per alcuni suoi romanzi come La buona terra del 1931 con cui vincerà il premio Pulitzer. Resterà in Cina insegnando all’Università di Nanchino fino al 1934 anno in cui è costretta a rientrare in patria a causa di ritorsioni di cui sono oggetto gli stranieri. Nel 1938 ottiene il premio Nobel per la letteratura. Ritornata negli Stati Uniti non si dedica solamente a scrivere libri, settanta in tutto, ma si interessa di problemi sociali. Si batterà per i diritti delle donne e per l’uguaglianza delle razze precorrendo i tempi. Mossa da un forte spirito umanitario adotta sette bambini ed elargisce milioni di dollari per sostenere numerose e diversificate iniziative di carattere filantropico. I suoi ultimi anni di vita sono oscurati dal maccartismo a tal punto da essere schedata dal FBI. Si spenge nel 1973. La sua tomba a Greenhills Farm è ancora oggi meta di pellegrinaggio per migliaia di persone.
Perché torni in Africa?
di Lidia Barbanotti
“Ma perché torni?” Questa domanda mi è stata posta varie volte prima di partire... ho sempre risposto “Perché ne ho voglia e perché mi piace!”
In molti pensano che un’esperienza come andare in Burkina Faso (Africa occidentale), che è uno dei paesi più poveri del mondo, possa essere sconvolgente ma solo per la povertà e la miseria che vedi… in realtà è sconvolgente per molti altri aspetti. Non dico che in Burkina la gente non muoia di fame, ma ci sono tante altre cose che invece sono molto incoraggianti. Spesso abbiamo visto la speranza.
Io, Jenny De Cecco e Davide Amati (un ragazzo di Spinetta Marengo, in Provincia di Alessandria) siamo partiti ad agosto per trascorrere un mese in Burkina Faso, a Mahadaga che è un piccolo villaggio dove ancora non ci sono la corrente e telefono. Siamo andati con la SIM (Società Internazionale Missionaria), una missione evangelica internazionale che ha vari progetti anche in Burkina Faso.
A Mahadaga c’è un centro per handicappati che fa parte del progetto “Handicapés en Avant” che segue circa 1500 handicappati, bambini, ragazzi e adulti. L’équipe è composta da una trentina di persone, per la maggior parte africane, ma da quest’estate ci sono due ragazzi americani che sono venuti come missionari a lungo termine con le loro famiglie. L’ideatrice del progetto è Françoise, una missionaria francese che è a Mahadaga da più di 20 anni. Lei era infermiera al dispensario ma si era resa conto che gli handicappati non erano seguiti da nessuno e così ha preso a cuore questo problema e seguendo all’inizio una persona sola, dopo 20 anni sono diventate 1500!
Il centro è stato costruito 7 anni fa e anno dopo anno si aggiunge sempre qualche nuova costruzione. Nel centro ci sono: una sala d’accoglienza per quelli che aspettano la riabilitazione fisica nell’ambulatorio di fisioterapia; un’officina ortopedica per costruire apparecchi, tutori, carrozzine manuali ecc; un’officina di falegnameria, dove costruiscono tutti gli oggetti necessari (tavoli, armadi, lavagne…; purtroppo l’IKEA non è ancora arrivata a Mahadaga!) un laboratorio dove avvengono le attività artigianali come la pittura, la lavorazione del cuoio, la fabbricazione del sapone, la tintura di stoffe e la tessitura; una sala per il cucito con varie macchine da cucire; alcune stanze per l’essiccazione della frutta; un orto e un giardino molto grandi; 6 classi per la scuola integratrice per bambini sordomuti e ciechi, una sala per le lezioni bibliche per i bambini; alcune casette per alloggiare i bambini ciechi in modo che non siano lontani dalla scuola; una biblioteca ben fornita e una stanza dove due donne cucinano per la mensa dei bambini; vari magazzini per stivare tutte le cose che sono arrivate coi container (giochi, vestiti, materiale sanitario, carrozzine, materiale scolastico).
Insomma a descriverla così potrebbe essere un qualsiasi centro qui da noi, ben fornito e ben strutturato. La cosa incredibile è vederlo li, in mezzo a casette di fango e paglia, a strade non asfaltate, a capre e mucche che attraversano e sostano sulla strada, a donne che portano sulla testa litri e litri di acqua in una bacinella. Il progetto offre cose incredibili alle persone handicappate che segue!
Alla base della visione c’è il fatto di rendere la persona handicappata il più autonoma possibile. Per questo i bambini della scuola seguono delle attività di apprendistato una volta a settimana (come la tintura di stoffe, il cucito, la tessitura, la lavorazione del cuoio, la falegnameria, fabbricare il sapone, coltivare) per svolgere delle attività che potranno essergli utili nel futuro. Molti bambini sordomuti non sono di Mahadaga e per questo sono alloggiati presso delle famiglie del villaggio e il progetto paga per loro il vitto e per tutti i bambini della scuola le forniture scolastiche e la mensa. Gli oggetti prodotti dai bambini e da alcuni handicappati che dipingono o lavorano il cuoio, sono venduti ai visitatori.
Ma la componente più importante e più sviluppata del progetto è il lavoro a domicilio dalle persone handicappate. Gli operatori percorrono diversi chilometri, in motorino di solito, per andare a trovare i bambini. Gli operatori durante le visite controllano lo stato dei bambini, gli apparecchi e fanno un po’ di riabilitazione fisica, cantano qualcosa con i bambini, in genere “Gesù ama tutti i bimbi” tradotta in Gourmanchè, la lingua del posto, e danno inoltre una piccola testimonianza, leggendo qualche versetto. È molto importante anche sensibilizzare le famiglie e incoraggiarle a seguire i propri figli, cosa che spesso non avviene.
Con gli handicappati adulti gli operatori ideano dei piccoli progetti per renderli più autonomi, prestando inizialmente del denaro se si tratta di commercio, del bestiame per l’allevamento, del materiale come le macchine da cucire se si vuole avviare la persona al mestiere di sarto etc. In alcuni casi il progetto paga la formazione (per tessere, per coltivare per diventare maestro…). Molte delle persone che lavorano al progetto come maestri, tecnici ortopedici e fisioterapisti sono stati seguiti dal progetto prima in quanto handicappati.
È incredibile vedere la potenza del Signore che agisce attraverso le persone che lavorano li e attraverso le persone amiche che aiutano spiritualmente e materialmente il progetto! Per me è stata un’esperienza che mi ha portato a crescere e a capire meglio alcune cose, sia sul Signore che su il resto del mondo! Rispetto a due anni fa quando sono stata per 6 mesi, ho notato molti cambiamenti e molti progressi, sia nel Paese in generale (per quanto mi è stato concesso di visitare entrambe le volte) sia nel progetto che progredisce in modo incredibile!
La Bibbia di Giovanni Diodati – storia e attualità
di Roberto Davide Papini
Se la Bibbia è (o dovrebbe essere...) compagna quotidiana della vita di ogni evangelico, verso quella tradotta da Giovanni Diodati (1607 e poi 1641 in seconda edizione) i protestanti italiani hanno un particolare affetto, riconoscenza per quella che è la più antica versione in italiano fatta da testi originali e che vive una sua continuità attraverso le successive “revisioni” fatte pere attualizzarne il linguaggio. Così, si presenta particolarmente preziosa l’occasione del convegno organizzato per domenica 2 dicembre (ore 16, al Centro polivalente avventista di via del Pergolino 1/4) dal consiglio dei pastori delle chiese evangeliche fiorentine su «La Bibbia del Diodati. 400 anni di storia della traduzione e della diffusione della Bibbia in lingua italiana». Un’occasione di riflessione e di approfondimento, più che di semplice omaggio a questa ricorrenza così importante dei quattro secoli dalla nascita di «un’opera meritoria per chiarezza di linguaggio e fedeltà ai testi originali», come scrive Renato Coisson nella prefazione del suo “Cinquantapagine” dedicato alla Bibbia del Diodati.
Il convegno del 2 dicembre sarà interessante anche per la presenza di relatori di primo piano come Emidio Campi (facoltà teologica di Zurigo), Milka Ventura Avanzinelli e Michele Ranchetti (curatori dell’edizione Mondadori), Valdo Bertalot (segretario della Società biblica britannica e forestiera, istituzione che ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della Bibbia del Diodati in Italia), Agnese Cini Tassinario (presidente di “Biblia”) e Marco Ricca (presidente del Centro culturale protestante Pietro Martire Vermigli). Dopo gli appuntamenti organizzati a Roma alla fine di ottobre è significativo questo evento fiorentino anche per i legami della Bibbia del Diodati con la Toscana. Legami linguistici e storici, visto che Giovanni Diodati, appartenente alla “nazione lucchese” di Ginevra era figlio di esuli costretti a lasciare Lucca e a trasferirsi in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni contro gli aderenti alla Riforma.
Dalla Radio Voce della speranza
di Roberto Vacca
Dall’1 al 16
dicembre la chiesa avventista fiorentina proporrà un ricco programma di eventi
dal titolo “Piantiamo alberi insieme”, che prende le mosse dall’inaugurazione
ufficiale del centro polivalente avventista di via del Pergolino 1 (zona Careggi).
Questo centro include la sede di radio Voce della speranza (Rvs, 92,4 mhz),
dell’associazione scoutistica avventista (Aisa), del centro Adra (cioè
l’associazione umanitaria avventista) e di Reach-Toscana, un’associazione laica
per il sostegno di bambini a distanza (apertura l’8 dicembre alle 18). Inoltre
parte il progetto di un consultorio familiare, che sarà inaugurato il 4
dicembre alle 20.30. Il programma prevede una mostra d’arte a favore del
progetto “Piantiamo alberi insieme” per combattere la desertificazione nella
zona del Sahel Burkinabè; un concerto gospel (1° dicembre alle 21); un incontro
sulla storia Bibbia Diodati (2 dicembre alle 16); un convegno su alcol,
sicurezza stradale e consumi giovanili (il 6 alle 20.30); lo spettacolo tratto
dal libro di Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi” (8 dicembre alle 21
e 9 dicembre alle 17), un simposio sul progetto per il Sahel “Piantiamo
alberi per la vita” (11 dicembre alle 10) e una riflessione sul tema
dell’accoglienza e della diversità con molti ospiti, tra cui il pastore
Domenico Maselli (sempre l’11 alle 20.30). Il 13 alle 21 spazio ad altri
progetti come “Buon fine” e “Famiglie vicine” mentre il 15, all’interno della
liturgia sabatica (10.30), avverrà la cerimonia della “piantata” di nuovi
alberi e alle 20.30 un programma natalizio: “L’albero della vita è nato!”.
Domenica 16 dicembre alle 16 rifletteremo su stili di vita più responsabili.
Un ricco programma che si propone tre
obiettivi: raccogliere fondi per il progetto in Africa; dare visibilità a una
presenza evangelica a Firenze; aiutarci, come cristiani, a concepire il nostro
impegno di testimonianza evangelica in un contesto di solidarietà e di impegno
civile. Se questi obiettivi saranno almeno in parte raggiunti dipenderà anche dalla
tua presenza: ti aspettiamo! Per informazioni più dettagliate www.piantiamoalberiinsieme.org o
055/414040.
Dio dalla parola alla relazione - 2° incontro del gruppo di lettura “Dopolavoro Teologico”
di Pasquale Iacobino
Martedì 20 novembre si è tenuto il secondo incontro del gruppo di lettura collettiva denominato “Dopolavoro Teologico”. La partecipazione aumenta: 22 presenti, con una interessante connotazione intergenerazionale e interdenominazionale.
Lidia Bruno ha curato la meditazione biblica che ha aperto la serata, soffermandosi su Esodo 2 esortandoci a “gesti fiduciosi nella grazia di Dio”.
Beatrice Passerini e Pawel Gajewski hanno introdotto il dibattito sui primi capitoli dei libri in discussione: Il Dio sconfinato di Elizabeth Green e Parlare di Dio di André Gounelle. E' stato sottolineato come la possibilità stessa del parlare di Dio sia un atto di grazia di Dio. Questa parola di Dio che precede la parola umana su Dio rende possibile la relazione tra l'essere umano e Dio stesso. E' dunque a partire da questa relazione che parliamo di Dio. In questa relazione gioca un ruolo anche la nostra corporeità. Tramontata l'idea del soggetto neutro, o del punto di vista universale, emerge – anche grazie alla riflessione teologica delle donne – il ruolo della parzialità e del corpo. Quindi, sì, il Dio di Gesù Cristo è un Dio che sconfina “tuffandosi nella relatà corporea dell'umanità, nascendo da donna, Egli supera quella distanza incolmabile tra divino e umano...oltrepassa il confina tra padrone e servo...si prende cura dell'altro e dell'altra...infine viene estromesso dal campo, attraversa le mura della città, sconfina nell'impurità, per morire con tutti i reietti...Il suo sangue versato in terra sconfina in una natura oltraggiata e agonizzante” (Green, p.35).
Nel dibattito sono state sottolineate le ambivalenze della categoria di corporeità (col corpo amo, ma con il corpo uccido, e tuttavia il corpo è parte della mia stessa identità), il ruolo della Bibbia nel parlare di Dio e nel parlare su Dio, il rapporto tra alterità e cambiamento (in relazione con l'altro io cambio, ma anche Dio cambia: si incarna e in Cristo avviene il suo svuotamento...). La preghiera di Renzo Ottaviani ha concluso l'incontro.
Il prossimo incontro del Dopolavoro Teologico, iniziativa promossa dal Centro Culturale Protestante “P.M.Vermigli” e dalla Libreria Claudiana, si terrà: martedì 18 dicembre alle 20, in via Manzoni n. 21 – Firenze, con il seguente programma: Roberto Cappato introdurrà A.Gounelle per i capitoli: Dio al di fuori di Gesù? / Dio è credibile? / Dio esiste?; Daniela Monreale introdurrà E. Green per i capitoli: Abitare il vuoto / Senza fare nulla
Gli interessati e le interessate assenti agli incontri precedenti possono sempre inserirsi. Si ricorda che è necessario per il 18 dicembre leggere i capitoli di cui sopra. Gli incontri saranno a frequenza mensile fino a Maggio. Per informazioni: Tel.055.28.28.96 oppure via e-mail: libreria.firenze@claudiana.it
Elizabeth Green, Il Dio sconfinato, Claudiana Torino 2007,
pp.103, € 10.
André Gounelle, Parlare di Dio, Claudiana, Torino 2006,
pp.185, € 16,50.
Dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine
Centro culturale protestante “Pier Martire Vermigli”
Le attività del Centro nel mese di dicembre si concentreranno in particolare su argomenti legati alla vita politica, sociale e culturale dell’Italia.
Il 7 dicembre, alle 17 nei locali della Libreria Claudiana in Borgo Ognissanti 14/R, verrà presentato il libro “Chi ha sprezzato il giorno delle piccole cose” edito da E.P.A. Media e dedicato a “Domenico Maselli, Professore, Deputato, Pastore”. Presenteranno il volume: Valdo Spini e Giovanni Gozzini, il dibattito sarà moderato da Carlo Catarsi. La manifestazione è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento Studi Sociali dell’Università degli Studi di Firenze.
Il 15 dicembre, alle 17, nel tempio metodista di via de’ Benci 9 avrà luogo un dibattito dedicato al testamento biologico. Parteciperanno Marco Buochard, magistrato, e Riccardo Poli, medico; modererà il dibattito Marco Ricca, presidente del Centro culturale protestante “Pier Martire Vermigli”.
Chiesa Evangelica Battista
Le attività si sono svolte regolarmente con culto domenicale alle 11. Parallelamente si riunisce la scuola domenicale e il gruppo dei giovanissimi.
La domenica mattina alle 9.30 il pastore Raffaele Volpe tiene un ciclo introduttivo alla teologia cristiana.
Il culto di domenica 4 novembre è stato curato, anche nella predicazione, da Carlo Mazzola, mentre Renzo Ottaviani ha presieduto la Cena del Signore.
Domenica 10 novembre dopo una agape fraterna sono stati riportati dai delegati i risultati dell'Assemblea-Sinodo 2007 e del convegno su Martin Luther King dell'UCEBI. Ci siamo rallegrati di sapere dell'enorme successo riscosso dal convegno con circa 350 iscritti, oltre 600 partecipanti e ospiti e relatori di alto livello.
Domenica 18 novembre si è tenuto un concerto di musica classica del duo Demidoff.
Continuano le quattro riunioni di preghiera nelle case Biagini-D'Angrò, Brandoli-Tonarelli, Baconi-Magherini, Gloriana Innocenti.
Pensiero affettuoso di tutta la comunità è rivolto a chi per le ragioni più diverse si trova nell'impossibilità di frequentare il culto domenicale.
Sabato, 15 dicembre, alle 18 nel tempio si terrà il saggio di Natale preparato dalle allieve e dagli allievi della Scuola Doremifa.
Chiesa Evangelica Luterana
Le attività della Chiesa Evangelica Luterana si concentreranno intorno alle festività di Natale e di Capodanno. Ecco i principali appuntamenti: 16 dicembre, culto ecumenico, 24 dicembre, alle 17 culto della Vigilia e il 31 dicembre, alle 17, un solenne culto di ringraziamento alla fine dell’anno 2007.
Chiesa Evangelica Valdese
Prima di tutto desideriamo esprimere tutto il nostro affetto alla famiglia di Giovanna Reggiani e in particolare alla sorella Paola. La morte di Giovanna, che per diversi giorni ha occupato le prime pagine dei giornali, ha scosso profondamente la nostra comunità. Al tempo stesso siamo rimasti edificati dalla testimonianza di fede e di coraggio civile che in tale drammatica occasione abbiamo ricevuto da Paola e da tutta la famiglia.
Domenica, 11 novembre, la nostra chiesa ha vissuto una giornata assembleare particolarmente intensa. Ricordiamo alcune principali decisioni prese dall’Assemblea.
Sono entrati a far parte del concistoro: Roberto Davide Papini, Valdo Pasqui e Debora Spini. Il loro insediamento ufficiale avverrà domenica 23 dicembre. È stato inoltre riconfermato il fratello Roberto Rossi. Invochiamo su queste persone la benedizione dell’Eterno e la guida del Suo Spirito. Un caloroso ringraziamento giunga alle sorelle Letizia Sommani, Violetta Sonelli e al fratello Paul Krieg che hanno terminato il loro servizio nel concistoro. Letizia, Violetta e Paul continuano ad essere impegnati nelle opere diaconali della nostra Chiesa e quindi possono contare sul nostro sostegno di solidarietà e di preghiera.
L’assemblea ha approvato il progetto di un nuovo sistema di riscaldamento del tempio. Si tratta di un impianto alimentato a metano che usa i raggi infrarossi (gli stessi del sole) per dare una sensazione di calore immediato e piacevole. I lavori dovrebbero terminare tra gennaio e febbraio dell’anno prossimo.
Nei mesi di dicembre e gennaio la nostra comunità celebrerà i culti domenicali nel tempio di via de’ Benci, insieme alle sorelle e ai fratelli metodisti. Inizieremo questa esperienza la prima domenica di dicembre (2 dicembre 2007). Prevediamo il ritorno in via Micheli nei primi di febbraio. L’orario del culto rimarrà invariato.
Nelle prossime settimane la Chiesa brasiliana “Assemblea di Dio missionaria” lascerà il tempio di via Micheli per trasferirsi in una nuova sede.
Abbiamo anche ripreso la regolare celebrazione del culto domenicale a Empoli: ogni terza domenica del mese alle 16.30. Il prossimo appuntamento è il 16 dicembre.
Sabato, 17 novembre, nei locali comunitari di via Manzoni si è svolto il nostro tradizionale bazar. Nonostante le condizioni atmosferiche piuttosto sfavorevoli, la partecipazione è stata molto buona, anche se leggermente inferiore rispetto all’anno scorso. Il ricavato delle vendite ha raggiunto la cifra di 5600 euro. Ringraziamo tutte le persone che hanno contribuito in vari modi alla preparazione di questo importante appuntamento che ogni anno rinsalda i nostri legami comunitari. Un saluto particolare giunga alla sorella Maria Cibecchini Rossi che proprio alla vigilia del bazar si è sottoposta a un intervento chirurgico che le ha impedito la partecipazione alla giornata comunitaria.
Un saluto affettuoso rivolgiamo alla sorella Margherita Vinçon Caporali che in queste settimane sta affrontando con coraggio e serenità alcuni problemi di salute che l’hanno costretto anche a un ricovero ospedaliero.
La sorella Anita Barbanotti ha conseguito la laurea in logopedia con il voto 110 e lode. Ci congratuliamo con Anita, invocando su di lei la benedizione dell’Eterno anche per i suoi numerosi impegni di testimonianza nella nostra Chiesa e nel campo del lavoro giovanile.
Continua il lavoro del gruppo visite. Sulla scorta di questa attività è nata l’idea di organizzare il 23 dicembre, nei locali di via Manzoni, un pranzo di Natale per tutte le persone che per motivi di distanza e/o di salute non possono partecipare alle attività ordinarie della Chiesa.
Alla fine un appello a non tardare con i versamenti delle contribuzioni; per motivi di contabilità tutti i versamenti effettuati dopo il 31 dicembre 2007 saranno contabilizzati come contributi dell’anno 2008.
Principali appuntamenti ecumenici a Firenze e in Toscana
Dal 1 al 15 dicembre, la Chiesa Avventista festeggia l’inaugurazione del nuovo locale di culto con il progetto “Piantiamo alberi insieme”
Domenica, 2 dicembre, presso i locali della Chiesa Avventista, un convegno in occasione del 400° anniversario della Bibbia di Diodati.
Venerdì, 7 dicembre, presso la libreria Claudiana, presentazione del libro Chi ha sprezzato il giorno delle piccole cose? A Domenico Maselli, Professore, Deputato, Pastore.
Dal 15 al 16 dicembre, in via Manzoni 21, bazar organizzato da Amnesty International.
Diaspora evangelica
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Reg. Tribunale di Firenze, 16 ottobre 1967, n. 1863
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