"Giustizia e Misericordia"
Michea 6,6-8
Il Pastore è assente per partecipare all’Assemblea Sinodo che vede raccolti Battisti, Valdesi e Metodisti a Roma. Ho per oggi l’obbligo e il piacere di predicare. Apro Un giorno Una Parola e cerco il testo predisposto per la predicazione; sono pochi versetti dal libro di Michea, mi verrebbe voglia di cambiare il testo, ma poi, lentamente, riaffiorano dei ricordi di studio, ricordi di vita, di un bel Seminario di alcuni anni fa a Casa Cares.
Sono flash, ricordi, appunto: la voce del compianto pastore Paolo Sbaffi, una lezione sui profeti cosiddetti minori al caldo del caminetto, la dolce sensazione di fraternità di quelle venti persone, fra le quali c’era la nostra Paoletta, accomunate dalla ricerca e dallo studio della Parola di Dio, poi spunta fuori un ricordo più tangibile, un quadernino degli appunti.
Torno a casa, lo cerco, lo trovo…pochi appunti, alcuni riferimenti al testo di Michea, capitolo 4 versetti dal 3 e seguenti e capitolo 6,dal versetto 5 al versetto 8. Rileggo i primi e ve li rileggo: “dalle loro spade fabbricheranno vomeri, dalle loro lance, roncole, una nazione non alzerà più la spada contro l’altra e non impareranno più la guerra”.
Rileggendo poi i due testi è chiaro perché non ho poi cambiato il testo per la predicazione di oggi. Nei primi versetti appena letti c’è una splendida anticipazione che Dio ci trasmette del suo Regno, negli altri vi è la risposta che Egli ci da su come bisogna tentare di comportarsi nel frattempo, nell’ora della nostra vita quotidiana. Con questi pochi versetti vi è un condensato, un riassunto della Buona Novella. dell’Evangelo. Di colpo Michea non è più un estraneo autore del settimo secolo avanti Cristo. In questi pochi versetti ci sono tutte le domande dell’umanità e ci sono tutte le risposte che Dio ci Vuole dare, quelle che bastano.
Gli uomini dalla notte dei tempi cercano un dio che li protegga, che dia loro tutte le risposte, una ad una, scritte, stampate, facili, per ogni passo della vita. L’umanità è disposta a tutto per avere un dio così, un dio che si sostituisca in tutto e per tutto alla propria coscienza..nelle decisioni, nei dolori, nelle afflizioni. Questa umanità non vuole che un grande amuleto porta fortuna al posto del vero DIO; è disposta a bruciare sugli altari fiumi d’olio, mille olocausti, ad immolare montoni e perfino i propri primogeniti pur di essere protetta.
Ma il nostro Dio non vuole tutto questo, come dice il profeta Michea, Egli ci ha fatto conoscere ciò che è bene, rileggiamo il nostro testo: ”Che altro da te richiede il Signore? Se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?”
Vi è una grande verità in questo piccolo testo, lo stesso concetto spiegato per esteso nel libro di Giobbe e di Giona. Dio non ci da tutte le risposte sul bene e sul male, sull’inizio e sulla fine, ma è un DIO che è disposto a mettersi in cammino con noi sulla strada difficile della misericordia e della giustizia.
Il Dio che noi amiamo non si sostituisce a noi, non annienta il nostro io, non ci rende degli automi, ma cammina insieme a noi, percorre la nostra vita, con tutto il bene e il male che ci può capitare, accanto, vicino a noi. Questo è il nostro grande conforto, nonostante la nostra storia collettiva e individuale dove il dolore, il male, l’odio, la morte e la vendetta sono una realtà Egli ci sta vicino e ci insegna la strada.
Oggi 4 novembre con la festività del calendario si ricorda la fine del più grande massacro di italiani avvenuto nella storia, la fine della Prima Guerra Mondiale con i suoi 650.000 morti.
Oggi abbiamo negli occhi un’altra atroce morte che ha colpito una persona e una famiglia a noi molto cara, oggi possiamo renderci perfettamente conto, misurando con le gocce di pianto, quanto la violenza quotidiana, collettiva e individuale, possa abbatterci.
Guerra, violenza, assassinio, xenofobia, razzismo, pena di morte, vendetta sono tutte parti di una spirale che ci vuole abbattere.
Ma di fronte a a questa montagna di dolore e di follia la risposta c’è.
Farsi abbattere e diventare succubi della spirale della violenza è un grande rischio, ma noi abbiamo un antidoto.
Il Signore cammina con noi e ci vuole saldi: sì, ci vuole saldi e lucidi per non finire nella spirale del male e della violenza. Ha detto bene Mamma Reggiani in una dichiarazione che ha rilasciato ai Giornali: “Noi siamo gente capace di distinguere, sappiamo bene che rumeni, rom, gli stessi italiani non sono tutti uguali. Quello che è stato fatto poteva essere compiuto anche da uno del nostro paese. Pure dai giornali trapela che si sta facendo di tutt’erba un fascio. Siamo preoccupati per quanto accaduto possa essere strumentalizzato.”
Ha ragione, anche in questo frangente bisogna ricordarsi quello che ci dice il Signore che giustizia e misericordia devono camminare insieme. Se avessimo il solo proposito della giustizia, o ancora peggio di farsi giustizia da sé, rischieremo pensieri terribili, rischieremo di nuovo di assumere la logica del mondo, il dente per dente e saremo in balia di una vendetta mascherata da giustizia. Se invece avessimo un vago sentimento di misericordia e un facile giustificazionismo buonista da solo saremo in balia dei violenti e degli assassini. A noi quindi, nonostante tutte le apparenze della vita e della storia, tocca cercare di praticare giustizia e misericordia insieme. In questo frangente dovremo predicare con equilibrio e lucidità senza nessuna concessione al vento impazzito di chi per sconfiggere la morte vorrebbe altre morti, meglio se legali, pulite e statali.
Il Dio dell’amore ce lo dice. Cari fratelli e sorelle, noi tutti quando affidiamo i nostri piccoli alle cure delle nostre monitrici vorremmo che imparassero che c’è la speranza di una vita non violenta e pacifica e che c’è la speranza di un regno dove gli strumenti di morte diventassero strumenti di lavoro.
Forse oggi, dove la violenza è più evidente e le lacrime , il pianto, le sofferenze ci sono più vicine, noi questa speranza cristiana bisognerà urlarla e spiegarla a tutti. Il fuoco non si spegne gettando fascine sul fuoco. L’unica risposta e proposta che noi abbiamo è la conversione dei pensieri dall’odio in amore. Si sostituisca la cultura della guerra, della paura, della violenza con la cultura della pace, dellareciproca comprensione.
Questa è la proposta di Gesù Cristo, questa per quanto difficile è la nostra proposta.
Ma Signore fai presto a tornare a proclamare il Regno di Dio, vieni presto, distruggi la violenza dell’uomo, il nostro cuore oggi sanguina.
Amen
Predicazione di David Buttitta, Domenica 4 Nocembre 2007, Chiesa Evangelica Valdese di Firenze