Diaspora evangelica

Mensile di collegamento

informazione ed edificazione

Anno XLII – numeri 7 e 8 – luglio e agosto 2009

 

 

Conoscere Dio…

di Giovanni Calvino (1509-1564)

 

 

 

 

Quasi tutta la somma della nostra sapienza, quella che tutto considerato merita di essere reputata vera e completa sapienza, si compone di due elementi e consiste nel fatto che conoscendo Dio ciascuno di noi conosca anche se stesso. Del resto, benché questi punti siano vicendevolmente uniti da molti legami, non è sempre agevole discernere quale preceda e sia causa dell’altro. In primo luogo infatti nessuno può guardare a se stesso senza subito volgere il suo sentimento a Dio, da cui riceve vita e vigore. È indubbio infatti che i doni che costituiscono tutta la nostra dignità non provengono da noi; la nostra forza e la nostra fermezza consistono nel dimorare e fondarci in Dio.

(Istituzione della Religione Cristiana, I,1.1)

 

 

 

 

In questo numero:

- Meditazione biblica di Giuseppe Barbanotti

- Il naso tra i libri di Sara Pasqui Rivedi

- Per conoscere meglio Giovanni Calvino

- Atti del Sinodo e della Conferenza distrettuale

- Dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine

-Ecumenicamente (s)corretto

 

Editoriale

Questo fascicolo della nostra circolare segna la ripresa di tutte attività ordinarie nelle nostre chiese. Il periodo di riposo è finito, anche se qualcuno magari potrà concedersi ancora qualche giorno di tardiva vacanza. Ovviamente l’agenda delle attività non è ancora completa. Proprio per questo motivo mi permetto di riassumere alcuni contenuti del fascicolo che tracciano dei solchi lungo i quali condurre le nostre attività di chiesa. Il sinodo valdese e metodista ha rilanciato la nozione della città, ”Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il Signore per essa, poiché dal bene di questa dipende il vostro bene” (Geremia 29). La città è uno spazio delimitato, ben definito e una comunità governata, anzi ordinata. La dimensione tracciata da queste due coordinate non è più (e non sarà mai più) la «civitas christiana» di Agostino d’Ippona. Per noi credenti questo è però la dimensione in cui dobbiamo collocarci per dare la nostra testimonianza di preghiera e d azione. La teologia di Giovanni Calvino può essere un’ottima (anche se non l’unico possibile) indicazione per un’efficace presenza nella città. Gli atti del Sinodo e della Conferenza distrettuale rimangono invece per noi, valdesi e metodisti in Italia, riferimenti dai quali non possiamo prescindere.

Alla fine un’ultima indicazione, assai personale e legata sia alla rubrica “Ecumenicamente scorretto” che al sito www.peccato.org, con cui iniziamo una modestissima collaborazione: prendiamo sul serio i nostri impegni, imparando tuttavia a non considerare in maniera troppo seriosa noi stessi. Ridere dei nostri difetti e delle nostre imperfezioni potrebbe rendere la nostra testimonianza più autentica e più efficace. (p.g.)

Quelli che temono l’Eterno si sono parlati l’un all’altro (Malachia 3,13-18)

di Giuseppe Barbanotti*

Il contesto del libro è il V secolo a.C. dopo l'esilio gli ebrei hanno potuto ristabilirsi nel loro paese. Tuttavia il grande entusiasmo si è spento. Si è esaurita la meraviglia di coloro che avevano visto il loro ritorno come un nuovo esodo, come una manifestazione della potenza di vita del Signore e un segno del suo grande amore.

Siamo dunque in un periodo di “depressione” e di disamore. Il periodo dei dubbi sull'amore di Dio, del dubbio che sia stato tutto un autoinganno, dei dubbi sulla possibilità di vivere in una società più giusta. In “buona fede” vengono fatti ragionamenti in cui Dio è giudicato e dichiarato inadeguato, non corrispondere alle aspettative.

“La Parola dell'Eterno, rivolta ad Israele... “Io vi ho amati”, dice l'Eterno. “In che cosa ci hai amati?” dicono gli israeliti. “Voi stancate l'Eterno con le vostre parole...”,“In che cosa lo abbiamo stancato...”, “Sono contro gli stregoni, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che frodano il salario dell'operaio, opprimano la vedova e l'orfano, allontanano lo straniero e non temono me” dice l'Eterno”. “Io sono l'Eterno che non muta”.

La Scrittura ci presenta l'”Io sono” senza alcuna riserva. “Avete detto: E' vano servire Dio; quale guadagno c'è nell'osservare i suoi ordinamenti?”

Questi israeliti si sono plasmati un idolo e poi se ne sono serviti; lo hanno criticato, ingiuriato, venerato... per poi giungere alla conclusione che servire l'idolo è un perditempo... meglio lasciare perdere. Non sono degli adoratori dell'”Io sono, l'Eterno che non muta”. “Non temono ME”, dice l'Eterno. Sono idolatri!

Ci sono persone che si parlano. Sono “i timorati di Dio”. Malachia dice poche parole di quelli che temono l'Eterno. Il timore di Dio porta l'uomo ad adorarlo, a credere in Lui. Si tratta degli esseri umani che Dio, nella sua grande misericordia, ha ricreato (1 Pietro 1). Il timore di Dio conduce all'adorazione, al rispetto, alla riverenza, alla consapevolezza di essere nella presenza della Maestà divina.

Quelli che temono l'Eterno, si riconoscono sorelle e fratelli nella presenza di Dio. Si parlano l'uno all'altro. Nella presenza dell’Eterno parlano delle cose di sopra, superiori (Col.3.1)... per comunicare, per condividere, per ascoltare. Evitano la maldicenza, il pettegolezzo, le critiche malsane. Quelli che temono l'Eterno, non parlano solo per ascoltare la propria voce, non vogliono avere sempre ragione. Quelli che temono l'Eterno si parlano e si capiscono: sono insieme alla presenza della Maestà divina. “Tutto quello che fate, fatelo nel nome...” (Col. 3,17).

Quindi senza riserve mentali, secondi fini o altro, ma nella trasparenza. Comprendere Lui e la sua volontà di relazione con gli uomini, con il suo popolo, rende possibile attivare la relazione tra gli uomini. Comprendere la natura del patto che Dio vuole, dà agli uomini la possibilità di stare insieme, stringere patti.

L'Eterno è stato attento! Noi parliamo e ”l'Io Sono” tende l'orecchio. Non meritiamo di essere ascoltati eppure l'Eterno sta attento.

Di che cosa stanno parlano quelli che temono Dio? Di Chi? In primo luogo parlano del Padre nel modo giusto. Sono degli adoratori, perché temono l'Eterno. “Sono i miei figli, il mio particolare tesoro”.

Leggere e ascoltare la Bibbia vuol anche dire cogliere tutta la forza di un messaggio tanto semplice: “Questi sono il mio tesoro particolare” (3,17)

 

 

* Sunto del sermone predicato nella Chiesa valdese di Firenze il 27 aprile 2009. Trascrizione e redazione a cura di Patrizia Barbanotti e Pawel Gajewski

 

 

 

Il naso tra i libri: i miei martedì con il professore

di Sara Pasqui Rivedi

 

Mitch Albom è un giornalista sportivo realizzatore e conduttore di rubriche televisive molto seguite dal pubblico americano, è anche autore di libri di narrativa. Quest’uomo di successo si è lasciato alle spalle il passato e dal 1979, anno in cui ha conseguito la laurea, non ha avuto più alcun contatto con gli amici di un tempo. Si è quasi dimenticato del suo professore preferito, Morrie Schwartz, da cui aveva ricevuto delle vere lezioni di vita e con il quale aveva stabilito un rapporto di stima e simpatia. Sono passati sedici anni da quel tempo e dal giorno della cerimonia per la consegna della laurea quando, casualmente, apprende che il suo vecchio professore è gravemente ammalato, affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia degenerativa del sistema neurologico che porta inesorabilmente alla morte causando al malato atroci ed indicibili sofferenze e tuttavia se il corpo va disfacendosi, la capacità di controllare i movimenti va riducendosi ogni giorno di più, la mente resta vigile ed attiva. Il giornalista, spinto dall’onda dei ricordi, decide immediatamente di recarsi a visitare colui che gli era stato amico, maestro e saggio consigliere e così s’imbarca su un aereo che da Detroit lo porterà a Boston. Appena vede il professore, ormai incanutito, emaciato, smagrito, costretto a vivere su una sedia a rotelle e bisognoso di continua assistenza, prova non solo una grande pena, ma soprattutto un profondo sentimento di affetto e tenerezza. Il malato lo accoglie con gioia quasi fanciullesca, lo abbraccia con le deboli e scarse forze che gli restano e sommessamente gli confida che sta morendo. Da quel momento Mitch Albom ritaglierà una parte del suo impegnatissimo tempo per recarsi a Boston e trascorrere con l’amico ritrovato il martedì, giorno in cui Morrie riprenderà la consuetudine di un tempo intrattenendolo sui temi più importanti e cioè la vita, la morte, l’amore, la famiglia e via dicendo che costituiranno l’ultimo corso tenuto dal professore al suo allievo prediletto. Questi quattordici martedì segnano l’inesorabile progredire della malattia, ma al tempo stesso testimoniano il coraggio e la fede di un uomo che accetta l’infermità, la perdita della propria autonomia con serena rassegnazione, senza mai ribellarsi, ma avendo pure la forza di celiare bonariamente su ogni accadimento negativo che riguarda la sua persona. Durante questo periodo, l’ultimo della vita di Morrie, il legame affettivo tra i due uomini si fa sempre più forte ed il loro rapporto sempre più intimo. Il professore si abbandona felice e grato alle attenzioni amorevoli del discepolo senza provare disagio quando Mitch si prende cura del suo povero corpo con rispettoso amore filiale. In realtà sono felici ambedue ed aspettano ogni martedì con trepidazione, ma anche con la consapevolezza che l’incontro successivo non potrebbe realizzarsi. Morrie Schwartz è amato da tutti, familiari, amici, colleghi, ex allievi, medici, assistenti. Malgrado la sofferenza continua a provare il gusto per la vita che lo aveva sempre animato, ormai parla stentatamente e faticosamente, ma esorta Mitch a praticare instancabilmente la comprensione e la compassione, ripetendo al giovane uomo quanto sia importante accettare «quel che si è» e non sopravvalutare i beni materiali poiché ciò che vale è l’amore. Con un filo di voce, pochi giorni prima della fine, dichiara all’amico «finché riusciremo ad amarci a vicenda ed a ricordarci il sentimento di amore che abbiamo provato, potremo morire senza uscire realmente dal mondo. L’amore che si è creato resta qui. I ricordi sono ancora qui. E tu continui a vivere nei cuori di chi hai nutrito, educato, o commosso su questo pianeta». Un commiato questo, ma al tempo stesso un testamento spirituale.

Mitch Albom, I miei martedì con il professore,

BUR Narrativa, 2008, pp.197.

 

 

 

Per conoscere meglio Giovanni Calvino

Scheda biografica

a cura della redazione

 

Giovanni Calvino (Cauvin) nacque il 10 luglio 1509 a Noyon in Piccardia (Francia) dove suo padre, notaio di professione, curava gli affari del locale capitolo cattedrale. Studiò filosofia e teologia a Noyon e a Parigi, Nel 1528 Calvino abbandonò gli studi di teologia, per iscriversi alla facoltà di legge dell’università di Orléans, in seguito si trasferì a Bourges. Nel 1531 ritornò a Parigi, frequentando i corsi di lettere all’Università di Parigi e pubblicando nel 1532 la sua prima opera: il commento a De Clementia di Seneca. L’episodio più clamoroso in questa fase della sua vita fu l’apertura del semestre invernale all’Università di Parigi. Il discorso di apertura, pronunciato dal rettore Nicolas Cop, fu subito considerato «luterano», in altre parole si è scatenata una vera “caccia all’eretico”, costringendo alla fuga sia Cop, sia Calvino, ritenuto l’autore del discorso.

Per il futuro Riformatore di Ginevra iniziò un periodo di continui spostamenti, terminato nel 1535 a Basilea. Lì Calvino si dedicò al suo primo lavoro teologico: Istituzione della religione cristiana (Christianae religionis institutio), pubblicato nel 1536. Nel frattempo Calvino si recò a Ferrara, alla corte di Renata d’Este, e quindi in Francia per sistemare alcuni affari di famiglia.

Nel luglio 1536, Calvino decise di stabilirsi a Strasburgo. Durante il viaggio rimase invece a Ginevra, persuaso da Guglielmo Farel, riformatore della città. I due tentarono di introdurre a Ginevra una riforma radicale, costruita su un’istruzione biblica permanente e su una disciplina ecclesiastica inequivocabile. La reazione della città fu negativa e spinse i suoi magistrati ad esiliare Farel e Calvino nel 1538. Calvino si recò finalmente a Strasburgo. Qui egli sposò Idelette de Bure, morta prematuramente nel 1549. Calvino pubblicò a Strasburgo, oltre ad alcuni scritti esegetici e polemici, la versione latina della seconda edizione dell’Istituzione, data alle stampe nel 1539.

Nel 1539 il cardinale Jacopo Sadoleto, uno dei personaggi più illuminati della Curia romana inviò una missiva alla città di Ginevra, auspicando il suo ritorno alla comunione con il Sommo Pontefice Romano e con il vescovo locale. I magistrati non seppero rispondere e chiesero aiuto a Calvino, che scrisse la Risposta alla lettera di Sadoleto, in cui affermava che la vera Chiesa di Cristo nella sua dimensione invisibile si fonda sulla libera elezione da parte di Dio, mentre nelle sue forme visibili deve essere organizzata secondo la parola di Dio e non secondo le tradizioni umane. La Risposta fu inviata a Sadoleto il 1° settembre 1539. Il 21 settembre 1540 i magistrati di Ginevra chiesero a Calvino di tornare all’incarico pastorale in città. Il trasferimento avvenne il 21 settembre dell’anno successivo. L’anno 1541 vide Calvino particolarmente impegnato a redigere due scritti di carattere pastorale: il Trattato della Santa Cena di Nostro Signore Gesù Cristo e la versione aggiornata delle Ordonnances ecclésiastiques, entrambi saranno fondamentali per costruire il sistema organizzativo e giuridico della Chiesa di Ginevra. Nello stesso anno uscì dalle stampe anche la versione francese dell’Istituzione. Nel 1542, Calvino pubblicò inoltre il Catechismo della Chiesa di Ginevra e il Formulario delle preghiere e dei cantici ecclesiastici.

La vita di Calvino a Ginevra fu segnata da una serie di aspri conflitti con i suoi oppositori politici e ma anche una strenua battaglia per la purezza della dottrina cristiana che trovò il suo drammatico apice nella condanna a morte del teologo e medico Michele Serveto, accusato di eresia antitrinitaria e arso al rogo nel 1553.

Nel 1559 l’opera riformatrice di Calvino raggiunse il suo culmine, segnato dalla fondazione dell’Accademia di Ginevra e dalla successiva pubblicazione della quarta (la più ampia) edizione dell’Istituzione. Consumato da un intenso lavoro Giovanni Calvino morì il 27 maggio 1564.

 

Mostra dedicata a Giovanni Calvino nel tempio valdese di Via Micheli 26

Nel mese di settembre la mostra è visitabile ogni domenica dalle 10 alle 10.30 e dalle 11.45 alle 12.15.

È inoltre disponibile un opuscolo che contiene la riproduzione dell’intera mostra. Si possono richiedere copie gratuite dell’opuscolo contattando la redazione di Diaspora evangelica.

 

 

 

 

 

Atti della Conferenza ditrettuale e del Sinodo 2009

 

La Conferenza distrettuale e il Sinodo sono per le Chiese valdesi e metodiste due appuntamenti determinanti per l’impostazione del lavoro in un anno di attività. Riportiamo in seguito un’ampia rassegna degli atti prodotti dalla Conferenza distrettuale e del Sinodo.

 

Conferenza del III Distretto valdese e metodista

La Conferenza Distrettuale del III Distretto (CD) si apre alle 9.30 del 13 giugno 2009, nel Centro per la Gioventù “Ecumene” (Velletri).

Dalla verifica dei mandati, fatta per appello nominale, la conferenza risulta composta di 56 membri con voce deliberativa e 2 con voce consultiva.

Sotto la presidenza provvisoria della pastora Gianna Sciclone assistita dalla deputata Giulia Pagliani, la Conferenza elegge il seggio nelle persone della pastora Erika Tomassone, presidente, Luciana Valente, vice presidente, Gabriella Rustici e Giovanni Musella come segretari.

La CD, in riferimento all’atto 10/CD/2008, ringrazia la pastora Dorothea Mueller per il suo servizio, si rallegra per il progetto ”chiesa metodista di Firenze” dando un caloroso benvenuto alla pastora Alison Walker, invita il X circuito ed in particolar modo le realtà fiorentine a sostenere il suo ministero.

La Conferenza Distrettuale si rallegra per il completamento degli impianti fotovoltaici ed antincendio di Casa Cares, esprime preoccupazione per le difficoltà finanziarie del centro e raccomanda al comitato di prendere in considerazione progetti come ad esempio estensione di ospitalità a scolaresche, collaborazione con altre organizzazioni; invita i membri delle nostre chiese ad informarsi ed integrarsi nei progetti di utilizzo e nei processi decisionali della casa, sia dal punto di vista finanziario sia della gestione per i prossimi anni, condividendone la visione evangelica e la missione di formazione della testimonianza cristiana; riconosce in Casa Cares un suo importante strumento di presenza evangelica a livello locale, nazionale ed internazionale e incoraggia le chiese a sostenere in varie forme questa opera.

La CD, dopo ampio dibattito riguardo al nuovo testo dello statuto di Casa Cares, ritiene che vi sia la necessità di un ulteriore approfondimento sulle seguenti questioni:

- individuare i soggetti preposti a definire le linee di impegno e di esame sull’operato della Casa

- nella composizione del comitato di gestione (art. 5) l’eventuale designazione dei membri da parte di assemblee elettive

- riguardo al tema dei controlli (art. 9), il problema di non poter separare l’esame della gestione ordinaria da quella patrimoniale.

Invita pertanto la Tavola e la Ced ad istruire un esame approfondito riguardo queste questioni,

invita il comitato direttivo a presentare alla prossima conferenza un nuovo testo di statuto.

La CD esprime la propria solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo e alle chiese della regione che sono impegnate negli interventi di aiuto; di fronte al rischio che – spenti i riflettori dei mass media – le popolazioni vengano lasciate sole ad affrontare la ricostruzione delle città e del tessuto sociale, rende attente le chiese ai progetti che si stanno sviluppando per l’iniziativa della Tavola nel quadro degli interventi della FCEI; in particolare sollecita la ricerca di volontari/e (giovani e meno giovani) che durante l’estate affianchino le operatrici dello sportello sociale; invita inoltre le chiese a impegnarsi a livello locale nella diffusione di un’informazione responsabile e attenta nella fase della ricostruzione; invita le chiese a trovare forza nella preghiera comune e ad approfondire ancora la riflessione biblica sui temi della giustizia nei rapporti con l’ambiente (ad es. anche rispetto al modo di costruire le città e gli edifici).

La CD approva, con vivo apprezzamento, l’operato della CED e ringrazia i membri della stessa.

La componente valdese della Conferenza elegge la propria delegazione alla prossima assemblea della Fcei. Risultano eletti: Gianna Sciclone, Noemi La Fata, Annemarie Duprè, Samuel Kpoti, Francesco Sagripanti, Emanuele Fiume. Supplenti: Dorothea Mueller, Pawel Gajewski, Antonio Adamo, Claudio Simi, Marzia Ippoliti.

La componente metodista elegge la propria delegazione all’assemblea della Fcei. Risultano eletti: Peter Ciaccio, Ulf Koller, Margherita Van der Veer, Luciana Valente, Roberta Balducci. Supplente: Elio Piacente

La CD elegge presidente della CED: Mario Cignoni

La CD elegge vicepresidente della CED: Pawel Gajewski

La CD elegge membri della CED: Nicola Ng Pak, Noemi La Fata, Marcello Marinelli

La prossima CD si terrà, a Dio piacendo, a “Casa Cares” nei giorni 19 e 20 giugno 2010.

 

Sinodo valdese e metodista, Torre Pellice, 23-28 agosto 2009

 

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (sessione europea) si apre il 23 agosto 2009 presso il tempio valdese di Torre Pellice con il culto presieduto dal pastore Daniele Garrone, il quale predica sul testo di Geremia 29:1-14. Nel corso del culto vengono consacrati al ministero pastorale i candidati Stefano D'Amore e Alessandro Esposito e presentati la pastora Alison Walker, proveniente dalla Chiesa metodista di Gran Bretagna, e il pastore Elymas Newell, proveniente dalla Chiesa evangelica presbiteriana del Ghana.

Il Sinodo, preso atto della sempre crescente complessità della gestione del campo di lavoro e delle nuove esigenze della nostra testimonianza nei vari contesti, invita la Tavola valdese a proseguire e, ove possibile, a sistematizzare la riflessione su nuovi modelli sia della presenza delle nostre chiese sul territorio, ad esempio come avviene con le chiese plurisede, sia della cura pastorale, ad esempio mediante lo sviluppo e la responsabilizzazione dei ministeri locali, eventualmente nominando un’apposita commissione cui affidare lo studio di tali problematiche ed il loro possibile sviluppo nonché le strategie necessarie per la sua operatività.

Il Sinodo esprime solidarietà alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto; apprezza il sensibile e concreto intervento offerto da Tavola valdese e Comitato permanente Opcemi in accordo con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ed invita le chiese a mantenere vivo il proprio sostegno, sia con la preghiera, sia con l’aiuto materiale occorrente.

Il Sinodo, seguendo con interesse e sollecitudine gli sforzi della parte rioplatense della nostra chiesa per affrontare la difficile situazione economica ed ecclesiastica, ringrazia le chiese italiane per la generosità con cui continuano a sostenere in particolare alcuni progetti pensati dalla Chiesa del Rio de la Plata per darsi nuove prospettive di presenza e testimonianza; invita la Tavola valdese a continuare nella individuazione e nella realizzazione di occasioni di scambio ed incontro che concretizzino il senso di reciproca appartenenza delle due aree; rinnova la propria affettuosa solidarietà ai nostri fratelli ed alle nostre sorelle del Rio de la Plata.

Il Sinodo avendo verificato che alcune convenzioni stipulate con le chiese dell'immigrazione entrate a far parte dell’Ordinamento valdese non appaiono più corrispondenti alla mutata situazione di talune di queste chiese e che comunque appare opportuna una revisione del sistema delle convenzioni tale da calibrare lo strumento usato con la relazione che si vuole instaurare e/o mantenere, dà mandato alla Tavola valdese di affrontare quanto prima l'argomento, all’uopo individuando gli opportuni strumenti.

Il Sinodo si rallegra per la creazione dell’importante gruppo di lavoro recentemente formatosi con il dichiarato scopo di occuparsi dell'implementazione di un progetto di formazione interculturale per fratelli e sorelle in particolare provenienti dall'immigrazione che intendono impegnarsi nelle attività ecclesiastiche locali, ritenendo questa attività un decisivo passo avanti nel cammino dell’”Essere chiesa insieme”, incoraggia la prosecuzione del lavoro di questo gruppo, raccomandando che esso possa coinvolgere tutte le varie realtà culturali esistenti nelle nostre chiese. L'esito positivo del percorso di formazione interculturale potrà dare accesso al ministero di predicatore locale a indirizzo interculturale. I circuiti hanno la responsabilità finale sulla preparazione, la valutazione e il riconoscimento del percorso di formazione.

Il Sinodo invita le chiese a studiare il documento proposto dalla commissione ad referendum sulla cultura e a farne occasione di riflessione sulla propria realtà e sulla propria azione nella città; auspica che le chiese e gli enti culturali colgano l'occasione dell'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia per organizzare incontri ed iniziative sul nostro apporto culturale all'Italia unitaria, a che punto siamo oggi, quale sia la nostra vocazione nell'Italia di oggi e di domani; esprime una valutazione positiva delle attività culturali messe in atto dalle nostre chiese ed invita la Tavola valdese e le chiese a continuare a sostenerle con convinzione, invitando i centri e le agenzie culturali a trovare sempre maggiori forme di collegamento.

Il Sinodo, preoccupato per la battuta d’arresto subita dalla programmazione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, confidando che tale ritardo non sia dovuto a disaffezione rispetto all'idea di unità nazionale, ricordando che gli evangelici italiani parteciparono con entusiasmo e convinzione al Risorgimento, leggendo in quegli eventi storici l'opportunità per predicare la Parola di Dio e collaborare alla formazione di un cittadino adulto e liberato attraverso l'annuncio della grazia di Dio e capace di costruire uno stato laico, moderno e efficiente; auspica che l'organizzazione delle celebrazioni in argomento sia quanto prima ripresa; invita comunque la Tavola valdese, le CED, i circuiti e le chiese ad organizzare nel contesto locale altri appuntamenti e progetti per l’evento, in collaborazione con la Commissione per la celebrazione del 150°dell'Unità d'Italia.

Il Sinodo invia alle chiese il documento n.14, “Cellule staminali (Aspetti scientifici e questioni etiche)” della commissione di studio per i problemi etici posti dalla scienza e le invita: a studiarlo e a diffonderlo come materiale di riflessione, a cercare occasioni pubbliche di confronto e dibattito sul tema in vista di una discussione e di un pronunciamento nel corso del prossimo Sinodo.

 

Il Sinodo, guidato dalla Parola di Dio: “Cercate il bene della città …” (Ger 29,7); richiamandosi ai principi che sono alla base della nostra Repubblica e della nostra convivenza democratica, secondo i quali si devono rimuovere tutti gli ostacoli che discriminano le persone a causa “della loro razza, della loro fede e della loro condizione personale”; memore delle esperienze di emigrazione, anche clandestina, di cui sono stati protagonisti in passato tanti italiani, tra cui molti membri delle nostre chiese, poi divenuti cittadini a pieno titolo delle nazioni in cui si erano recati; convinto che la promozione della piena integrazione e dell’ottenimento della cittadinanza da parte degli immigrati che contribuiscono al bene dell’Italia siano interessi della Repubblica e non una minaccia  da ostacolare; esprime la sua indignazione per le conseguenze che la legge 15 luglio 2009, n. 94 ha, non soltanto sugli immigrati, ma anche sui cittadini italiani, sulla qualità della nostra democrazia e del nostro stato di diritto; per i sentimenti di diffidenza che tale legge alimenta: nei cittadini stranieri, posti in una situazione di sudditanza psicologica indipendentemente dalla regolarità o meno della loro situazione; nei cittadini italiani, irresponsabilmente spinti a credere, da un lato, che l’immigrazione clandestina sia la principale causa di insicurezza  e, dall’altro, che questa legge renda più sicuro il nostro paese, mentre - in realtà – essa contribuisce  ad aumentare i casi di clandestinità, favorendo lo sfruttamento degli stranieri e la loro caduta nella definitiva invisibilità, esponendoli maggiormente a divenire preda della criminalità organizzata. In particolare, il Sinodo ritiene inaccettabile una normativa come quella della L. 94/2009 che si pone in aperto contrasto con i principi fondamentali del nostro ordinamento, tra l’altro perseguendo come reato la condizione dello straniero irregolare, talora determinata dalle lentezze  burocratiche, e non un comportamento lesivo di un bene giuridico effettivo e condiviso (in contrasto con il principio di “offensività” riconosciuto dalla Corte costituzionale); elevando iniqui ostacoli al ricongiungimento familiare e al matrimonio tra e con immigrati, laddove il nostro ordinamento riconosce particolare valore sia alla famiglia sia al matrimonio; limitando il diritto alle cure mediche, laddove il nostro ordinamento riconosce il diritto alla salute; limitando l'accesso all'istruzione dei bambini immigrati Le chiese valdesi e metodiste si riconoscono direttamente toccate dalla L. 94/2009 sia in quanto organismi ecclesiastici, sia attraverso le proprie opere, i propri ministri di culto, i singoli  credenti  siano essi  membri di chiesa con responsabilità istituzionali costretti a scelte laceranti tra i propri obblighi di coscienza e di coerenza e il rispetto di questa legge e di molte sue disposizioni - o cittadini stranieri presenti sul territorio dello stato italiano senza essere in regola con il permesso di soggiorno. Il Sinodo, anche preso atto delle preoccupate osservazioni espresse dal Presidente della Repubblica alla promulgazione della legge 94/2009  auspica - e invita le chiese a promuoverlo - un immediato impegno da parte dei cittadini per contrastare gli aspetti discriminatori della legge e per giungere a una revisione della normativa sull’immigrazione. Impegna altresì le chiese a contrastare la cultura xenofoba con i valori della cittadinanza repubblicana, con la tutela dei diritti umani e con la testimonianza resa all’insegnamento biblico sull’accoglienza dello straniero e contro il trattamento iniquo dei più deboli. Incoraggia il lavoro del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e invita a valorizzare il contributo all’integrazione e al positivo incontro tra culture costituito dal progetto “Essere chiesa insieme”. Invita la Tavola a protestare con le autorità per tutti i casi in cui le restrizioni sull’immigrazione limitano la libertà e l’autonomia della vita delle chiese.

Il Sinodo, rilevato che la divulgazione sui media della ripartizione del gettito OPM suscita apprezzamento e positiva risposta nella cittadinanza, incoraggia la Commissione Otto per Mille a continuare tale opera, cercando di rendere ancora più comprensibili i contenuti dei progetti finanziati. Il Sinodo ringrazia tutti coloro che destinano l'Otto per Mille alla Chiesa Valdese – Unione delle Chiese metodiste e valdesi in Italia; ritenendo che questo segno esprima fiducia ed apprezzamento per la gestione di tali fondi da parte della nostra Chiesa, incarica la Tavola valdese di studiare un modo adatto per far giungere loro la nostra riconoscenza.

Il Sinodo, richiamato l'art. 37/SI/2008, constatando che il tema dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche italiane rimane fulcro di importanti dibattiti, accoglie con soddisfazione la sentenza 7076, in data 17 luglio 2009 del TAR Lazio, pur immediatamente appellata dal Ministro al Consiglio di Stato; consapevole che quella per la laicità dello Stato è una battaglia di cui la laicità della scuola è un punto nevralgico ed è tutt’altro che conclusa, invita le chiese a mantenere alta l’attenzione sull’argomento, organizzando incontri sul tema nei contesti locali; segnala a questi fini lo strumento dei risultati dell’indagine fatta sul rapporto delle famiglie non cattoliche con l’IRC nel V Circuito delle nostre chiese ed in Puglia, pubblicati dalla Claudiana con il titolo: “Quale laicità nella scuola pubblica italiana?”, nonché le attività della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dell'”Associazione 31 ottobre”.

Il Sinodo, consapevole dell’importanza per l’ecumenismo intra-evangelico del dialogo con le chiese pentecostali che rappresentano una sempre più importante espressione spirituale dell’evangelismo mondiale, esprime gratitudine alla Commissione che ha prodotto il documento “Per un patto tra la Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio e la Chiesa Evangelica Valdese” ed invita la Tavola Valdese ad inviarlo alle chiese esortandole alla riflessione ed allo studio al fine di esprimere un parere alla Tavola valdese e al Comitato permanente OPCEMI in vista del prossimo Sinodo, riconoscente al Signore per le occasioni che si sono create attraverso gli incontri con la Federazione delle Chiese Pentecostali in Italia e con la Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio, invita le chiese a ricercare e a rafforzare, ove possibile, il contatto e il dialogo fraterno con le chiese pentecostali e altresì la Tavola Valdese a curare la dimensione ufficiale di questi rapporti attraverso la conferma delle apposite commissioni.

Il Sinodo, preso atto della gravissima condizione di disagio in cui è costretta a vivere la popolazione carceraria in molti istituti penitenziari, rilevando che tale situazione di colpevole incuria ha portato ad un crescendo drammatico di episodi conflittuali, atti autolesionistici, suicidi, in considerazione delle osservazioni delle istituzioni europee al governo italiano per aver tenuto comportamenti lesivi della dignità delle persone in stato di detenzione, considerata la frequente carenza di sostegno sociale che impedisce a molti detenuti di accedere ai benefici di legge e non consente un reinserimento nella società a fine pena, richiama le istituzioni competenti al rispetto del dettato costituzionale secondo cui la pena è finalizzata al reinserimento sociale, al riconoscimento e alla tutela della dignità e dei diritti individuali di tutti gli esseri umani, a una inversione di tendenza nella destinazione delle risorse finanziarie affinché vengano utilizzate per  la prevenzione anziché la repressione, a rivedere le norme riguardanti l'ergastolo, incompatibili sia con lo spirito della Costituzione, sia con l'affermazione della dignità umana.

Il Sinodo invita le chiese a sostenere ed assistere le persone sottoposte a pene detentive con interventi concreti e vegliando affinché siano garantiti i loro diritti.

 

Dalle Chiese e dalle opere evangeliche fiorentine

 

Chiesa Apostolica Italiana di Firenze e Prato

 

In occasione del trentennale della Chiesa Apostolica Italiana

 mi è gradito invitarvi alla conferenza

Ecumenismo come comunione

Relatore:

Dr. Mario Affuso

Sabato 26 settembre alle ore 17,00

presso l’auditorium  della Chiesa di S.M.Ausiliatrice (g.c.),

a Firenze in via M. Morosi 36.

 

Nella viva speranza di vedervi tra noi,

porgo il saluto del Consiglio Nazionale di Coordinamento e mio personale.

Rossella Mugnaioni

                                                                                                 (Presidente)

 

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

Il culto domenica rimane sempre fissato alle 11. Le notizie sulle altre attività ordinarie saranno pubblicato sul prossimo numero di Diaspora evangelica.

 

 

Chiesa evangelica metodista

È arrivata a Firenze la pastora Alison Elisabeth Walker assegnata alla cura della Chiesa metodista di Firenze. Domenica, 6 settembre, alle 10.30 durante il culto presieduto dalla pastora Thesie Mueller daremo alla pastora Walker il nostro saluto, mentre la data del suo insediamento ufficiale sarà decisa dal Consiglio del X Circuito. Nel mese di settembre il culto domenicale sarà celebrato regolarmente alle 10.30.

 

 

Chiesa evangelica valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

e-mail: concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org

Ringraziamo la pastora Mueller, le sorelle Patrizia Barbanotti e Gabriella Rustici, i fratelli David Buttitta e Andrea Panerini per il loro impegno durante le vacanze estive del pastore Gajewski.

Nel mese di agosto un grave lutto ha colpito la nostra comunità: la sorella Norma Verin Mazzarino ci ha lasciati per tornare alla casa del Padre nostro nei cieli. Il contributo di Nora alla vita della nostra chiesa è stato sempre importante. Negli ultimi anni è diventato anche luogo in cui spesso e volentieri abbiamo celebrato culti con la Cena del Signore. Nell’agenda del gruppo visite mancherà questo appuntamento ma noi siamo certi che Norma partecipa già alla realtà dei cieli nuovi e della vita nuova promessa dal Signore Gesù.

Ricordiamo che l’inizio ufficiale delle attività ordinarie l’assemblea di chiesa sono stati previsti per domenica 4 ottobre a casa Cares. Tuttavia già nel mese di settembre saranno riavviate le nostre attività.

Ecco il riassunto dei principali appuntamenti:

sabato, 5 settembre, alle 15: catechismo per gli adulti;

sabato, 12 settembre, alle 16.30: studio biblico;

domenica, 13 settembre, dalle 10.30: scuola domenicale;

martedì, 15 settembre, alle 20: concistoro;

mercoledì, 30 settembre, alle 21, nei locali della Parrocchia Madonna della Tosse: studio biblico ecumenico su Atti 3-4 in collaborazione con il capitano David Cavanagh dell’Esercito della Salvezza.

Diaspora valdese di Pistoia ed Empoli

A Empoli il culto domenicale per il locale gruppo di diaspora valdese si è tenuto il 30 agosto nella casa di Davide Cianci. (da completare). Il prossimo culto si terrà sempre a casa Cianci domenica, 27 settembre.

Gli incontri di studio biblico a Pistoia riprenderanno il 1° ottobre, alle 20.30.

 

Casa Cares: Seminario di formazione “Cosa fare per una spiritualità energetica” (dal 17 al 20 settembre)

La Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (GLAM) invita diaconi e diacone, responsabili di gestione nei concistori, nei consigli di chiesa e nelle opere, pastori e pastore, i/le credenti/le tutti/e ad un seminario che affronti il rapporto con il creato per aiutare le chiese nel loro cammino di conversione verso un “patto di giustizia e verità”. Cercheremo di intrecciare la riflessione biblica ad una dotazione di proposte da trasferire nella prassi delle chiese, coinvolgendone i membri. Cercheremo di gettare la base per altri incontri. Per informazioni: Casa Cares, tel. 0558652001, www.casacares.it; e-mail: info@casacares.it.

 

ECUMENICAMENTE (S)CORRETTO

a cura della redazione

 

Riportiamo uno dei “pezzi classici” del sito www.peccato.org. Il sito che ha una storia lunga e interessante è curato da Sergio Velluto, consulente della Tavola valdese per la comunicazione nonché web master del sito istituzionale della nostra chiesa www.chiesavaldese.org

 

 

QUANTI EVANGELICI CI VOGLIONO PER CAMBIARE UNA LAMPADINA? Finalmente resi noti dal Servizio Studi della Federazione delle chiese evangeliche i dati relativi al tanto atteso sondaggio

Quanti carismatici occorrono per cambiare una lampadina? Dieci! Uno per cambiarla, e nove per pregare contro lo spirito delle tenebre.

Quanti teologi della liberazione occorrono per cambiare una lampadina? Neanche uno! E’ la società che deve cambiare!

Quanti “Sichemiti” iper-calvinisti occorrono per cambiare una lampadina? Neanche uno! “Quando Dio vuole cambiare una lampadina, figliuolo, può farlo senza il tuo aiuto!”

Quanti “Fgei-ni/-e” (1) occorrono per cambiare una lampadina? Chi lo sa? Non sono molto sicuri della differenza tra la luce e le tenebre…

Quanti “Agapini/-e” (2) occorrono per cambiare una lampadina? Un numero imprecisato. Se anche riuscissero ad accordarsi sull’esistenza della lampadina, potrebbero lo stesso finire per non cambiarla, per non emarginare coloro che volessero far uso di altre forme di luce…

Quanti battisti dell’UCEBI occorrono per cambiare una lampadina? Uno solo! Uno in più potrebbe implicare una collaborazione esagerata.

Quanti membri di un’antica chiesa valdese delle Valli occorrono per cambiare una lampadina? Uno per cambiarla, e nove per ribadire quanto preferissero quella vecchia.

Quanti membri del Sinodo Valdese e Metodista occorrono per cambiare una lampadina? Ecco un atto sinodale: “Noi scegliamo di non schierarci pro o contro l’esigenza di una nuova lampadina. Tuttavia, se, nel vostro cammino, avete trovato una lampadina che funzioni per voi, bene. Siate autorizzati a scrivere una poesia o a comporre una musica da ballo centrata sul vostro rapporto personale con la lampadina (o fonte di luce o risorsa non scura) e a presentarla nei prossimi mesi all’attenzione dell’apposita commissione sinodale, quando saranno esaminate varie tradizioni lampadinarie – fra cui quella a incandescenza, quella fluorescente, quella a lunga durata, quella colorata – ognuna delle quali rappresenta un altrettanto valido sentiero di luminosità...(omissis)”.

(1) membri della Federazione Giovanile Evangelica Italiana
(2) partecipanti agli incontri del Centro Ecumenico di Agape a Prali (TO)

 

 

 

500 esimo anniversario della nascita del riformatore Giovanni Calvino

Grande concorso fotografico. "Riconosciamoci nell'immagine di Calvino".
Anche tu riconosci il vero volto di Calvino, quello che si celebra.
I vincitori riceveranno un poster di Ginevra (che non è la moglie di Calvino).

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

 

 

 

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

Sono forse io, Calvino?

 

 

 

Clicca sull'immagine di Giovanni Calvino

Se hai vinto inviaci una mail con scritto nell'oggetto:
"Si, mi sono riconosciuto nell'immagine di Calvino".

Dall'idea di un pastore riformato di Bellinzona

 

Il Peccato - Il cult magazine del protestantesimo italiano
Diffidate dalle imitazioni. Solo questo è il vero

peccato originale!

peccafortiter@peccato.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

Direttore ai sensi di legge: Gabriele De Cecco

 

Direzione, redazione:

Via Manzoni, 21 – 50121 Firenze

Tel.: 0552477800

pgajewski@chiesavaldese.org

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

 

Direttore responsabile: Pawel Gajewski

In redazione: Pawel Gajewski e Roberto Davide Papini

 

Reg. Tribunale di Firenze, 16 ottobre 1967, n. 1863

 

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