Diaspora evangelica

Mensile di collegamento, informazione ed edificazione

Anno XLII – numero 4 – aprile 2009

 

 

Da Croce e delizia

di Sandro Penna (1906-1977)*

 

 

 

***

Lasciami andare se già spunta l’alba

Ed io mi ritrovai solo fra i vuoti

capanni interminabili del mare.

Fra gli anonimi e muti cubi anch’io

cercavo una dimora? Il mare, il chiaro

mare non mi voltò con la sua luce? Salva

era soltanto la malinconia?

L’alba mi riporto, stanca, una via.

 

*Nato a Perugia; negli anni trenta entrò in contatto con il mondo artistico di Firenze, frequentando il famoso caffè “Le giubbe rosse”.

 

 

 

 

In questo numero:

·          Meditazione biblica di David Ignazio Buttitta

·          Città e confessioni religiose di Oleg Sisi

·          Il naso tra i libri (e le riviste) di Sara Rivedi Pasqui

·          Intorno al XVII Febbraio: eventi e riflessioni (seconda parte) di Edoardo Canino

·          Mostra dedicata a Giovanni Calvino alla Biblioteca Nazionale

·          Dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine

·          Ecumenicamente (s)corretto di Roberto Davide Papini

 

Dopo una pausa il nostro breve editoriale ritorna al solito posto. Questa volta vorrei utilizzare queste righe per ringraziare tutte le persone che hanno preso a cuore il nostro foglio inserendosi in vari modi nella discussione sul suo attuale profilo e sulle scelte redazionali. Un ringraziamento possa giungere al Concistoro valdese di Firenze, in particolare alla sua presidenza, per i consigli e le osservazioni critiche. Patrizia Barbanotti ha inviato alla redazione una lettera contenete diverse proposte che sicuramente prenderemo in considerazione. Luca Peruggia, Susanna Bracciali e Paolo Luchini hanno scritto a proposito delle nostre rubriche.

Francesco Liedl, nostro giovane collega che nei mesi scorsi ha lavorato per la correzione delle bozze, ha chiesto una pausa di riflessione. Gli diciamo un affettuoso “Grazie!” per il suo contributo.

Il nostro foglio è un cantiere sempre aperto ad aggiornamenti e modifiche. Le valutazioni dei nostri lettori sono e rimarranno per noi le principali indicazioni per il lavoro redazionale. (p.g.)

 

 

 

Un percorso di vita e di speranza: Luca 5,57-62

di David Ignazio Buttitta

 

Gesù nel racconto di Luca si è appena avviato verso Gerusalemme, è il suo ultimo viaggio, quello che lo porterà al Golgota. La narrazione di Luca si discosta per ben dieci capitoli da quella di Marco e di Matteo, nella sua redazione lo spazio e il tempo di questo viaggio vengono dilatati e sono narrati numerosi episodi che negli altri evangeli erano posti in altri contesti o che sono stati ripresi da fonti diverse e rielaborate da Luca. In particolare due dei tre brevi dialoghi sono quasi uguali, parola per parola, con quelli narrati in Matteo 8, 9-12, soltanto che in Matteo sono posti a metà dell’attività di Gesù in Galilea. Chi ha ragione? Non lo sapremo mai, possiamo solo annotare che questi sei versetti sono un tutt’uno a livello contenutistico e formale con i testi che precedono e seguono nel racconto lucano. Ma torniamo al primo episodio. Una persona esclama: “Io ti seguirò dovunque andrai.”

La risposta di Gesù: le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.  Risposta da far cadere le braccia al più entusiasta!

Noi non sappiamo chi era questa persona che si è avvicinata a Gesù, forse un entusiasta che voleva diventare un suo discepolo? Forse una persona che aveva riconosciuto in Gesù soltanto uno dei tanti maestri dell’umanità. Forse una persona che non aveva capito la portata della sua scelta? Sicuramente la constatazione che Gesù fa di se stesso e della sua vita, che non avrà un posto per riposare, smorza ogni entusiasmo e introduce nel racconto e nella spiegazione un termine che noi già conosciamo, Figlio dell’uomo.

Ma passiamo al secondo episodio: Gesù ora invece chiama una persona alla missione. “Seguimi.” Quello risponde: ”Permettimi di andare prima a seppellire mio padre.” La risposta di Gesù è ancora più dura della precedente: “Lascia che i morti seppelliscano i morti, ma tu va ad annunziare il Regno di Dio.”

Sembrerebbe a prima vista una risposta sbagliata e incoerente con il quarto comandamento, onora il padre e la madre e con le consuetudini di allora e, spero, anche attuali di seppellire i propri genitori, ma anche qui l’insegnamento di Gesù che si avvia verso il compimento della sua vita ci vuole fare capire che l’appartenere alla sua sequela significa aver cambiato prospettiva alla propria vita e che quindi risulta in questa ottica assolutamente prevalente il compito di chi è chiamato a seguirlo, il gioioso compito di annunciare il Regno di Dio. Regno di Dio, seconda espressione che dovremmo conoscere.

Ma andiamo avanti, siamo ora al terzo episodio. Anche qui c’è una chiamata di Gesù e la risposta: “Ti seguirò Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia.”

Altra risposta lapidaria e nel contempo umoristica di Gesù: “Nessuno che abbia messo la mano sull’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto al Regno di Dio.” Sì, vi è anche una breve immagine sarcastica; immaginatevi la scena, e quali effetti produce un contadino che invece di guardare dove ara, si volta indietro, con il bue e l’aratro che se ne vanno zigzagando in qua e in là.

E anche qui il discorso di Gesù termina con le parole Regno di Dio e con un forte richiamo rivolto a tutti coloro che lo seguiranno a non farsi distogliere dall’obiettivo che è stato dato loro. L’importanza quindi di questa missione alla quale il Signore chiama è tale che la vita precedente, gli affetti precedenti, le consuetudini che ci appaiono a prima vista giuste, razionali, normali, buone vengono tutte quante messe in discussione, rivisitate dall’annuncio della chiamata che il Signore rivolge.

A questa chiamata non si può che rispondere subito, non c’è tempo per i saluti o altre questioni quotidiane. La spiegazione del testo potrebbe finire qui. Ma quel subito, quel “Seguimi” è rivolto anche a noi.

Nel nostro modo di intendere il rapporto con Dio non c’è distinzione fra il credere e l’essere partecipi all’annuncio del Regno di Dio che viene, non vi sono neanche fra noi coloro che sono demandati a questo compito; per noi ogni credente, secondo i propri doni, nella risposta alla Grazia, è stato chiamato ad annunciare gioiosamente che Dio, attraverso suo figlio Gesù, è entrato nella nostra vita.

La strada è tracciata, il solco del campo del Signore è diritto.

Ma, c’è un ma, siamo capaci sia a livello individuale, sia a livello collettivo di seguire Gesù? Siamo capaci di rimuovere quotidianamente tutta la polvere che entra nella nostra casa? Tutte quelle cose che ci distolgono da un corretto modo di vivere? Siamo certi che tutti i nostri atteggiamenti, con le persone che amiamo, con le persone che incontriamo, siano figli di questa grande speranza che ricordiamo nel giorno di Pasqua?

Siamo dunque imitatori di Cristo come ci chiede Paolo in Efesini nella risposta all’amore di Dio per noi o tendiamo a sostituirci a Dio nel tentativo facile di pontificare su tutto e su tutti?

Noi, come unica chiesa in Gesù Cristo, e sottolineo unica, siamo capaci a duemila anni dalla prima venuta del nostro Salvatore di saper vivere l’amore per il prossimo, senza sostituirsi con il dito puntato al giudizio di Dio, pronti come siamo ad accusare e processare, infamare e forse bruciare chi non risponde ai nostri convincimenti?

È naturale che mi venga in mente il caso Englaro e quella povera famiglia distrutta non solo dal naturale dolore in cui sono vissuti per diciassette anni, ma anche dalle più infamanti accuse strombazzate ai quattro venti, con tutta la potenza mediatica che la circonda.

Sono contento che la nostra città abbia saputo rispondere con la cittadinanza al Signor Englaro. Altri gesti di comprensione e di partecipazione umana a scelte difficilissime che sono state prese da quella famiglia, spero, verranno, anche da parte nostra.

Infine spero che atteggiamenti di giudizio perentorio su tutto e su tutti, compresi la legge e lo Stato, vengano velocemente rimossi, consapevoli finalmente della precarietà delle nostre risposte umane a tanti temi che scuotono le coscienze. L’unico degno di gloria, l’unico il cui giudizio è fondato, l’unico che può nella sua infinita grandezza e libertà dire l’ultima parola è il nostro Dio, il più grande peccato che possiamo compiere è quello di volerci sostituire a lui, è lui che ci salva e che ci può rendere contadini un po’ più accorti nel campo della vita.

 

CITTA' E CONFESSIONI RELIGIOSE: UN CENTRO PER DIALOGARE ED IN-FORMARE.

di Oleg Sisi*

 

Il Centro di In-Formazione Religiosa è il primo ed “emblematico” progetto promosso della Consulta per il dialogo con le Confessioni Religiose (già Conferenza Permanente) del Comune di Firenze. Esso, infatti, testimonia, come espresso nel documento di proposta di costituzione, «la “sensibilità” delle Istituzioni Pubbliche per una diffusione della cultura religiosa ed il “desiderio” delle diverse Confessioni facenti parte della stessa [Consulta] di realizzare iniziative volte a soddisfare tale sensibilità».

Il progetto del Centro, elaborato assieme al consigliere comunale Marco Ricca ed al pastore Mario Affuso della Chiesa Apostolica Italiana, prevede tre attività fondamentali: documentativa, informativa e formativa.

Sotto il profilo documentativo, si propone di raccogliere e catalogare atti, documenti, statuti e dati statistici che assicurino notizie circa la nascita, lo sviluppo storico e gli orientamenti dottrinali di ogni religione presente in città, i rapporti ufficiali con lo Stato italiano, oltre ad informazioni verificabili riguardo la consistenza di ciascuna comunità sul territorio fiorentino.

Le Confessioni che compongo la Consulta sono invitate, secondo le proprie capacità, a contribuire alla composizione del materiale documentativo fornendo, sotto forma di donazione, un primo gruppo di testi fondamentali in relazione alle tre aree disciplinari individuate dalla commissione che si è occupata della progettazione, quali: storia, pensiero teologico e attualità. Ovviamente per la realizzazione di quest'opera di raccolta e catalogazione giungono in nostro aiuto gli strumenti informatici: auspichiamo, infatti, di poter dare vita non solo ad un archivio cartaceo, che potrà integrare il già ricco fondo librario della biblioteca del Quartiere 4 – il cui presidente ha salutato con vivo interesse questa iniziativa e dove presumibilmente sarà ospitata la sede del Centro - ma un network capace di collegare on-line gli archivi già informatizzati delle comunità religiose di Firenze, in modo da condividere in rete questo prezioso patrimonio di conoscenza assieme ai cataloghi delle biblioteche civiche.

Sotto il profilo informativo-formativo il Centro desidera invece rispondere alle esigenze conoscitive emerse - specialmente negli ultimi anni - in ambito scolastico di fronte ad una sempre più crescente eterogeneità etnica e culturale della popolazione studentesca, al fine di fornire le informazioni e gli strumenti più idonei a docenti e studenti per meglio comprendere le caratteristiche delle diverse Confessioni e facilitare, di conseguenza, processi d'integrazione ed interazione.

Il Centro desidera quindi rivolgersi in primo luogo alle scuole dell’area metropolitana fiorentina, di ogni ordine e grado, interessate ad entrare in contatto con la vasta ed affascinante materia religiosa; in secondo luogo ai mezzi di comunicazione locali, siano questi quotidiani, periodici, radio o televisioni, offrendosi come utile strumento di documentazione per favorire un'informazione chiara e corretta riguardo gli aspetti che contraddistinguono ogni confessione ed in particolare i contesti culturali in cui maturano “fenomeni ed espressioni religiose” oggetto di cronaca ed attualità; ed infine a tutta la cittadinanza, in quanto luogo di consultazione ed informazione. Con tali premesse, il Centro potrà essere presto riconosciuto quale sede “naturale” della Consulta e, ci auguriamo, anche come luogo d'incontro e sincero dialogo culturale, certi che attraverso la valorizzazione di ciascun patrimonio di fede potremo apportare – o quanto meno tentare di dare - un contribuito concreto per la promozione sociale e morale dell'intera città.

*Direttore del Centro di In-Formazione Religiosa. Ci scusiamo con l’Autore per l’espressione inesatta “funzionario del Comune di Firenze”, usata nel precedente numero di Diaspora Evangelica.

 

 

Il naso tra i libri (e tra le riviste): Le voci dal bosco

di Sara Rivedi Pasqui

 

Il titolo mi incuriosisce, anzi mi affascina, molto dolce e poetico, ma anche misterioso ed intrigante. L’autore mi è sconosciuto. Tutto questo e l’amore che nutro per gli alberi mi spingono ad acquistare il libro e così, con stupore e piacere, scopro uno scrittore che esalta e rispetta il paesaggio, in modo particolare quello della terra in cui vive, la valle del torrente Vajont e zone limitrofe.

Mauro Corona è uomo assai versatile il quale ha vari interessi, la scrittura, la scultura lignea e l’alpinismo, ma è schivo, riservato, solitario ed infatti, malgrado il successo raggiunto, continua a vivere con la moglie ed i figli a Erto, il piccolo paese natio situato su di uno sperone roccioso nel Friuli occidentale perché ama la quiete, il silenzio, il rapporto continuo e diretto con la natura. Da giovane si è adattato a praticare il faticoso mestiere dello spaccatore nella cava di marmo a Buscada pur di rimanere vicino ai luoghi dell’infanzia, alle cime dei suoi monti, ai boschi, ai verdi pascoli. Si rivela un valido scrittore quando un amico giornalista pubblica alcuni suoi racconti sul quotidiano Il Gazzettino. Si rifiuta di usare il computer, è fedele alla carta ed alla penna quasi a voler trasmettere meglio i suoi pensieri, sentimenti, messaggi al lettore. Accanto al mestiere di scrittore esercita con grande abilità quello dello scultore e dell’arrampicatore. La passione per la lavorazione del legno l’ha ereditata non solo dal nonno, ma da tutta la sua gente che una volta intagliava per necessità creando attrezzi ed utensili da usare e da vendere, ma per Corona è una vera arte. Infine egli è noto e famoso nel mondo dell’alpinismo per aver aperto numerose vie (circa 300) sulle sue montagne ed anche all’estero partecipando a molte spedizioni. I suoi libri profumano di legno come la sua “bottega”, di bosco, di neve, di fiori alpini. Dal 1997 ad oggi ne ha pubblicati circa una ventina e tutti esaltano la terra in cui vive e narrano storie di alberi, animali, montanari, leggende di santi, streghe, sortilegi, miracoli. Con il volume Voci del bosco lo scrittore ci guida attraverso i boschi a lui tanto cari, alla scoperta degli alberi come il maggiociondolo dai profumati fiori gialli disposti a grappolo, l’abete, il larice, il carpino, la betulla, il pino e così di seguito. Proseguendo in questa passeggiata ed inoltrandosi nel bosco di Erto l’Autore ci confessa come egli vede gli alberi, creature viventi con la loro personalità, simili agli uomini per carattere, struttura fisica, fragilità psicologica, virtù e difetti. Ad esempio il carpino è generoso, la betulla elegante e sinuosa come una snella fanciulla, il larice così forte e resistente da permettere al montanaro di adoperare il suo legno per costruire i tetti delle case, modeste, ma solide. Corona ci confida che esistono anche alberi ostili ed egoisti come l’agrifoglio superbo per le foglie sempre verdi e lucenti e l’infida muga (pino mugo) il cui corpo si nasconde nel terreno. L’albero di cui lo scrittore parla con profondo rispetto è il grande abete della val Zemola, il guardiano della valle, vecchio di cinquecento anni, ormai morto da tempo e tutto bianco poiché il fusto ed i rami sono stati dilavati dalle intemperie, tuttavia ben diritto, simile ad una scultura di pietra. Alla fine pure lui si arrenderà cadendo, distendendosi a terra e preparandosi a trasformarsi in humus benefico. Tanto è l’amore dello scrittore per gli alberi da fargli vagheggiare un paradiso per loro proprio perché li ritiene esseri viventi con un corpo che si dissolve ed uno spirito che si perpetua. Il libro piacevole a leggersi è impreziosito da numerose e suggestive illustrazioni, disegni degli alberi eseguiti dallo stesso Corona, epifania di un amore immenso per queste creature dei boschi a cui egli da un’anima. Voci del bosco è piccolo ma delizioso, gratifica, rasserena,al tempo stesso è una vera lezione di civiltà e di rispetto per la natura che noi esseri umani dovremmo preservare e proteggere, non distruggere, scempiare, tormentare. Lo scrittore dedica questo libretto ai piromani “poiché riflettano”.

Mauro Corona, Le voci del bosco, Mondadori 2008, pp.120, prezzo: 12 euro.

 

“Lavavetri” e la Comunità delle Piagge

 

Pubblichiamo volentieri la breve presentazione del libro “Lavavetri” anche per esprimere la nostra comunione con la Comunità di base delle Piagge, colpita nei giorni scorsi da un ripugnante atto vandalico con riferimenti all’ideologia fascista. (p.g.)

 

Il titolo ufficiale del libro di Lorenzo Guadagnucci è “Lavavetri”, ma la copertina è come un manifesto, con una lunga frase che si ispira a un celebre aforisma del pastore protestante Martin Niemoller riferito al nazismo. Il titolo completo suona dunque così: “Prima vennero per i rom ma io non dissi nulla perché non ero un rom. Poi vennero per i lavavetri e io non dissi nulla perché non ero un lavavetri. Poi vennero per gli immigrati e io non dissi nulla perché non ero un immigrato. Poi vennero per i mendicanti e io non dissi nulla perché non ero un mendicante. Poi vennero per me e non c'era più nessuno che potesse dire qualcosa”.

Il libro, scritto da un giornalista-attivista, individua nell'ordinanza contro i lavavetri del Comune di Firenze (estate 2007) uno spartiacque politico e culturale. Da quel momento in poi il tema della sicurezza non è più un tabù per la cultura democratica e progressista, così i temi classici della destra politica – il binomio legge e ordine, l'ostilità per gli stranieri – hanno occupato tutto il campo. Poche settimane dopo il “caso lavavetri”, nel novembre 2007, esplode il “caso Reggiani”, con l'uccisione a Roma di Giovanna e la successiva campagna politica e mediatica contro l'immigrazione dalla Romania. “Lavavetri” ripercorre le tappe dell'imbarbarimento sociale che ha investito l'Italia e cerca di individuare le possibili vie d'uscita sul piano civile e culturale.

Sotto questo profilo, due importanti contributi vengono da due interviste. La prima – a Paola Reggiani, sorella di Giovanna, e Patrizia Barabanotti – racconta la “risposta” della famiglia Reggiani e della comunità valdese fiorentina all'uso politico che si fece del delitto, con l'avvio di un dialogo con le comunità rom. La seconda, ad Alessandro Santoro, prete delle Piagge a Firenze, ripercorre i momenti chiave della protesta nonviolenta che seguì alle ordinanze e riflette sulla necessità di ricostituire un tessuto civile di base a partire da comunità locali solidali.

Lorenzo Guadagnucci, Lavavetri, Terre di Mezzo-Le Piagge, prezzo: 7 euro.

 

 

Intorno al XVII Febbraio: eventi e riflessioni (parte seconda)

 

Serata dei diritti, di Edoardo Canino

Nel pomeriggio di sabato, 14 febbraio, presso il Centro comunitario di via Manzoni, si è svolta la “Serata dei diritti”, in occasione dei festeggiamenti del XVII Febbraio, data assai nota alla comunità valdese in quanto ricorda la promulgazione delle lettere patenti di Carlo Alberto, formale riconoscimento dei diritti civili al popolo valdese. Tale atto è assurto come pietra miliare della libertà religiosa in Italia ed è comunque sconosciuto ai più. Per questo la comunità fiorentina della Chiesa Valdese ha voluto ricordare questa data con l'ausilio di coloro che, ancora oggi, aspettano di veder riconosciuti i propri diritti, la propria libertà d'azione e di pensiero. L'associazionismo e le testimonianze di esperienze extra ecclesiastiche hanno segnato questo appuntamento.

La manifestazione, organizzata dalla Presidenza del Concistoro Valdese (Debora Spini, David Buttitta e Pawel Gajewski) è stata divisa in due parti, corrispondenti alle due tematiche affrontate: diritti dello straniero, emarginazione sociale ed economica.

La prima parte ha visto la partecipazione diretta di fratelli stranieri che hanno raccontato il loro percorso di vita ed integrazione nel nostro paese. Da tali esperienze emergeva il dualismo della nostra società che accoglie a volte ma a volte no, che capisce a volte ma a volte no, che si impegna a volte ma più spesso no. Una riflessione su quanto è possibile fare e non stiamo facendo è stata fortemente stimolata.

L'ARCI con il progetto “Liberarci dalle Spine” ci ha raccontato come la società civile sta cercando di reagire al cancro della criminalità organizzata, sostenendo e promuovendo, nel caso di specie, la cooperativa agri-biologica “Lavoro e Non Solo” di Corleone che, nella tana del lupo (cioè nelle proprietà che furono sequestrate e confiscate a mafiosi come Totò Riina), sta testimoniando che un altro mondo è possibile.

Amnesty International ha parlato della resistenza al riconoscimento globale dei diritti inalienabili, ad opera di tutti i governi, anche da quelli più “democratici” e rappresentativi. Nonché delle difficoltà a diffondere e promuovere ciò che è sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino.

Poi l'esperienza, da chi l'ha vissuta in prima persona, della prigionia da oscure malattie dell'intimo come anoressia, bulimia, obesità, compulsività, cioè i cosiddetti disturbi alimentari dai quali si può uscire, anche grazie al sostegno di associazioni di auto-aiuto quali la Crisalide. Il sentirsi in famiglia pur non essendo nella propria famiglia, la capacità di ascolto discreto, mai invasivo, l'assenza di giudizio sono elementi ricorrenti nei racconti e con essi il senso di una ritrovata armonia e pace (una splendida creatura e la sua mamma, ora felice, sono state la testimonianza più esplicita).

Patrizia Barbanotti ha raccontato che nel percorso verso l'organizzazione di un qualcosa che aiutasse i rumeni, stanziali in Italia e non, ad uscire dall'isolamento culturale e dall'odio preconcetto, stimolato dal sensazionalismo mediatico, ha incontrato numerose persone tra cui Lorenzo Guadagnucci, che ci ha parlato del suo libro “Lavavetri”, Terre di Mezzo 2009. Il libro nasce dalla discussa delibera del Comune di Firenze che dichiarava tolleranza zero ai disturbatori semaforici di professione, nonché dalla considerazione che l'indifferenza è un male da combattere con tutte le forze e che prima o poi potrebbe riguardare tutti, noi compresi.

Liberarsi (dalla necessità del carcere), costola dell’Associazione Pantagruel, è un’iniziativa volta a promuovere l'eliminazione della pena dell'ergastolo, ritenuta ingiusta perché priva di possibilità di recupero alla quale dovrebbe invece tendere. L'esperienza del “fine pena mai”, vissuta dai volontari, è angosciante e priva di quella speranza che nella vita di ogni essere umano non dovrebbe mai mancare.

Insomma l'esperienza edificante vissuta in quel pomeriggio, nel corso del quale non sono certo mancati momenti di lode, deve essere ripetuta, ampliando l'offerta e coinvolgendo sempre di più coloro i quali condividono con noi percorsi paralleli di impegno per una società più libera dai gioghi del qualunquismo e “giuridicamente” più giusta.

Alla fine sembra più che giusto menzionare e ringraziare Simone Conforti, Myung San Ko (Lisa), Francesco Liedl per il loro contributo musicale che ha fatto da canovaccio a tutta la serata. Le infaticabili signore del gruppo “Ricevimenti” della Chiesa valdese meritano una particolare riconoscenza per l’eccezionale rinfresco offerto agli ospiti della serata.

 

foto 17 febbraio

 

 

 

Metà febbraio in montagna, di Paul Krieg

 

Veramente Casa Cares non è “in montagna”. A cinquecento metri di altitudine sopra di noi ce ne sono ancora oltre ben mille fino al Pratomagno. Ma pensare di recarsi a Reggello a un inverno inoltrato sembra un’impresa. Ovviamente Carlo Alberto non ha pensato alle condizioni atmosferiche quando è stata scelta la data per concedere i diritti civili ai valdesi nel 1848. Per questo motivo, intorno al 17 febbraio, dal 1986 a oggi, anche a Reggello si commemora questo passo importante dell’evoluzione verso la Nuova Italia.

Come diciamo ogni anno sui nostri avvisi, “E’ una festa per tutti i cittadini”. Aperta al pubblico, la festa inizia con una conferenza, seguita da un buffet e il tradizionale falò.  I temi ed i relatori variano ma il pubblico tipico è un bel misto fra membri delle comunità evangeliche toscane, reggellesi, ed altri amici. Onestamente ammettiamo che eccezionalmente il tempo può essere proibitivo. Mi ricordo l’anno in cui che la neve e l’impraticabilità delle strade ci hanno costretti a spostare l’incontro al Gould, anche perché il relatore era Gino Conte, un nostro pastore che tanti fiorentini volevano ascoltare. Credo che Gino sia stato il primo a trattare l’argomento che nel tempo è diventato sempre più importante per Casa Cares e anche per la nostra società: il rapporto fra la fede e l’ambiente.

Quest’anno siamo tornati al tema con una conferenza su “Casa Cares – Centro Ecologico”. Ho presentato tramite diapositive dei settori di impegno del centro per la cura dell’ambiente: risparmio, riciclaggio, manutenzione, terreno, tecnica, cucina, utenti, teologia.  Capiamo che le risposte, per quanto spesso logiche e ovvie, non sono mai semplici. Informandosi e vivendo certe realtà quotidianamente ci rendiamo conto della complessità delle sfide da affrontare. Ultimamente abbiamo, comunque, fatto un gran passo avanti, la messa in opera di un impianto fotovoltaico che può produrre fino al 20Kw di energia elettrica per il nostro uso e per l’immissione nella rete nazionale.

Il punto centrale della conferenza era la presentazione di Luca Rasoti, da sei anni il nostro agricoltore, dell’agricoltura biologica. Luca si è immerso nella materia da circa 30 anni e abbina le sue conoscenze con una grande capacità di comunicarle ad altri.  Come ho potuto notare, quando parliamo del grande patrimonio di Casa Cares, Luca ne è certamente un elemento importante.

Abbiamo approfittato della presenza di Valdo Spini, che ci ha parlato della sua proposta di legge presentata a gennaio sull’istituzione di una “Giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero”. Come tante risposte per la cura dell’ambiente, anche questo sembra logica e ovvia, ma, di nuovo, non è semplice, almeno nel nostro paese.

Abbiamo concluso la serata con il buffet, con tanto di complementi a Iris Amico, la nostra cuoca da diciannove anni, ed un bel falò toscano per festeggiare la libertà civile e religiosa nel nostro paese.

 

Anno di Calvino a Firenze: mostra dedicata a Giovanni Calvino nei locali della Biblioteca Nazionale

 

Sabato, 14 marzo è stata inaugurata la mostra delle stampe cinquecentesche delle opere di Giovanni Calvino, arricchita con undici panelli didattici preparati dal Centro culturale valdese di Torre Pellice. La mostra è curata da Silvia Alessandri e Piero Scapecchi della Biblioteca Nazionale e da Franco Giacone e Pawel Gajewski, in rappresentanza del Centro culturale protestante “P.M. Vermigli” di Firenze.

La mostra sarà visitabile fino al 24 aprile, da lunedì a sabato, negli orari d’apertura della Biblioteca Nazionale. L’ingresso è gratuito.

 

 

Dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine

 

Chiesa apostolica italiana

Laurea. Il giorno 20 marzo presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociologiche dell’Università di Bologna (Alma Mater Studiorum) Alessia Rachele Magni (della Chiesa Apostolica Italiana di Firenze/Prato) ha conseguito, con il massimo dei voti e lode, la laurea specialistica in «Occupazione, mercato, ambiente», segnatamente in «Mercato e comportamento di consumo», discutendo la (voluminosa) tesi «Wedding planner e Marketing esperienziale come piattaforma relazionale» (Rel. Prof. Piergiorgio Degli Esposti). Alla neodottoressa le più vive felicitazioni con l’augurio di un incisivo impegno professionale.

 

Domeniche dialogate (Firenze, Via M. Morosi). Ogni seconda domenica del mese, dalle ore 10,30 alle 12,45, l’incontro è dedicato allo studio biblico-teologico secondo la consueta formula: lettura ampliata di una base d’ascolto, consegnata in copia a tutti i presenti, e conversazione di recezione e di approfondimento. Durante l’anno 2009 continuerà un percorso ecclesiologico che si svolgerà come segue: 12 aprile 2009: Chiesa locale ed evangelizzazione; 10 maggio 2009: Chiesa locale luogo del quotidiano; 14 giugno: Aggiornamento teorico-pratico su “La predicazione”.

La partecipazione è aperta a tutti.

Forum teologico giovanile (Prato, Casa pastorale, Via Vespucci 3/18). Gli incontri si hanno il quarto sabato di ciascun mese, dalle ore 16,00 alle ore 17,00/30. Saranno trattati, come voluto dai partecipanti, temi di teologia sistematica secondo il seguente diario: 25 aprile 2009: Cosa è la ‘non credenza’?; 23 maggio 2009: Cosa è la futurologia?; 27 giugno 2009: Cosa è la kairologia?.La partecipazione è aperta a tutti.

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

L’appuntamento per il culto rimane domenica alle ore 11:00, anticipato da mezz'ora di canti. Tutte le attività si svolgono regolarmente: scuola domenicale, gruppo giovanissimi, gruppi di preghiera nelle case. La riunione di giovani il Giovedì sera alle 19.30.

Il 15 febbraio si è tenuta la domenica delle Missione con mercatino per la raccolta fondi per la realizzazione di tre pozzi in Zimbabwe. Gradito ospite, il pastore C.H. Chiromo della Rete Africana Battista per la Pace.

Il 15 marzo, culto e predicazione sono stati curati da Pasquale Iacobino.

Prosegue il ciclo di appuntamenti di studio dedicati alla figura di Giovanni Calvino, tenuti dal pastore Raffaele Volpe. Mentre il martedì sera, a partire dalle 19.30, Patrizia Sciumbata tiene un ciclo sulla Storia di Israele, dai Patriarchi ai giorni nostri.

Il 21 marzo è stata inaugurata la sala di culto a Scandicci, mentre per il 29 marzo è previsto un Culto con celebrazione di Battesimi. Su questi due appuntamenti ci soffermeremo nel prossimo numero di Diaspora.

 

Chiesa evangelica luterana

Nel mese di aprile continuano i concerti d'organo nella Chiesa Luterana, Lungarno Torrigiani.

8 aprile: organo; 15 aprile cembalo, 22 aprile: organo e tromba. Sempre alle 21, ingresso libero.

Cerchiamo nuove voci per il nostro coro, ogni giovedì alle 20, nella nostra sala comunitaria in via dei Bardi 20. Non è necessaria esperienza.

Venerdì Santo, 10 aprile, alle 10 celebreremo il culto solenne nella Chiesa Lungarno Torrigiani; domenica, 12 aprile, sempre alle 10, si terrà il culto di Pasqua.

 

Chiesa evangelica metodista

Domenica, 5 aprile (le Palme), alle 10.30 si terrà nel nostro tempio il culto congiunto delle chiese evangeliche fiorentine.

Attività ordinarie della Chiesa: tutte le domeniche, alle 10.30, culto (la prima domenica di ogni mese con cena del Signore); il 1° e il 3° martedì del mese, alle 18, studio biblico.

 

Chiesa evangelica valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

 

Dal Concistoro

Il Concistoro desidera condividere alcune delle sue più importanti decisioni prese durante la seduta del 17 marzo:

1) lettera di saluto a Beppino Englaro, cittadino onorario di Firenze (il testo è pubblicato in seguito);
2) ospitalità alla Chiesa cristiana evangelica “Assemblea di Dio”: due volte alla settimana, venerdì e la domenica sera, dalle 19.30 alle 21.30, iniziando dai primi di aprile;
3) nel centenario della nascita di Tullio Vinay: preparazione della serata comunitaria e l’apposizione della targa commemorativa sul frontone dell’edificio di via Manzoni il 13 maggio;
4) convocazione dell’assemblea di chiesa (elettiva e deliberativa) per il 24 maggio (la quarta domenica del mese).

Il Concistoro ha sollecitato inoltre i gruppi di lavoro sui vari aspetti della nostra testimonianza (in particolare il gruppo “Stampa e comunicazione), istituiti dall’assemblea di chiesa del giugno scorso, a riunirsi e a intensificare il loro lavoro.

Il Concistoro informa con grande gioia che il suo presidente, David Ignazio Buttitta è stato nominato coordinatore della Consulta per il dialogo con le Confessioni Religiose (già Conferenza Permanente) del Comune di Firenze.

 

Vita della chiesa

Delia Fontana Zaccaro ha concluso il suo cammino in mezzo a noi. Fra sei mesi avrebbe compiuto 103 anni. Sabato, 21 marzo, agli Allori ci siamo riuniti per ascoltare la Parola di Dio e darle il nostro estremo saluto. Alla sua Famiglia esprimiamo le nostre sentite condoglianze e affermiamo la comune fede nella risurrezione.

Salutiamo con gioia Sara Bottini Sansone che nei giorni scorsi a Pisa si è sottoposta a un delicato intervento oculistico. Siamo felici che la guarigione proceda bene e preghiamo affinché il Signore la sostenga nel suo prezioso servizio alla Comunità.

Alla fine di marzo Olivia Bertelli si è sottoposta a un intervento di chirurgia ortopedica. Siamo vicini a Olivia in questi giorni di ricovero e ci rallegriamo di poter rivederla, qui in chiesa, durate le festività pasquali.

Vogliamo essere particolarmente vicini a Wanda Senesi Bottini e a Giancarlo Miranceli. Wanda è ricoverata a causa della rottura del femore e Giancarlo sta seguendo un ciclo di chemioterapia.

Alla fine una lieta notizia! Salutiamo con gioia la nascita di Andrea Attias, figlio di Paola Costa, nipote di Mirella Ricca e Giuseppe Costa. A tutta la famiglia del neonato Andrea possa giungere un affettuoso abbraccio di tutta la comunità.

 

Celebrazioni pasquali

Domenica, 5 aprile (le Palme), il culto in via Micheli sarà sospeso per facilitare la partecipazione al culto congiunto, alle 10.30, nella Chiesa metodista di via De’ Benci. Il culto del Venerdì Santo, 10 aprile, si terrà nel tempio di via Micheli alle 18.30. Domenica, 12 aprile (Pasqua della Risurrezione) il culto con Cena del Signore si terrà alle 10.30.

 

Diaspora di Pistoia ed Empoli

Concludiamo con alcune notizie sulla nostra diaspora. Il 29 marzo il pastore Gajewski ha predicato durante la messa nella parrocchia cattolica di Pistoia il cui titolare, Don Roberto Breschi è responsabile delle relazioni ecumeniche per la diocesi di Pistoia. Il gruppo di diaspora si riunisce ogni primo giovedì del mese, alle 20.30 nei locali della Chiesa evangelica battista. I prossimi appuntamenti sono previsti il 2 aprile e il 7 maggio.

A Empoli il culto domenicale per il locale gruppo di diaspora valdese è celebrato la terza domenica del mese (19 aprile) alle 16.30 nel locale di via Pontorme.

 

2009: uno sguardo ironico su Calvino (Calvindrier, Eglise protestante de Genève)

 

 

ECUMENICAMENTE (S)CORRETTO

di Roberto Davide Papini

 

Cari lettori, vi scrivo questa rubrica sotto l’occhio vigile e censorio di due emissari della Conferenza episcopale italiana, appoggiato sul tavolaccio della mia cella di Castel Sant’Angelo. Speravo di poter continuare a dileggiare impunemente e liberamente la Chiesa cattolica romana, ma non è stato possibile e sono stato rinchiuso in attesa del processo per vilipendio. In fondo, è stata la mia fortuna perché da qui, nel cuore del potere vaticano posso comprendere meglio alcune cose e così mi appare chiaro quanto ingiustificati e strumentali siano stati gli attacchi al Papa per aver detto che il preservativo non serve nella lotta all’Aids, anzi, è dannoso. Le critiche non tengono conto di alcuni dati di fatto che, illuminato da questo luogo di preghiera e santità, ho potuto comprendere.

1) Joseph Ratzinger non parla solo da indiscussa e indiscutibile autorità morale e religiosa, visto che nel suo percorso di formazione teologica c’è anche una ben nota specializzazione in immunologia, settore dove è uno dei massimi luminari. Non come quei cialtroni di “dottorucoli” che non sanno parlare altro che di preservativi.

2) Il Vaticano risulta essere l’unico Stato del tutto e da sempre immune dall’Aids e quindi ci sarà un motivo, no? È proprio l’efficace strategia anti-Aids della Santa Sede a legittimare gli interventi papali in materia più di chiunque altro.

3) Come molti alti prelati hanno sottolineato, quelle parole del Papa sui preservativi erano “una battuta detta in aereo” mentre si recava in Africa. Mi pare molto scorretto da parte dei giornalisti riportare le battute del Papa dette in aereo, questa è malafede e non rispetto della verità. Le battute del Papa sopra i 10mila metri, infatti, non vanno riportate come ampiamente prescritto dal codice di diritto canonico che ogni buon giornalista dovrebbe seguire.

4) Infine, diciamocelo: se uno seguisse in pieno il magistero della Chiesa cattolica romana non si ammalerebbe di Aids e quindi chi si ammala un po' se l'è voluta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

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