Nacque da Maria vergine
(Lc.2,1-20)
Le espressioni del Credo Niceno Costantinopolitano sono: "per noi
esseri umani e per la nostra salvezza discese dai cieli; e si è
incarnato per (opera del)lo Spirito Santo (nel seno) della Vergine
Maria e s'è fatto essere umano". Mentre il Credo Apostolico ha
una formulazione più breve: "fu concepito (per potenza) di
Spirito Santo e nacque da Maria Vergine". E' un modo di parlare di
Gesù dall'alto, cioè si parla dell'incarnazione di Dio:
il Vangelo di Giovanni ama molto questa impostazione e inizia con un
inno al Logos (la Parola eterna di Dio), "la Parola è diventata
carne (sarx) e ha preso tenda fra noi, piena di grazia e di
verità" (1,14).
La teologia cristiana parte da qui e questo costituisce anche il suo
centro: Gesù è la Parola preesistente insieme al Padre,
è quello che l'ha fatto conoscere e permette anche a noi di
essere suoi figli amati. Anche l'apostolo Paolo che non parla di una
nascita miracolosa di Gesù segue uno schema simile in Fil.2,
6-11: Gesù Cristo è uguale a Dio, ma non resta in questa
posizione, al contrario diventa piccolo, servo, come un uomo, umilia se
stesso, si lascia uccidere sulla croce, perciò Dio lo innalza al
di sopra di ogni cosa ed ognuno confesserà che Gesù
è il Signore alla gloria di Dio Padre.
Si potrebbe anche partire, come fa il Vangelo di Marco dal basso,
cioè descrivendo Gesù come un seguace di Giovanni il
Battezzatore, da cui si fa battezzare. Al momento del battesimo una
voce dai cieli gli fa prender coscienza di una vocazione
particolarissima e dello Spirito che lo abita e gli fa compiere
guarigioni e parlare con autorevolezza perfino alle forze del Male
(démoni). Tutta la vicenda ruota intorno alla domanda: Chi
è costui? La gente lo crede già il Messia, ma Gesù
non permette che il suo mistero sia rivelato; verrà confessato
al termine del Vangelo come il vero "figlio di Dio" dal centurione
sconosciuto che lo ha visto morire sulla croce.
In ogni caso siamo di fronte alle formulazioni più antiche della
fede della chiesa, che ha visto in Gesù la venuta di Dio stesso
sulla terra, l'apertura dei cieli, l'inizio della liberazione materiale
e spirituale per tutti quelli che credono in lui e possibilmente per il
mondo intero. Il Regno di Dio annunciato da Gesù doveva essere
un seme che germoglia e cresce, o un lievito che fa lievitare la pasta
di cui è fatto il mondo. Uno dei motivi che indebolisce molto la
testimonianza cristiana è non poter dimostrare che continua
l'opera del seme e del lievito, che pare ormai cristallizzata, e del
tutto inadatta a migliorare le condizioni del mondo.
Sia lo schema "dall'alto" che quello "dal basso" sono ben attestati
nella Bibbia; l'importante è che sia chiaro che è Dio che
scende e non l'uomo (o la donna) che sale, perché questo per la
Bibbia sarebbe un pervertimento: adorare la creatura anziché il
Creatore e farsi degli idoli. L'umanizzazione di Dio significa che Dio
si interessa alla realtà umana e che nella nascita e poi
nella vita di Gesù ci rivela che cosa è veramente
"umano". E' l'inizio di una nuova umanità. Dobbiamo chiederci
ora cosa si festeggia da noi a Natale e a chi veramente importa di
questa festa.
Il Natale, che vuol dire la nascita, significa: annunciare che Dio
Onnipotente, dall'alto dei più alti cieli, Creatore
dell'universo, si è fatto piccolo, bambino appena nato,
bisognoso di affetto e di cure, e viene a illuminare e rallegrare le
vicende umane. Abbiamo detto molte volte che i discepoli e ancor meno
gli evangelisti forse non sapevano nulla della nascita di Gesù,
ma hanno testimoniato l'effetto e l'importanza che ha avuto Gesù
per la loro vita. I racconti di Luca e di Matteo appartengono al genere
pastorale-idillico (K. Berger) che allude a significati di grande
richiamo, ma senza alcuna pretesa storica. Nel testo che abbiamo
riletto di Luca, per esempio c'è:
- il bambino
- il viaggio e la precarietà della nascita
- Bethlemme ovvero l'adempimento delle promesse della Scrittura
- i pastori e l'attesa dei poveri
- gli angeli che cantano la gloria di Dio e annunciano pace sulla
terra
- l'obbedienza e la gioia dei pastori che contagia su altri
Maria che conserva la memoria di questi eventi e riflette, preparando
così un suo impegno da discepola quando nascerà la
comunità di quelli che avranno creduto nel suo Figlio.
Si dice del Natale che è la festa dei bambini, che conserva il
ricordo delle tradizioni del passato; c'è l'attesa dei doni,
nascosti e trovati, lo scambio non sempre riuscito... chi potrebbe
mostrarsi insensibile a questi "valori" che devono testimoniare
l'attenzione ai piccoli e ai poveri? I regali sono ormai solo una scusa
al consumismo più sfrenato: il Natale è la festa dei
commercianti! Non c'è cristiano nel nostro opulento mondo
occidentale che non si senta a disagio quando già da novembre
cominciano gli addobbi e le campagne pubblicitarie che ci supplicano di
comprare il più possibile per non mandare in tilt l'economia.
La festa dei poveri? Ormai ci sembra piuttosto un insulto ai poveri,
anche se il nostro rimorso ci porta a raddoppiare le nostre offerte,
sia in viveri che denaro, a portare cibo ai rifugi e alle mense dei
poveri. Certo le città si riempiono di questuanti che forse
qualcosa ricevono, ma quando mai cambia la loro vita? La buona notizia
di un futuro condiviso, degno di esser vissuto sembra semmai
allontanarsi anziché avvicinarsi, come è rappresentato
dagli angeli che visitano e rallegrano i pastori. E anche quando le
minacce di guerra tacessero per uno o per sette giorni, non c'è
ancora speranza, perché... la macchina non può fermarsi;
l'economia ha bisogno di una guerra per distruggere e ricostruire in
grande stile. Sapremo noi cristiani resistere contro? A qualunque
costo? Si tratta di fermare tutto e concentrarsi su quell'unica cosa
necessaria: l'annuncio della pace ad ogni costo.
Poi c'è Maria: un discorso di valorizzazione della nascita
dovrebbe vedere al centro le donne, le loro esperienze, paure,
emozioni, speranze. Non c'è fatto più universale che il
nascere, l'altro sarebbe il morire, ma non si ha voglia di
festeggiarlo! La comunità di base di Pinerolo ha prodotto e
stampato bei testi di testimonianze di donne sul parto e la nascita dei
loro figli: la meraviglia e lo stupore per le trasformazioni e gli
adattamenti del corpo, il dolore e la fatica del travaglio, la
gratitudine per l'affacciarsi alla vita di una nuova piccola e indifesa
creatura, il senso infinito di fiducia nell'affidamento ai genitori.
Anche i padri possono testimoniare l'ansia dell'attesa, e poi la gioia
incontenibile per la piccola creatura di cui porteranno per molti anni
la responsabilità.
Nel cantico di Maria c'è la consapevolezza di un disegno
rivoluzionario che cambierà completamente il mondo e i suoi
valori (potenti che vengono umiliati mentre gli umili sono rialzati,
poveri che godono di abbondanza mentre i ricchi sono a mani vuote). La
Maria dei Vangeli annuncia anch'essa l'inizio di una nuova
realtà umana: per la grazia di Dio e per l'opera dello Spirito
nasce Gesù. Tutto quello che poi si è detto su Maria,
l'Immacolata, la Madre di Dio, la sempre Vergine, la Regina del cielo,
la madre della chiesa ecc., oscura e cancella sempre più
marcatamente l'umanità di Dio e trasforma il Natale in un
trionfo di Maria, a costo di cancellare tutti i tratti umani, di
nascita, di bisogno, di salvezza dalla miseria e di sovvertimento e
cambiamento della realtà storica umana. Si mette una donna in
cielo e si dimentica e cancella la speranza di cambiare le sorti degli
umani sulla terra..
Le formulazioni antiche della fede ci ricordano che "per noi e per la
nostra salvezza discese...", non c'è bisogno per nessuno di
salire. Dio s'è fatto essere umano, perché ama e
dà valore ad ogni essere umano: non è da fuggire la
condizione umana rifugiandoci nel distacco religioso o nella mistica.
Siamo noi a dover scoprire per l'aiuto del suo Spirito come fare ad
essere veramente umani. L'accenno alla "vergine" Maria sta a
sottolineare l'opera inaudita e incontenibile dello Spirito che fa ogni
cosa nuova. E' possibile cantare con gli angeli la gloria di Dio e
annunciare l'inaudita, ma incontenibile, possibilità della pace
sulla terra. Per questo val la pena conservare la Festa di Natale!