Diaspora evangelica

Mensile di collegamento

informazione ed edificazione

Anno XLIII – numero 12 – dicembre 2010

 

A Beppino …

Claudio Coppini*

 

...e poi

certe promesse,

si scrivono in cielo,

come quella

tra te ed Eluana,

e allora mi viene da pensare,

a tutta la tenerezza 

che è dovuta sgorgare per custodirla,

a tutto l'amore per abbracciarla,

a tutta la tenacia per resistere,

all'ardente attesa per scioglierla

...e tu Beppino

c'eri sempre

ci sei sempre,

perché non sei un eroe

ma un giusto.

*Collaboratore della Radio Voce della Speranza. Vive a Firenze

 

In questo fascicolo:

·                        Meditazione biblica di Ugo Gastaldi (†)

·                        Speciale Assemblea UCEBI

·                        Una storia di Natale di Sara Rivedi Pasqui

·                        Dalle opere e dalle chiese evangeliche fiorentine

·                        Pagina dei lettori

·                        Ecumenicamente (s)corretto di R. D. Papini

 

Editoriale

Le festività natalizie dominano su tutto il mese di dicembre. Non mi riferisco soltanto all’aspetto commerciale o “spettacolare” di questo dominio.

Sul piano puramente umano verso la fine del mese saremo (piacevolmente?) costretti a rallentare il ritmo delle nostre attività per dedicare più tempo alla famiglia, agli amici e a noi stessi.

Sul piano della fede siamo invitati a ripensare ancora una volta la trasformazione che Dio per mezzo dell’incarnazione del Figlio ha operato nella storia dell’umanità.

Alle lettrici e ai lettori della nostra circolare giunga un affettuoso augurio di sperimentare nella propria vita questa trasformazione.

Un particolare augurio e un abbraccio fraterno al pastore Raffaele Volpe, neo-eletto presidente dell’UCEBI e alla sorella Dunia Magherini presidente del Consiglio della Chiesa Battista di Firenze che entra a far parte del Comitato esecutivo UCEBI.

(p.g.)

 

Attenzione!

Il prossimo numero di DIASPORA EVENGELICA (gennaio – febbraio 2011) uscirà domenica 23 gennaio 2011. Tutti i contributi devono essere consegnati entro il 15 gennaio.

 

 

 

L’Illusione di nascondersi

Ugo Gastaldi (1910-2007)*

 

Verso sera l’uomo e la donna sentirono che Dio, il Signore, passeggiava nel giardino. Allora, per non incontrarlo, si nascosero tra gli alberi del giardino. Ma Dio, il Signore, chiamò l’uomo e gli disse: Dove sei? L’uomo rispose: Ho udito i tuoi passi nel giardino. Ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto. Gli chiese: Ma chi ti ha fatto sapere che sei nudo?

Genesi 3: 8-11

 

Perché la Parola di Dio è vivente ed efficace, e più affilata di qualunque spada a due tagli, e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolle; e giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v’è creatura alcuna che sia occulta davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte dinnanzi gli occhi di colui al quale abbiam da rendere ragione.

Ebrei 4:12-13

 

Premessa: Il bisturi della Parola

L’autore dell’epistola evidentemente non conosceva questo strumento chirurgico, il bisturi, altrimenti non si sarebbe servito di una figura così grossolana com’è sempre un’affilata spada a due tagli; per dire che la Parola di Dio penetra in profondità dentro la creatura umana, là dove si formano i pensieri e i sentimenti del cuore.

Se fosse vissuto oggi, l’autore avrebbe completato la metafora del bisturi aggiungendo questo particolare: non c’è anestesia che ci privi della coscienza e renda indolore questa operazione. Veniamo operati da svegli.

Vale a dire che ci rendiamo conto di quello che accade.

Ma come questo possa accadere resta un mistero. Come operi cioè la Parola di Dio. Dietro la Parola di Dio c’è Dio stesso, e l’azione della Sua Parola si perde nel mistero di Dio. Perciò possiamo inoltrarci in un tema del genere: come opera la Parola di Dio. Il testo ci suggerisce che è un’operazione non senza sofferenza e gli effetti della sua azione sono sintetizzati al versetto 13: tutte le cose sono nude e scoperte. Una sinteticità che ci costringe a soffermarci su pochi essenziali concetti.

 

1. Nasce l’homo absconditus.

a) Questo è il primo concetto, ed è veramente essenziale: Davanti a Dio nessuno e niente può restare nascosto.

E’ un antichissimo concetto biblico, che troviamo già nelle prime pagine della Genesi, in cui si parla delle prime creature umane.

Adamo ed Eva, consapevoli di aver rotto il rapporto di fiducia con il Signore, non vogliono incontrarlo e si nascondono. Ma Dio li cerca e chiama: Adamo dove sei?

b) Si può dire che lo Jahvista abbia colto uno degli aspetti più problematici e costanti della natura umana. L’uomo è questo essere ingrato, che non ama che venga allo scoperto quello che c’è nel suo profondo. Non ama che altri vi mettano gli occhi.

Che si tratti di Dio o che si tratti di altri. La parte più profonda di sé, sente di doverla tenere nascosta. Quello che ha nella mente. Quello che ha nel cuore. Quello che è dentro e gli altri non vedono. Perché quello che gli altri vedono è il suo esteriore. Ma è quello che è e su cui l’uomo non può far molto.

c) L’essere umano si rende conto di questo sé nascosto. In questo senso è homo sapiens. Anche se non sa darsene una ragione. E’ una caratteristica tutta umana. Non c’è negli altri esseri viventi questa dissociazione tra l’io esteriore ed l’io interiore. Essa fa parte del mistero dell’uomo.

 

2. Ma l’uomo “si nasconde” in tanti modi.

Non solo c’è la parte nascosta che altri non vedono, a mala pena nota a se stessi. C’è il fatto che l’essere umano “si nasconde”. Nasconde il sé interiore, quello che non si vede dall’esterno. E’ nascosto, cioè non lo si vede dall’esterno perché non è esposto. Ma che “si nasconde” vuol dire che l’uomo fa qualche cosa per sottrarlo all’occhio altrui.

Nel racconto della Genesi Adamo ed Eva si nascondono tra gli alberi del giardino. Ma l’uomo ha trovato e trova innumerevoli modi per nascondersi.

a) L’uomo è un animale che vive nel gruppo. E se vuole, facilmente può nascondersi nel gruppo, apparendo uno qualunque all’interno del gruppo. Un uomo qualunque, una donna qualunque, come tutti gli altri.

b) Ma c’è anche questo, che l’essere umano non si rassegna a vivere nel branco. In qualche modo vuole emergere, distinguersi dagli altri. E allora opera sull’esteriore, su ciò che appare agli altri. Opera sul suo aspetto. Si riveste. Si abbellisce. Si mette piume, collane, colori.

c) Inventa la maschera. Si maschera. Molte persone, se non tutte, hanno una maschera. E c’è chi ne porta più di una. Le maschere ci nascondono perché gli altri non vedano come siamo.

d) Oppure, quando è più evoluto, l’essere umano si fa personaggio. E recita una parte. E naturalmente la parte che sceglie è quella della persona importante, del protagonista. Dell’eroe o dell’eroina. Finché si può. E’ curioso che i grandi uomini spesso si rendano conto di essere dei personaggi. Si racconta che Augusto, rivedendo un amico al suo letto di morte gli abbia detto: ho recitato bene la mia parte?

 

3. Si nasconde perché si sente “nudo”.

Dice il racconto di Genesi “ Ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto”. Da qui la domanda del Signore “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo?” Essere nudo. Che cosa può voler dire? Non essere vestito. Non avere qualcosa addosso che copra. E’ qualche cosa che ci riguarda, come esseri umani in modo esclusivo. Perché tutti gli altri esseri viventi sono nudi e non lo sanno. Magari nei paesi caldi si mette un perizoma. O si dipinge la pelle. In generale l’uomo si veste, o si riveste pur non avendone sempre qualche bisogno.

L’essere nudo di cui parla la Bibbia è evidentemente una metafora. Che cosa vuol dire? Che quello che è dentro è tale che l’uomo sente di doverlo coprire. Perché è qualcosa che non deve esistere. Qualcosa che dissocia il nostro essere. E con cui purtroppo ci identifichiamo. Sì, sono io, quell’io che è dentro e che è bene che resti dentro. Perché “temiamo” che sia visto.

 

4. “Ho avuto paura”.

Nel racconto della Genesi ci sono queste note: Ho avuto paura e mi son nascosto. E c’è anche la domanda che pose il Signore: Come hai saputo di essere nudo? Domanda che da Adamo è girata a ciascuno di noi. Come hai saputo che sei nudo? Non ce l’ha detto nessuno. Lo abbiamo saputo da noi. Sì. Perché dentro di noi c’è questa cosa misteriosa e inquietante che chiamiamo la coscienza. Sì, è un fatto che sappiamo. Homo sapiens.

 

5. C’è da avere paura.

Perché dobbiamo rendere conto. Anche questo può essere un oscuro sentimento. Perché non è necessariamente legato al credere in Dio. Il più delle volte Dio è sentito come Colui cui non si è nascosti e cui si deve rendere conto. Ma è un fatto che anche senza credere in qualche Dio la coscienza può accusare e insinuare l’oscuro preoccupante timore che ci sarà un qualche rendiconto.

Conclusione: l’uomo è un essere inquieto, perché sa e cerca pace, cerca Dio come a tentoni.

Come disse Agostino nelle Confessioni Fecisti nos ad Te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in Te. Ci facesti simili a Te e il nostro cuore è inquieto. Donaci pace in Te.

 

6. Rivestirsi di Cristo.

Il nostro testo di Genesi finisce così. E se anche noi ci fermassimo qui – con questa inquietudine umana – la nostra riflessione non sarebbe molto confortante.

Ma noi che abbiamo ascoltato la Parola sappiamo anche un’altra cosa, che essa è la Parola dell’annunzio dell’evangelo di Gesù Cristo. Per la fede in lui, chi sa di essere nudo dinnanzi a Dio sa anche che ai Suoi occhi la sua nudità viene ricoperta.

Dice di fatti l’apostolo Paolo: Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. (Galati 3: 27).

L’evangelo è in fondo l’invito così espresso “rivestitevi del Signore Gesù Cristo” (Romani 13:4).

 

7. Nudi ancora per poco.

Rivestiti di Cristo, sì, ma sotto questo rivestimento c’è ancora la nostra nudità, c’è ancora il disagio di non essere quello che dovremmo essere.

Non lo siamo più agli occhi di Dio, perché siamo rivestiti di Cristo. Ma ai nostri occhi no, ancora sopravvive il peccatore. Perché questa è la nostra attuale condizione. Come dice Lutero parlando della nostra giustificazione per grazia mediante la fede: il cristiano è “insieme giusto e peccatore” (simul justus et peccator). Lo sarà fino alla morte: finché non lascerà questa condizione umana e non riceverà un abito celeste.

“Perciò noi sappiamo che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta noi abbiamo da Dio un edificio … nei cieli. Poiché in questa tenda noi gemiamo bramando di essere sopravvestiti della nostra abitazione celeste. Se pur saremo trovati vestiti e non nudi” (2 Corinzi 5: 1-3).

Ecco quello che conta, non essere trovati nudi. Noi che crediamo in Gesù Cristo siamo tranquilli su questo punto: saremo trovati vestiti.

E sotto questo vestito non ci sarà più la creatura nuda. Per allora essa sarà morta.

Se ancora oggi gemete, sotto questa tenda passeggera, fatevi animo.

 

Speciale Assemblea generale ucebi

 

Dalla 41a Assemblea dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia, dal tema “Fatevi coraggio: Io ho vinto il mondo!” (Giov.16:33b) pubblichiamo uno stralcio della Mozione programmatica, il documento che traccia le linee di lavoro dell'Unione battista per i prossimi 2 anni. Il documento è molto articolato. Diaspora non ha la possibilità di pubblicarlo integralmente per ovvie ragioni di spazio. Questa presentazione dunque è solo un po' più che “evocativa” ma purtroppo incompleta. Sul settimanale Riforma del 12 novembre, è già possibile leggerne una versione più ampia. Ad ogni modo gli interessati possono inviarci una e-mail di richiesta all'indirizzo elettronico della redazione: e saremo ben felici di trasmetterne copia per via telematica.

 

Mozione programmatica

Premessa

La missione è la vocazione della chiesa. L’Assemblea Generale dell’Ucebi, riunita a Chianciano dal 29 ottobre al 1 novembre 2010, è riconoscente a Dio perché, pur nelle difficoltà del momento economico, politico e sociale in cui versa il nostro paese, le chiese sono accompagnate dalla presenza dello Spirito nella loro fedeltà alla missione.

L’Assemblea afferma che la missione è risposta al comandamento del Risorto: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Mt. 28, 19 – 20).

Inoltre, la missione prende corpo in una vita comunitaria guidata dalle parole di Gesù: “Sono venuto per evangelizzare i poveri, annunciare la liberazione ai prigionieri, la guarigione e la libertà agli oppressi” (Luca 4, 18 – 21). (...)

1. Missione

L’Assemblea riconosce la chiesa locale come soggetto che risponde alla vocazione missionaria. L’Assemblea riconosce altresì l’esigenza di spazi di riflessione teologica comuni alle chiese, per articolare le singole attività con contenuti biblici e teologici condivisi che rendano credibile la testimonianza.

Al riguardo, l’Assemblea dà mandato al Comitato Esecutivo, avvalendosi del Dipartimento di Evangelizzazione, di promuovere le seguenti iniziative:

un seminario permanente di formazione per la missione;

la convocazione di una conferenza missionaria;

una giornata di mobilitazione pubblica che convochi le chiese su un tema concordato.

2. Formazione

L’Assemblea riconosce l’ambito federativo e la collaborazione BMV come luoghi privilegiati per la formazione, in particolare di bambini/e e giovani, e conferma la bontà dei programmi e delle attività della Federazione Giovanile Evangelica in Italia (FGEI) e del Servizio Istruzione Educazione (SIE). Questo anche in un’ottica di sostenibilità e valorizzazione della collaborazione e delle sinergie raggiunte.

Conferma il valore intergenerazionale dei campi VariEtà, come momenti importanti di formazione e comunione fraterna e dà mandato al CE di proseguire tale attività valorizzando le esperienze e le competenze maturate negli anni passati.

Ritiene che la valorizzazione e la diversificazione dei ministeri locali contribuiscano alla missione della chiesa. (...)

Dà mandato al CE di avvalersi del Dipartimento di Evangelizzazione - settore musica e liturgia al fine di proseguire il progetto del Coro Asaf e del Gruppo Nazionale Musicale (Naba) chiarendone le finalità, la durata e la sostenibilità finanziaria; auspica, inoltre, che la raccolta di canti contemporanei curata dall’animatore musicale Carlo Lella sia messa a disposizione delle chiese in formato elettronico, verificando la possibilità di un’edizione plurilingue.

Dà mandato al CE di avvalersi del Dipartimento delle Chiese Internazionali (ICD), in collaborazione con il progetto Essere Chiesa Insieme, al fine di favorire l’incontro tra chiese italiane e chiese di migranti.

 

 

Il naso tra i libri

Sara Rivedi Pasqui

 

Quest’anno non propongo un racconto di Natale, ma presento una dolce e tenera fiaba moderna che parla di amore, amicizia, condivisione, il tutto condito con un pizzico di mistero e di magia. Suggerisco a coloro che seguono la mia rubrica di leggere questo libro e donarlo, quale strenna natalizia, ciascun lettore ne riceverà gioia poiché Skellig, questo è il titolo della fiaba, trasmette un messaggio di fede e di speranza.

Il romanzo è ritenuto il capolavoro di David Almond, celebre scrittore inglese, ed un esempio di grande letteratura per l’infanzia. In Italia da alcuni anni non era più nel catalogo Mondadori Ragazzi in quanto il catalogo stesso è stato soppresso quindi va dato merito alla casa editrice Salani che ha ripescato questo piccolo gioiello e lo ha salvato dall’oblio pubblicandolo. Esso fa parte di quei libri che restano validi in ogni epoca poiché lasciano una traccia indelebile nella mente e nell’anima del lettore, insomma libri “che fanno bene”.

La storia narrata non ha una connotazione temporale specifica tuttavia è immersa nella quotidianità del vissuto contemporaneo ed essendo una meravigliosa favola appartiene al mondo reale e a quello della fantasia. Numerosi sono i personaggi che animano il racconto, due bambini alle soglie dell’adolescenza, i loro genitori, un medico, una gentile e premurosa insegnante, un gatto molto speciale, una neonata e Skellig attorno al quale si dispiega tutta la vicenda.

Michael, il protagonista, è un ragazzino assai malinconico perché la sua vita è stata sconvolta da una serie di accadimenti: la nascita di una sorellina affetta da una malformazione cardiaca, il forzato abbandono del suo quartiere e dei suoi compagni di giuoco, il trasferimento in una vecchia casa da riordinare e ripulire, ma soprattutto la percezione dolorosa dell’angoscia che affligge i genitori timorosi di perdere la figlia e la costante presenza di un medico che il ragazzo ha soprannominato, con una punta di sarcasmo ed una buona dose di paura, Dottor Morte. I suoi genitori sono due brave persone in affanno per la loro piccola, ma affettuosi e comprensivi con il figlio, consapevoli del disagio psicologico ed emotivo che egli sta vivendo. Mina, la nuova vicina di Michael, è una bambina non comune che trascorre buona parte della giornata a leggere e a disegnare uccelli stando appollaiata su di un albero, non frequenta la scuola poiché la madre, una donna assai eccentrica ma intelligente e simpatica, sostiene con determinazione che tale istituzione “inibisce la curiosità, la creatività e l’intelligenza dei bambini” e preferisce provvedere personalmente all’educazione della figlia. La bambina, educata ad amare e rispettare la natura, sa distinguere le voci del suo giardino ed insegna a Michael l’esercizio del silenzio e dell’ascolto per percepire il flebile pigolio proveniente dal nido dei merli. Condivide con il nuovo amico il segreto di una vecchia soffitta abitata da una colonia di gufi che non diffidano più di lei e le permettono di avvicinarsi ai loro nidi. Introduce il ragazzo alla meditazione ed alla riflessione con citazioni e versi di William Blake, poeta inglese preromantico caro a sua madre. Mina è seguita ovunque da un curioso gatto, Bisbiglio, che accompagnerà i due amici nelle loro esplorazioni come una benefica ombra protettiva.

Infine c’è Skellig, il personaggio chiave della storia,il misterioso essere che Michael scopre in fondo al buio e pericolante garage, una strana creatura dall’aspetto trasandato e sporco di un barbone, all’inizio si mostra scontroso e diffidente verso i due ragazzi che invece ne subiscono il fascino, provano per lui curiosità e compassione, gli parlano, notano che è affamato e sofferente e così gli procurano del cibo e dell’aspirina per calmare i dolori artritici, un giorno mentre tentano di sollevarlo scorgono un paio di ali attraverso il suo cappotto sdrucito. Cosa è? Un uomo, un uccello, un angelo ? Per Michael e Mina resterà un mistero, ma attribuiranno a lui la guarigione della neonata. Skellig sarà il loro segreto, solo i loro occhi l’hanno visto poiché i bambini sono dotati di intuizione e immaginazione straordinarie ed hanno il dono della fantasia, proprio in virtù di questo dono Michael sente battere nel petto il cuore della sorellina, vede sulle piccole e gracili spalle delle ali fantasma, le stesse che scorge sulle spalle della saggia amica Mina quando si allontana nella luce del tardo pomeriggio.

La storia si chiude con un lieto fine come si confà ad una fiaba. Sogni, visioni, emozioni uniti alle riflessioni ed alle osservazioni dei due ragazzi fanno si che il lettore scopra un mondo pieno di poesia e di bontà.

«Coricammo la bambina sul tavolo e ci sedemmo intorno a lei. Non sapevamo cosa dire. Mamma beveva il tè e papà mi lasciò buttare giù qualche sorso di birra dalla bottiglia. Restammo lì a guardarci e a toccarci, a ridere e a piangere!»

 

 

 

dalle chiese evangeliche di firenze

 

Chiesa evangelica BATTISTA

 

Domenica 31 ottobre, la 41a Assemblea dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia, tenutasi a Chianciano (SI), ha eletto il pastore Raffaele Volpe alla carica di Presidente dell'Unione. Tra i nuovi membri del Comitato Esecutivo è stata eletta la nostra sorella Dunia Magherini. Domenica 20 novembre, la nostra Assemblea ha eletto la pastora Anna Maffei. A loro e alle loro famiglie assicuriamo le nostre preghiere, oltre che la nostra collaborazione per il servizio che svolgeranno per la missione delle chiese battiste in Italia e a Firenze.      

Il 31 ottobre ha predicato il fratello Renzo Ottaviani. Il mese di Novembre si è aperto con una bella festa comunitaria e interculturale con il Culto del 7 novembre celebrato dalle comunità battiste di lingua italiana, romena e filippina. Un'Agape con circa 200 partecipanti ha allietato ulteriormente la giornata: un ringraziamento di cuore a tutti quelli che si sono affaticati e consacrati per la sua riuscita. Sabato 13 novembre Consiglio di Chiesa e Collegio degli Anziani hanno incontrato la candidata pastora Anna Maffei; mentre tutta la chiesa ha avuto la possibilità di incontrarla Domenica 14 novembre, giornata comunitaria con predicazione della candidata, agape e pomeriggio di domande.

Sabato 20 novembre si è tenuto il secondo incontro del ciclo “Gesù, l'enigma ricorrente”, con l'intervento della pastora Elizabeth Green sul tema “Gesù, il Cristo secondo Paolo”. Ha moderato l'incontro Simona Tocci.

Mercoledì 24 novembre, presso il Cimitero Evangelico agli Allori è stato predicato da Renzo Ottaviani l'Evangelo di Resurrezione in occasione del funerale della sorella Mercedes Sappé.

Domenica 28 novembre, giornata dell'Associazione delle Chiese Battiste della Toscana sul tema "Pensando al Creato". Predicazione della pastora Anna Maffei, Bazar a sostegno dei progetti di solidarietà con le chiese della Convenzione battista dello Zimbabwe. Dopo l'agape comunitaria, conferenza pubblica del past. Herbert Anders sul tema "L'appropriazione del Creato".

I gruppi di preghiera e di lettura in casa Brandoli-Tonarelli e Baconi-Magherini hanno ripreso a incontrarsi, così come non si sono mai interrotti il gruppo di preghiera del Venerdì sera in Borgognissanti e il banco alimentare.

 

Chiesa evangelica valdese

Bazar Comunitario. Il nostro bazar comunitario oltre alla bellissima atmosfera di accoglienza ha fruttato ben 5700 euro. Anche la Scuola Domenicale ha partecipato al bazar con la vendita di piccoli oggetti, ricavandone più di 100 euro. A tutte le persone che hanno contribuito alla buona riuscita di questa manifestazione giunga un affettuoso ringraziamento dell’intera comunità.

Condoglianze. Rinnoviamo le nostre condoglianze alle famiglie di Lidia Dozzani e di Flavia Maria Miscia. I funerali di queste due sorelle di chiesa sono stati celebrati martedì 16 novembre.

Felicitazioni. Tutta la comunità esprime le più sentite felicitazioni a Larissa e Mathieu per la nascita del tanto atteso figlio David. Un affettuoso abbraccio anche alla piccola Marie Harmony.

Messaggio di Fabio e Gesine Traversari: Cari Fratelli e Sorelle della comunità di Firenze, è passato un po’ di tempo dal giorno 28 agosto, nel quale insieme abbiamo celebrato il culto di benedizione delle nostre nozze. Ci piace ripensare a quel giorno e vogliamo ringraziarvi della vostra presenza al culto e al rinfresco, delle vostre preghiere e del generoso regalo che ci avete fatto con la sottoscrizione per noi. Un caro saluto da Tubinga.

Pranzo di Natale. Domenica 19 dicembre dopo il culto celebrato nel nostro tempio ci riuniremo in via Manzoni per il nostro consueto pranzo di Natale. Saranno presenti alcune persone della Comunità ebraica riformata “Shir Haddash” che ospitiamo nei nostri locali.

Contribuzioni. Sia la Tavola valdese sia il nostro concistoro riscontano un vertiginoso calo delle contribuzioni. Non si tratta soltanto dell’anno in corso. Tale calo si registra già da alcuni anni ma quest’anno la mancanza di liquidità si fa sentire. La Tavola Valdese compensa le contribuzioni con i proventi degli stabili messi a reddito. Anche la nostra chiesa ha adottato da diversi anni questa politica di bilancio. Nel nostro caso però il tempio di via Micheli ha assorbito già quasi tutte le risorse economiche messe da parte negli anni scorsi. Rischiamo dunque di trovarci di fronte a una grave mancanza di liquidità. Per questo motivo il Concistoro rinnova l’appello a contribuire generosamente ai bisogni della nostra chiesa locale e di tutta la nostra comunione delle chiese valdesi e metodiste in Italia. Il 18 dicembre, alle 15.30 nel quadro del consueto “Sabato pomeriggio in via Manzoni” avremo una discussione sulle finanze della chiesa con la proiezione di un divertente filmato.

Assemblea di chiesa. La prossima assemblea di chiesa è convocata sabato 22 gennaio alle 15.30 in via Manzoni. All’ordine del giorno il progetto di manutenzione straordinaria e di restauro del nostro tempio.

 

Pagina dei lettori

 

Cari fratelli e sorelle,

Questa mia vuole essere un contributo alla riflessione avviata da Mario Cignoni nel numero di novembre di Diaspora Evangelica, ma anche un modo per sollecitare reazioni, pareri, contributi, adesioni e critiche intorno ad una osservazione e ad una conseguente idea.

L'osservazione e' che frequentemente dei nuovi membri di chiesa sostengono di essersi avvicinati per loro iniziativa e che prima non sapevano nemmeno dell'esistenza dei valdesi. Di questo si può trovare conferma in numerosi interventi sulla pagina Facebook curata da Roberto Davide Papini (Riforma protestante in Italia).  Anch'io, come loro, ho avuto questa esperienza e mi sono trovato a pormi questa domanda: e' così che deve essere? Queste chiese di minoranza devono essere così "invisibili"? Poi, tempo fa, una mia amica Testimone di Geova mi ha raccontato il percorso di fede dei suoi genitori: "un giorno iniziarono a farsi delle domande e si rivolsero a chi conoscevano". Allora forse questa invisibilità non e' così scontata.

L'interrogativo centrale della mia riflessione e' questo: sarebbe utile e opportuno che le chiese protestanti fossero conosciute da chi non e' interessato dalla fede? Sarebbe utile aprire la chiesa alla comunità? Se si, come fare ad acquisire visibilità verso chi non frequenta le chiese, ne tanto meno assisterebbe ad un convegno che trattasse temi religiosi o un concerto di musica sacra? Forse costoro potrebbero però essere interessati ad altro.
Certo la questione non e' semplice, ma un'idea e' saltata fuori: utilizzare i locali della chiesa (il tempio? Una grande sala?) per organizzare degli eventi a tema non religioso. Ad esempio, dei concerti di beneficenza di musicisti fiorentini (jazz? Diplomandi del conservatorio? Altro?) per raccogliere dei fondi a favore di associazioni di derivazione non religiosa (Assistenza domiciliare malati tumore? Emergency? WWF?). In quell'occasione dovrebbe essere distribuito del materiale informativo congiunto associazione+valdesi.

Eventi di questo tipo avrebbero un contenuto culturale, dato che offrirebbero ai musicisti la possibilità di esprimersi, ma anche sociale, perché diffonderebbero la conoscenza delle attività dell'associazione. Se così fosse, la chiesa organizzatrice potrebbe accedere ai fondi dell'8 per mille?
Questa, in poche parole, e' l'idea e la provocazione, che può rimanere una semplice riflessione oppure un piccolo seme intorno a cui iniziare a ragionare.

A questo punto, toccherebbe a voi che mi leggete.

 

Un fraterno saluto ed un ringraziamento per l'attenzione.

Daniele Pezzella

 

 

Ecumenicamente (s)corretto

Roberto Davide Papini

 

Sarà molto imbarazzante, a gennaio, partecipare al consueto appuntamento della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. Già, imbarazzante, dopo anni nei quali abbiamo fatto i ganzi e i primi della classe verso i cattolici sventolando il nostro essere più avanzati, progrediti, aperti, moderni. Sarà dura dover chinare la testa ed ammettere che proprio la Chiesa cattolica romana, così ingiustamente accusata di essere retriva e tetragona, è decisamente davanti a noi. Nell’ultimo libro di Benedetto XVI (“Luce nel Mondo”, libro-intervista scritto con il giornalista bavarese Peter Seewald) il Papa ci dà una lezione arrivando a conclusioni rivoluzionarie proprio sul campo della sessualità, nel quale noi protestanti storci ci vantiamo di essere tanto liberal e invece siamo in clamoroso ritardo.

Ora, io mi chiedo ma con tutte queste commissioni bioetiche, scientifiche, sanitarie, paramediche, sinodali, parasinodali, ad referendum ecc. ecc. non potevamo arrivare anche noi a quanto afferma il Papa sulla liceità dell’uso dei profilattici per evitare la diffusione dell’Aids? Non potevamo anche noi arrivare a questa sconvolgente innovazione? Ecco cosa dice il Papa: «Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico (…)». Insomma, in un colpo solo ecco che si ammette l’uso del preservativo e la prostituzione, lasciando di stucco l’Onu, la comunità internazionale e fior di immunologi che non avevano ancora colto l’utilità del profilattico in “singoli casi” come dice il Papa.

Di questo passo, la rivoluzionaria marcia della Chiesa cattolica romana porterà a bruciare le tappe sulla strada inarrestabile delle riforme: nel 3324 sarà consentito ai malati terminali o affetti da patologie progressivamente invalidanti di scegliere di morire, purché tra atroci sofferenze; nel 3976 sarà ammesso il divorzio e nel 4025 sarà tollerata anche l’omosessualità, purché senza sesso.

 

Un sorriso natalizio

 

Tratto da www. gioba.it (D. Giovanni Berti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

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In redazione: Pawel Gajewski, Roberto Davide Papini, Roberto Rossi, Alessandro Sansone

 

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