Salì al cielo, siede alla destra di Dio


(testi di riferimento: Luca 24, 50-53 e Atti 1, 9-11)

Il Credo della chiesa antica dedica uno spazio non irrilevante al tema dell'Ascensione di Gesù, c'è un testo un po' più lungo nel Credo Romano (breve): Salì al cielo, siede alla destra di Dio (Padre Onnipotente); un testo breve nel Credo Niceno (più lungo): salì al cielo e siede alla destra del Padre. Dal punto di vista della tradizione cristiana è una festa dimenticata e ormai cancellata dal calendario, almeno da quello civile. Al di là dell'opportunità della festa, quello che invece preoccupa è che se ne sia perduto il senso nella teologia della chiesa.

1. Due testi di Luca: Luca 24, 50-53 viene subito dopo il racconto dei due discepoli che incontrano il Risorto nella forma di uno sconosciuto sulla via di Emmaus; conosciamo la storia e sappiamo che questi sono subito tornati a Gerusalemme per raccontare cosa era loro avvenuto. Qui compare il Signore Risorto, che parla, ricorda,  ammaestra i discepoli, chiamandoli "testimoni" (v.48) e annuncia la venuta dello Spirito. Siamo nella notte della prima giornata della risurrezione: "poi li condusse fuori fin presso Betania e alzate in alto le mani li benedisse. Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato nel cielo" (v.50-51).

Il secondo testo è in Atti 1; dovrebbe essere lo stesso autore del Vangelo o almeno della stessa scuola, ma qui il tempo sembra allungarsi. Si parla di molte apparizioni di Gesù "con molte prove" per 40 giorni (v.3). Anche qui ci sono delle istruzioni e l'annuncio della venuta dello Spirito con il ricordo di Giovanni il Battista, che aveva lui stesso annunciato un battesimo "nello Spirito Santo" (v.5). Segue una richiesta di chiarimento sullo "stabilire il regno d'Israele", che Gesù rimette all'autorità del Padre. Gesù ribadisce la imminente venuta dello Spirito che darà potenza ai discepoli, che anche qui sono chiamati a diventare "testimoni" in Gerusalemme, Giudea, Samaria e fino alle estremità della terra, l'ecumene del tempo. Questo è il programma di cui il libro degli Atti descriverà l'attuazione. Poi si descrive una "elevazione" di Gesù al cielo, mentre una nuvola lo nasconde agli sguardi dei discepoli. A questo punto si presentano due uomini in vesti bianche (come quelli della tomba vuota in Luca 24,4) che annunciano che Gesù ritornerà nello stesso modo in cui lo si è visto andare in cielo.

C'è una contrazione del tempo nel primo testo o una sua dilatazione nel secondo? Altri testi del N.T., come gli inni cristologici, parlano di uno scendere e di un salire, o usano il concetto di preesistenza per parlare di Gesù come della rivelazione di Dio stesso. Qui è importante affermare che il Crocifisso è identico al Risorto ed ha vinto, realmente per sé e simbolicamente per noi, anche la morte, iniziando una nuova creazione, il Regno di Dio, di cui è la primizia. I 40 giorni sono una reminiscenza del tempo del deserto del popolo uscito dall'Egitto, o di Elia, o di Gesù stesso nel tempo della sua preparazione. Anche i discepoli hanno bisogno di preparazione: come altri prima di loro hanno incontrato Dio e hanno fatto l'esperienza di essere da lui soccorsi in molti modi, i discepoli in molti modi e occasioni incontrano il Risorto e mangiano con lui. Però questo tempo finisce, è a termine; ci sarà un netto distacco fra il tempo delle apparizioni che fa dei discepoli  "i testimoni" e i tempi successivi, quando lo Spirito sarà all'azione. Con l'eccezione di Paolo, che dice di avere anche lui incontrato Gesù Risorto (per ultimo).

 

2. Due salmi: il 2 e il 110. Sono "salmi di intronizzazione del Re" dove sembra che Dio stesso scelga il re e lo proponga per una specie di apoteosi, come era il linguaggio usuale alle corti dei potenti. Non sembra che Israele abbia espresso tale idolatrica venerazione per i suoi re, dei quali ci vengono impietosamente rivelati tutti i difetti e gli errori. Più tardi si è attribuito l'invito "Siedi alla mia destra" al re messianico, lui sì sarebbe stato veramente "Figlio di Dio" e avrebbe "corretto i giudici della terra" o esteso il suo potere fino all'estremità del mondo abitato. Attribuire il massimo dell'onore e del potere a chi se ne è spogliato al punto da lasciarsi crocifiggere, a chi ha sconfitto il potere della violenza e del male, lasciandosene stritolare, ma mantenendo l'amore per i nemici, questo è il centro dell'Evangelo, ma anche della rivelazione del Dio di Abramo. Si tratta di due salmi che quasi non si possono leggere per intero e si possono considerare pericolosi se uno li attribuisse a sé per trionfare dei propri nemici; sono invece carichi di speranza se annunciano la vittoria di chi ha preso su di sé tutto il male del mondo per trascinarlo nell'abisso, portando in alto il bene e l'amore.

 

3. Due chiese: come nell'interpretazione dei due salmi, ci sono due tipi di chiesa. C'è la chiesa che si sente la continuazione diretta della presenza di Cristo e si attribuisce da sé il posto alla destra di Dio e da lì ha esercitato un potere infinito e incontrollabile, visto che si ritiene di diretta derivazione divina. E poi c'è quella dei 40 giorni o dei 40 anni, che è sempre in preparazione ed attesa; ogni tanto le sono dati dei segni della nuova realtà della risurrezione, ma attende sempre la nuova creazione per sé e per il mondo. Noi ci identifichiamo più facilmente nella seconda, ma dobbiamo esercitare ugualmente il senso critico per renderci conto se siamo veramente testimoni, che hanno ricevuto la potenza dello Spirito Santo. Per la chiesa dei 40 giorni poi c'è stata la Pentecoste, che le ha dato "il potere dello Spirito", ma esso si è tradotto in capacità di testimonianza e di fedeltà nel cammino della croce non è assolutamente un potere politico o giudiziario e neanche morale.

Gesù, il Crocifisso Risorto, è salito in cielo, mentre la chiesa (il suo corpo) vive e combatte sulla terra. Con la potenza dello Spirito è possibile alla chiesa seguire le orme del suo capo e resistere al male, sa che parteciperà un giorno alla gloria del suo capo. Sa che Gesù ha dato un fine glorioso alla sua e alla nostra storia e che anche le nostre povere storie della nostra difficile vita sono destinate ad un futuro glorioso nel Regno di Dio.

            Ci saranno sempre e di nuovo dei messaggeri (angeli) che spiegheranno e interpreteranno nel modo giusto la Parola in modo che non ne abusiamo per prender potere sugli altri, ma continuiamo a ricevere la chiamata e la promessa, continuiamo ad avere il programma di estendere la testimonianza fino alle estremità della terra. Al nostro mondo è più che mai necessario l'annuncio della venuta del Regno della Pace!

            L'Ascensione di Gesù rappresenta la differenza fra Cristo, il capo, e la chiesa, corpo: non è ammessa una continuità immediata che darebbe alla chiesa lo stesso posto che deve esser riservato unicamente a Cristo. Dare onore a Cristo e vederlo alla destra del Padre significa inaugurare un profondo senso critico nei confronti di tutti i poteri sulla terra e metter in luce il servizio della chiesa, discepola della croce, in favore degli ultimi ai quali è promesso il futuro di Dio.