Matteo 11,2-6

L’entusiasmo per l'Evangelo

Giovanni avendo nella prigione udito parlare delle opere del Cristo,
mandò a dirgi per mezzo dei suoi discepoli:
«Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?»
Gesù rispose loro: «Andare a riferire a Giovanni quello che udite e vedete:
i cieci ricuperano la vista e gli zoppi camminano;i lebbrosi sono purificati e
i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai poveri.
Beato colui che non si srà scandalizzato di me!»

C’é nel nostro testo un particolare curioso: Giovanni (il battista) che sente parlare delle opere di Cristo. I più antichi manoscritti del Nuovo Testamento riportano questa versione mentre quelli piu recenti cercano di aggiungere il nome di Gesu accanto o al posto di "Cristo". Bruce M. Metzger (1914-2007) nel suo autorevole commentario al testo greco del Nuovo Testamento spiega che il sostantivo "cristo" (la minuscola non é un errore di stampa!) é usato qui nel senso comune del termine "messia".

Il vangelo secondo Matteo rnette sulla bocca di Giovanni la domanda fondamentale per i giudei d’epoca: Gesu di Nazareth è veramente il Messia, il Cristo atteso da generazioni?

La risposta data da Gesu non é esplicita; si tratta di una citazione un po’ parafrasata di Is. 35,5-6 che presenta le opere messianiche.

La domanda che oggi assilla molti cristiani é molto simile: possiamo sperimentare anche oggi le opere messianiche di Dio oppure tutto si é esaurito con il cosiddetto "Gesu storico"? Seguendo le orme del suo maestro la Chiesa cristiana risponde at questa domanda con la predicazione della Parola di Dio. Dalla comprensione di questa Parola, dalla sua trasmissione dipende la capacità di percepire la presenza messianica di Dio nel mondo di oggi.

A questo proposito vale la pena meditare per qualche istante questa denuncia di Charles H. Spurgeon (1834-1892), teologo evangelico e pastore battista:

C'è apatia ovunque. A nessuno interessa sapere se queloche viene predicato è vero o falso;un sermone è un sermone a prescindere dal contenuto, ma quello più breve è considerato il migliore (...) Ormai neiluoghi di culto è stato introdotto ogni genere di svago, spesso del tutto simile afli spettacoli teatrali di maggior successo. Come possono questi artifici promuovere la santità o favorire la comunione con Dio? Come si può, dopo aver assistito a simili performance, tornare a casa e chiedere a Dio la salvezza dei peccatori e la santificazione dei credenti? (...) Quando l'autentica fede tramonta e l'entusiasmo per l'Evangelo si spegne, non c'è da meraviglairsi che la gente vada in cerca di palliativi che trastullino!

La visibilita della presenza messianica di Dio nel mondo di oggi é dunque strettarnente legata al nostro entusiasmo per l’Evangelo. Chi di noi nella chiesa svolge compiti di goà della Parola predicata non ve nga mai meno.

Predicazione tenuta dal pastore Pawel Gajewski domenica 14 dicembre 2008, III di Avvento, Chiesa Evangelica Valdese di Firenze