Da un punto di vista puramente esegetico il brano di oggi è piuttosto complicato. Apparentemente non c'è un collegamento forte con il suo contesto immediato, lo stile assomiglia a una raccolta quasi casuale di alcuni detti di Gesù, i tempi verbali sono un po' confusi tra passato, presente e futuro, basta vedere il v. 25.
Una lettura teologica getta più luce sui contenuti del brano. Si tratta di un pensiero marcato da forte impostazione trinitaria: il Padre, il Figlio e lo Spirito sono menzionati in maniera esplicita e anche il loro rapporto è abbozzato con un tratto abbastanza nitido. Anche sul piano di una visione morale che scaturisce dalla lettura teologica il messaggio è molto chiaro: la relazione della persona credente con il Padre per mezzo del Figlio è definita dall'amore – agape. La Parola rivela questo fattore relazionale e lo Spirito rende possibile la comprensione e l'applicazione della Parola rivelata. Insomma un piccolo capolavoro.
La festa di oggi, la Pentecoste, attira ovviamente la nostra attenzione sullo Spirito Santo, chiamato anche Consolatore o Paracleto. La parola italiana “consolatore” sminuisce il significato del sostantivo greco e quindi dell'intero del brano. Il Paracleto è colui che rivolge la sua parola a noi e al tempo stesso parla a nostro favore, è colui che rende possibile la comprensione della Parola che riceviamo e fa comprendere agli altri il significato più profondo delle nostre parole. Il Paracleto crea la comunicazione e quindi anche la relazione; vuol dire spazza via l'oppressione della solitudine e apre alla comunione, con Dio e con il prossimo. Nella dimensione della comunione fondata sull'amore – agape lo Spirito ci fa percepire la reale presenza dell’Assente che ha trasformato la nostra vita e la storia del mondo intero.
L'aspetto della Presenza e della Trasformazione percepiamo stamattina in modo particolarmente forte nella liturgia. Sei persone che dopo un cammino di ricerca personale (e di tormento talvolta) hanno confessato la loro fede per entrare a far parte della nostra comunità. Al tempo stesso le altre persone, dopo anni di partecipazione attiva alla vita della chiesa saranno insediate nel ministero d'anziano. È un ministero fondamentale per la nostra chiesa, il ministero di governo, vuol dire in sostanza, di cura dei legami comunitari e di amministrazione dei beni comuni.
Non dimentichiamo i sacramenti: il Battesimo e la Cena. Segni materiali quotidiani: acqua, pane e vino. Gesti assai semplici: l'acqua che bagna il corpo, la tavola apparecchiata a festa, il pane spezzato, il vino versato nei calici. Lo Spirito riempie questi gesti di contenuti straordinari: ci fa amare di nuovo la nostra vita quotidiana, la riempie di senso e di significati inaspettati per poi portaci verso la Trascendenza, verso quello spazio luminoso dove svaniscono tutti i limiti e tutte le imperfezioni della nostra condizione umana.
Vi lascio pace; vi do la mia pace. (...) Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti, dice Gesù.
Finita la festa ritornano facilmente i turbamenti e lo sgomento davanti alla realtà cerca di impadronirsi della nostra vita. La pace promessa da Gesù sembra una vana promessa e nient'altro. Ed ecco qui che il ruolo del Consolatore si rende di nuovo necessario. È sempre lui che opera la metanoia, il cambiamento radicale del modo di pensare e di agire. Io non vi do come il mondo dà. La pace non è la quiete di una vacanza spensierata, non è il piacevole torpore di un’esistenza agiata e in fondo ricurva su sé stessa. La pace che Gesù dà per mezzo dello Spirito è come il mare mosso, pieno di energia ma anche di imprevisti, che rilassa e inquieta per la sua forza nascosta, che spinge verso le altre rive, verso il prossimo, verso l'Altro. È un viaggio, ma non il girovagare di Ulisse, è il pellegrinaggio di Abramo verso la Terra Promessa.
Un augurio a chi oggi è entrato a pieno titolo nella comunità, a chi da questa comunità ha avuto il riconoscimento della vocazione al ministero di anziano e a tutta la comunità: che stamattina ognuno di noi si apra all'azione dello Spirito e che si lasci guidare da Lui, soltanto da Lui.
Predicazione del pastore Pawel Gajewski domenica 31 Maggio 2009 Pentecoste, Chiesa Evangelica Valdese di Firenze