Non so se mia figlia Ester, ma sicuramente una mia nipotina di 11
anni lo capirebbe e ce lo spiegherebbe in tutta la sua forza e
efficacia. Poi per giunta con la chiara indicazione di Paolo che
abbiamo letto la cosa sarebbe ancora più semplice.Efesini 5
versetto 5: nessun……avaro che è un idolatra ha eredità
nel regno di Cristo e di Dio.
La storia è molto semplice, è una semplice osservazione
di Gesù rivolta ai discepoli, ci fa notare la differenza
sostanziale e non formale delle offerte che vengono donate al tempio di
Gerusalemme fra dei ricchi e una povera vedova.I primi davano una gran
quantità di soldi, la povera vedova due spiccioli, ben poca cosa
per le finanze del tempio, ma quei due spiccioli erano tutto quanto
aveva per vivere.I primi e tutti gli altri, dice il testo, davano solo
il superfluo.
Con la premessa che ho appena fatto potrei chiudere la predicazione
qui, è talmente ovvia l’attualizzazione del testo che noi tutti
nella colletta o diamo solo il superfluo o siamo molto diversi da
quella vedova.Finendola qui, da una parte forse ci sarebbe l’effetto di
una colletta più abbondante dove non daremo semplicemente il
superfluo e dall’altra ci porteremo nel cuore e nella mente la
constatazione che il nostro modo di comprendere l’evangelo è
superficiale, il nostro modo di vivere non è scalfito
dall’evangelo.Questi due effetti della lettura di questo testo non
sarebbero comunque cosa da poco, rimpingueremo le scarse entrate della
nostra comunità da una parte, interrogheremo la nostra coscienza
un po’ addormentata e girando il timone forse indirizzeremo la barca
della nostra vita verso la direzione che avevamo accettato
dichiarandoci testimoni del Signore.Ma la povera vedova dove la
lasciamo ?
Anche l’evangelista Marco che ci narra con pochi tratti incisivi questo
breve episodio non ci racconta più nulla di questa vedova. Cosa
avrà mangiato quel giorno rimasta com’era senza un becco di un
quattrino ? Avrà trovato sollievo nell’ascolto della bibbia
ebraica che avviene nel tempio di Gerusalemme? Chi l’avrà
sorretta nell’afflizione e nel dolore e le avrà portato aiuto
almeno materiale dando a lei la possibilità di vivere senza
mendicare il pane e un posto per dormire ?Non sappiamo più nulla
di questa vedova, non sapremo mai neanche il nome di questa persona che
ha anteposto il servizio a Dio, alla soddisfazione dei suoi ovvi
bisogni naturali.
Forse da questa breve storia e dal piccolo gesto di questa povera vedova noi uomini e donne cosiddetti religiosi avremo riscoperto che il messaggio dell’evangelo nella nostra vita non può essere superfluo, ma centrale, ma di quella povera vedova e di tutte quelle persone che le somigliano cosa ne sarà? Ho riletto questi versetti, ho cercato di vedere se c’era un lieto fine almeno nella storia che ci racconta Marco durante la settimana che precede la morte e la resurrezione di Gesù. Niente lieto fine, niente intervento miracoloso, nessun gesto di aiuto per lei, forse i sacerdoti del tempio si sono occupati di lei? Non lo sapremo mai, niente di niente, la vedova scompare. Ma poi mi sono ricordato che i testi del nuovo testamento non conoscono i paragrafi che dividono le storie, sono un’aggiunta moderna per facilitare la lettura e ho letto i due versetti che seguono e sono rimasto un po’ stupito, ve li leggo:
Mentre Egli usciva dal tempio uno dei suoi discepoli gli disse.
Maestro, guarda che pietre e che edifici !
Gesù gli disse:“Vedi questi grandi edifici? Non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata.”
Altro che lieto fine….Il tempio di Gerusalemme crollerà, nella ovvia attualizzazione del testo che avevo accennato la mia bella chiesa crollerà.
Perché ? Signore….La risposta è venuta, ci ha messo un po’ di tempo per farsi largo nella mia mente….
Non ci sono edifici religiosi che reggono al tempo, i templi ebraici
o cristiani dedicati al Signore crollano, finché ci saranno le
vedove abbandonate a se stesse e tutti quei fratelli e sorelle che
stanno male sia fisicamente che moralmente saranno abbandonati a se
stessi. A che servono chiese bellissime, liturgie grandiose e tanti pii
uomini religiosi all’umanità sofferente ? Nella settimana santa
anche Gesù si troverà solo e abbandonato, da quegli
stessi sacerdoti e maestri che lo hanno accolto ancora giovinetto nel
Tempio, da quegli stessi che nella Domenica del suo ingresso festoso
nella città santa sventolavano ramoscelli di ulivo e di palma,
da quegli stessi, i discepoli, che lo hanno seguito per le strade della
Galilea, della Samaria fino a Gerusalemme. Forse, fratelli e sorelle,
per differenziarsi da tutti quegli uomini religiosi di tutte le epoche
che si sono dimenticati di Gesù e delle vedove del mondo,
bisognerà ricordarsi l’amore di Dio per noi e il comandamento
dell’amore che lui ci ha voluto rammentare. Siamo in un’epoca in cui
l’umanità ha perso il senso dell’orientamento e siamo tutti un
po’ alla ricerca di identità e riconoscibilità, noi
cristiani ce l’abbiamo indelebile e non somiglia per niente a tutte le
superflue ideologie e appartenenze etniche e culturali.
Noi siamo i testimoni dell’amore di Dio per l’umanità e
dell’amore che incontra attraverso di noi tutti quelli che soffrono e
sono in ricerca di senso nella loro vita.
Forse siamo nel tempo dove non servono tanto templi e chiese, uomini
pii e religiosi che si frequentano acquietati nella loro coscienza la
domenica o nelle feste comandate, l’umanità che soffre, la
natura che geme è là fuori, aspetta parole di amore e
gesti di condivisione e di aiuto, non riti, funzioni, teologie
complicatissime, ma solo due piccoli insignificanti spiccioli di amore.
(Dedicato alle mille povere vedove dello Tzunami delle quali
ci siamo già scordati.)
Davide Buttitta