Diaspora evangelica

Mensile di collegamento

informazione ed edificazione

Anno XLII – numero 12 – dicembre 2009

 

 

A tutte le donne…

di Alda Merini (1931-2009)*

 

 

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa

anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre

per l'emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza

e rimane uno scheletro d'amore

che però grida ancora vendetta

e soltanto tu riesci

ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,

poi ti volti e non sai ancora dire

e taci meravigliata

e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d’amore.

 

*Una delle più geniali e più controverse poetesse italiane contemporanee. Morta il 1° novembre 2009. La sua anima e le sue poesie vivranno in eterno. (p.g.)

 

In questo numero:

·         Meditazione biblica di Pawel Gajewski

·         Dibattito sul cattolicesimo contemporaneo (D. Garrone, A.B. Simoni, M. Tron, D.Spini)

·         Racconto di Natale di Sara Pasqui Rivedi

·         Dalle associazioni e dalle Chiese evangeliche fiorentine

·         Ecumenicamente (s)corretto di Roberto Davide Papini

 

Pensiero di Natale (di Vittorio Subilia, 1911-1988)

Certo, quando la chiesa sa quello che crede e quello che predica, il risultato non è necessariamente la conversione del mondo, anzi ci sono tutte le probabilità che sia l'indurimento del mondo, che ritorna perennemente sulla sua decisione di togliere di mezzo, di crocifiggere Colui che è venuto per essere la sua salvezza e la sua vita. Ma la nostra consegna non è interessarci dei risultati, i risultati non sono di nostra competenza. La nostra consegna è di annunciare con lucida coscienza che è venuto, nella certezza della necessità e dell'urgenza di questo annuncio. La nostra utilità o inutilità come cristiani nel mondo dipendono essenzialmente dal fatto che, nella nostra vita privata, nei nostri culti, nelle nostre opere, nelle nostre strutture, sui nostri giornali diciamo o non diciamo: E’ venuto. Ogni volta che noi, in un modo o nell'altro, diciamo e trasmettiamo questo annuncio, adempiamo alla missione per cui siamo stati mandati. Ogni volta che noi tacciamo o svalutiamo o cambiamo questo annuncio, perdiamo la nostra ragione di essere e aggiungiamo il nostro contributo alla perdizione del mondo. Ogni volta che noi perdiamo di vista questo annuncio e lo sostituiamo con qualche cosa d'altro, facciamo deragliare l'attenzione degli uomini su altri obiettivi, permettiamo loro di soffocare il problema posto dalla sua venuta e così pronunciamo la condanna a morte su noi stessi come testimoni di Colui che è venuto e in cui abbiamo creduto.

 

Con questo pensiero la redazione di “Diaspora evangelica” augura un Natale benedetto e un 2010 ricco di Grazia. Il prossimo numero sarà in distribuzione dal 10 gennaio 2010.

 

Il regno del mondo (Apocalisse 11,15)

di Pawel Gajewski

 

Poi il settimo angelo sono la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli» (Apocalisse 11,15)

 

Non amo “riciclare” i miei testi scritti. Questa volta faccio eccezione per riproporre un testo scritto esattamente dieci anni fa e pubblicato su “Riforma”. L’ho ritrovato per caso nel mio archivio personale chiedendomi: sono veramente passati dieci anni da quel pomeriggio di gennaio 2000, quando, un po’ frastornato dalle notizie, vergavo queste righe.

 

Una violenta ondata di scandali legati alla corruzione di uomini politici e amministratori di spicco ha scosso l'Europa e l'Italia. Le basi, sulle quali si fonda una società democratica, sono state toccate nei punti nevralgici, la fiducia che molte persone pongono ancora nello stato e nelle sue istituzioni, è stata sottoposta a una dura prova. Passate le emozioni del momento, non possono che sorgere questioni di natura generale. Tali questioni tornano sulle pagine dei giornali con una notevole regolarità: il rapporto tra poteri decisionali, esecutivi e giudiziari, la necessità di vigilanza sull'operato di coloro che coprono incarichi pubblici, la sovranità degli organi elettivi e la Ragion di Stato. Al di là di questi problemi difficilmente risolvibili e di enorme portata sociale, si pone un'altra questione ancora più difficile: qual è il potere ultimo, qual'è l'istanza d'appello assolutamente affidabile e incorruttibile?

Il libro dell'Apocalisse è noto per le sue difficoltà di interpretazione, d'altro canto sarebbe difficile pretendere da un testo profetico la semplicità di una cronaca. Nonostante questa caratteristica della forma letteraria, il messaggio, che si trova esattamente a metà dello scritto (cap. 11), annuncia una cosa molto chiara: «il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo» (v. 15a). Il potere del Signore esercitato mediante il suo Cristo è quindi ultimo, eterno ed appartiene solo a Lui. Non è che non gli appartenesse prima, ma nell'affermazione annunciata dalla profezia si esprime la certezza di una fede che, davanti alla continua lotta tra le forze del bene e quelle del male, afferma che nell'universo di Dio non vi è nessun dualismo. II mondo, anche nella sua forma visibile, materiale, esteriore, appartiene «al nostro Signore e al suo Cristo». Infatti, il suono della settima tromba chiude una lunga serie di lotte e di persecuzioni raccontate in maniera simbolica a partire dal capitolo 6. La settima tromba non spezza la catena di eventi straordinari e terribili, tuttavia afferma la sovranità di Dio sia sulla «corte celeste», sia sul mondo tormentato da bestie, flagelli e potenze ostili.

I simboli e le immagini dell'Apocalisse devono essere decodificati e analizzati in sintonia con l'intero messaggio cristiano; altrimenti un evento in sé ordinario, potrebbe essere troppo facilmente identificato come segni dei «tempi ultimi», della «corruzione finale» e della «fine del mondo». D'altro canto la storia del pensiero cristiano abbonda di tali "attualizzazioni" dell'Apocalisse. Oltre ai simboli e alla loro decodificazione si trova, però, il vero fulcro dell'annuncio: la sovranità assoluta di Dio. Questa sovranità non è un potere che sottomette, schiaccia e sfrutta l'essere umano, non è, tanto meno, un'indifferente presenza nella storia dell'umanità e nel destino dell'individuo. Il brano di Apocalisse 11,15 afferma il regno di Dio sul mondo in una situazione che fa pensare piuttosto alla rumorosa prepotenza del male e non alla silenziosa forza di Dio; da questo punto di vista la prospettiva dell'autore dell'Apocalisse non ha subito significativi mutamenti nel corso degli ultimi due millenni.

 

 

Dibattito sul cattolicesimo contemporaneo

a cura della redazione, in collaborazione con “Koinonia” di Pistoia

“EPPURE TACETE”

Lettera ai fratelli cattolici di Daniele Garrone (Micromega 5/09)

 

Cari Fratelli e Care Sorelle,

scrivendo queste righe ho davanti agli occhi le centinaia di cristiani cattolici con cui negli ultimi decenni ho avuto la gioia di condividere il cammino ecumenico: laici impegnati, docenti universitari, sacerdoti, vescovi, religiosi e religiose, teologi, giornalisti. Potrei rivolgermi ad alcuni di questi, ma il mio intento non è di sfidare qualcuno, ma di sollevare con franchezza un problema, a mio avviso drammatico.

Con molti di voi ho più volte verificato come siate a disagio di fronte alla piega presa dalla curia e dai vertici della Chiesa cattolica italiana, ad esempio riguardo alle questioni del fine vita e al testamento biologico, alla reintroduzione della messa tridentina, alla riabilitazione dei lefebvriani. [...] Eppure tacete. Veniamo a sapere che - mentre l'episcopato cattolico tedesco ha approntato, in collaborazione con la «Chiesa evangelica in Germania», un «Testamento biologico cristiano» già sottoscritto da quasi 2 milioni di credenti (dunque, presumibilmente, da circa 1 milione di cattolici) - in Italia è stato avviato un provvedimento disciplinare contro 41 sacerdoti e religiosi che hanno espresso una posizione del tutto simile; eppure tacete. Vi viene imposto di accettare che quello che è possibile a un cattolico in Germania, in Italia è non solo vietato, ma anatemizzato, e che chi manifesta il suo dissenso dev'essere rimesso in riga. Viene così negato ogni pluralismo all'interno della Chiesa (quel pluralismo reale che è sotto gli occhi di tutti, ma che alla fine non si manifesta) e l'Italia viene sempre più ridotta a un orticello vaticano, certo anche grazie alla interessata e solerte (e nel caso della sinistra, oltretutto totalmente vana, perché nessuna «messa» le procurerà mai nessuna «Parigi») acquiescenza della classe politica. Eppure tacete. Avete davanti agli occhi uno strategico e massiccio processo di normalizzazione delle aperture che il Concilio Vaticano II al tempo stesso esprimeva e avviava, e che so essere un elemento centrale del vostro modo di vivere il cristianesimo. Eppure tacete.

Vi scrivo perché non voglio concludere affrettatamente, da protestante, che nella Chiesa di Roma è giocoforza che avvenga così, visto che per voi l'obbedienza alle gerarchie - anche molto tormentata - è, se non proprio una virtù, un dovere. Vi chiedo però di riflettere su un punto: chi pretende di vincolare le vostre coscienze esercita un potere di cui Dio non fa uso. Di più: nella fede Dio ci costituisce come soggetti liberi, e responsabili solo nei suoi confronti e nei riguardi del prossimo.

La maggior parte di voi sono personalità pubbliche, anche con incarichi importanti: una vostra parola chiara (ad esempio un appello per la sottoscrizione di una versione italiana del «testamento biologico cristiano» della Germania; oppure la rivendicazione della liceità delle posizioni espresse dai 41 preti) farebbe del bene alla vostra Chiesa, che amate, alla cultura italiana, a cui contribuite, e, ne sono certo, anche a voi, che vorreste rivolta alla città e ai credenti un'altra parola cristiana. Questa parola potete dirla voi, alzate la vostra voce. La vostra fede ve ne dà il diritto. Non vi fate conculcare dagli uomini la libertà che Dio vi ha donato. Pensate al vostro battesimo come suggello di questa libertà.

Fraternamente, Daniele Garrone

 

In risposta…

di Alberto B. Simoni OP (Pistoia)

Caro Daniele,

grazie della tua lettera, della tua sollecitazione fraterna e del problema "drammatico" che sollevi mettendolo sotto i nostri occhi. La questione infatti non è che questo o quell'altro, qua e là faccia sentire la propria voce su particolari punti e prese di posizione "ufficiali" della Chiesa o gerarchia cattolica. Tu forse sai che questa libertà di discernimento e di parola noi la esercitiamo da tempo e forse ricorderai quando ci tenesti tu l'omelia in una celebrazione eucaristica presso la savonaroliana Basilica di S. Marco a Firenze. Pochi giorni fa, inoltre, abbiamo celebrato e riflettuto fraternamente insieme ad Ermanno Genre su la "Dei verbum". E per la verità non si tace!

Ma il problema non è questo, ciò che si dice o non si dice, quanto quello dell’udienza" o del “non-ascolto”, del non avere “voce in capitolo”: nel senso che si procede in ordine sparso ciascuno con la sua soluzione in tasca o in mano: nel senso che si gioca solo di rimessa o in reazione a questo o a quel pronunciamento o provvedimento, senza la minima preoccupazione di una strategia di fondo condivisa, altrettanto valida quanto quella egemone che detta legge.

E questo per la fobia di quel "dissenso" che avrebbe fatto il suo tempo e che sarebbe ormai esorcizzato: e allora ci dissociamo o ci facciamo belli creandoci nicchie di neo-anacoretismo compatibile col sistema. E questo spiega come mai "quel pluralismo reale che è sotto gli occhi di tutti, ... alla fine non si manifesta, e l'Italia viene sempre più ridotta a un orticello vaticano, certo anche grazie alla interessata e solerte (e nel caso della sinistra, oltretutto totalmente vana, perché nessuna «messa» le procurerà mai nessuna «Parigi») acquiescenza della classe politica".

Più che il tacere, c'è un parlare in sordina e c'è soprattutto un "non ascolto", perché qualunque voce diversa è compromessa e squalificata in partenza in nome di un falso rispetto di comodo verso ciò che è costituito. E la ragione di tutto questo ce la offri tu quando ci dici: "Avete davanti agli occhi uno strategico e massiccio processo di normalizzazione delle aperture che il Concilio Vaticano II al tempo stesso esprimeva e avviava, e che so essere un elemento centrale del vostro modo di vivere il cristianesimo. Eppure tacete".

Ecco il punto: davanti a questo "strategico e massiccio processo di normalizzazione" noi disponiamo di una fionda - che è quella stessa del Concilio Vaticano II - ma non abbiamo il coraggio di usarla come metodo e come strategia d'insieme, contenti di cogliere da questo albero qualche frutto di stagione. E farsi carico di questa ipotesi di lavoro è illusorio per chi sta in alto, troppo impegnativo per chi sta in basso e alquanto utopico per chi ti sta accanto. E il punto di forza e di appoggio per sollevare e risolvere il problema viene a mancare: viene a mancare un principio effettivo di "aggiornamento" e di "riforma" reale, per cui sentirci convocati da ogni parte.

No, caro Daniele, non è giocoforza che nella chiesa di Roma avvenga necessariamente così! Ma perché sia diversamente non bisogna aspettarselo dall'alto o pretenderlo a vuoto da parte nostra: si tratta di assumere in solido il peso di quella libertà con cui Cristo ci ha liberati, ed essere noi stessi le pietre vive per edificare una Chiesa diversa in quegli spazi che essa stessa col Vaticano II ha liberato e aperto. È questa la fatica che dovremmo assumere come nuova vocazione o "tradizione"! Quanto poi al veder "rivolta alla città e ai credenti un'altra parola cristiana" la responsabilità dobbiamo portarla insieme, come “battezzati”.

Fraternamente, Alberto B. Simoni

 

 

Sulla questione del crocifisso

di Marta Tron*

Nelle settimane scorse abbiamo ascoltato (e letto) centinaia di opinioni a proposito della sentenza della Corte di giustizia di Strasburgo che ritiene lesiva alla libertà di coscienza individuale l’esposizione obbligatoria del crocifisso nei luoghi pubblici amministrati dallo Stato. Abbiamo deciso di pubblicare il testo di Marta Tron, giovanissima studentessa universitaria, scritto per l’Eco delle Valli Valdesi. (p.g.)

 

“Lo stato deve astenersi dall’imporre delle credenze religiose nei luoghi in cui le persone sono dipendenti da esso.” Questo viene scritto in una sentenza della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo. Ora qualche giorno dopo, mi collego a Facebook e vedo comparire un gruppo con questo titolo: “Non volete il crocifisso ecc…? allora andatevene dal NOSTRO paese…”

Il mio primo pensiero è stato:

1.                   in questo c’è una evidente vena di razzismo

2.                   evidentemente le persone che aderiscono a questo gruppo non sanno da chi è stata presa questa decisione

3.                   ma lo sanno che non bisogna essere per forza stranieri per non volere il crocifisso nelle scuole?

Queste persone ragionano in questo modo: già sei un immigrato nel nostro paese, già porti delinquenza nel nostro paese, in più vuoi venire qua e dettare legge?

Sono a dir poco scioccata, senza parole…si dice che il confronto fa bene, ma quando sento queste cose sto male. Ho cercato in tutti i modi di spiegare che io sono italiana tanto quanto loro, ma il crocifisso non mi appartiene e come risposta cosa ho avuto? ”Ma fa parte della tradizione italiana, è solo un simbolo non da fastidio a nessuno…e poi l’Italia è uno stato cattolico!”

Mi cascano le mani, mi passa la voglia di discutere, allora mi chiedo se tutti loro sanno cosa voglia dire stato laico? Secondo me no…

Poi dicono che noi siamo chiusi dato che non lo accettiamo, ma loro non pensano che appenderlo ad un muro di un’istituzione PUBBLICA sia sinonimo di IMPOSIZIONE? Bisogna ricordare a queste persone che dopo gli accordi del 1984, la religione cattolica non è più la sola religione dello stato, quindi non mi si venga a dire che lo stato è cattolico, perché questo è sinonimo di ignoranza!

Inoltre la croce come simbolo di pace? (mi è stato detto anche questo). Si ricordano quando proprio sotto questo simbolo venivano sacrificati innocenti; su come veniva utilizzata dai crociati; usata per accendere roghi ad eretici e streghe?

Perché non capiscono che a me può dare fastidio veder appeso un crocifisso nell’aula della mia scuola?

Perché dicono “togliamo i crocifissi?allora voi toglietevi il velo…” Ma cosa vuol dire? C’è un’unica risposta: paura degli altri, paura del diverso che porta al non ragionare e non perdere tempo per aggredire chi prova solo a far valere i propri diritti (italiano o straniero che sia) in uno stato che sinceramente sento non mi appartenga del tutto.

E sentir dire proprio dal Ministro dell’istruzione che “la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione” mi fa capire che in Italia la laicità rimane ancora una grande utopia e io da cittadina italiana mi sento profondamente offesa.

Proveranno mai per una volta a mettersi nei panni della minoranza? Ma soprattutto difendono tanto la loro religione e io mi chiedo ma ci credono davvero? Perché in caso contrario si tratta di IPOCRISIA pura.

* Chiesa valdese di Perrero-Maniglia

 

Lettera di solidarietà del Concistoro Valdese di Firenze alla Comunità delle Piaggie e a don Alessandro Santoro

 

Caro don Alessandro, care sorelle e fratelli della comunità delle Piagge,

anche se non ho mai avuto il piacere di conoscervi personalmente, vi scrivo a nome del concistoro (cioè del consiglio) della chiesa valdese di Firenze; da sempre infatti la nostra comunità segue il vostro lavoro sociale  e la vostra testimonianza all’Evangelo nel quartiere delle Piagge di Firenze.

Vi scrivo per farvi sapere che noi, vostri fratelli e vostre sorelle della Chiesa valdese di Firenze, vi siamo vicini nel pensiero e nella preghiera in questi giorni tanto difficili. Certo non sta a noi esprimere giudizi sulla ragione e sul torto né ci compete entrare nel merito della questione che vi oppone al vescovo di Firenze; del resto, non è certo di questo che voi avete bisogno. In questa vicenda dolorosa vi saranno di guida la vostra coscienza, libera e retta, e la parola dell’Evangelo, che niente e nessuno potrà mai far tacere. Possiamo però – anzi, dobbiamo - ricordare insieme a voi che “né morte né vita, né angeli né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’Amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore”. La vostra comunità ha risposto alla chiamata dell’Agape di Dio, e saprà continuare a camminare nella luce dell’Evangelo.

Da parte nostra, vorremmo solo che a tutti voi, fratelli e sorelle della comunità delle Piagge, giungesse il nostro abbraccio affettuoso, Debora Spini

 

Racconto per il Natale 2009: Lo scricciolo

di Sara Pasqui Rivedi

 

Questa storia narra come fu creato lo scricciolo, un uccello piccolissimo, forse il più piccolo della Terra.

Quando Dio stabilì di creare i cieli e la terra la sua meravigliosa e grandiosa opera richiese sei giorni assai faticosi. Al settimo giorno, soddisfatto del proprio lavoro, ma anche affaticato ed affamato poiché durante tutto quel periodo di tempo non aveva toccato cibo, decise di riposarsi e rifocillarsi. Aprì la bisaccia che aveva portato con sé e ne trasse fuori un pane scuro ormai raffermo ed indurito che spezzò in due parti e cominciò a mangiare masticando lentamente ogni boccone, in perfetta quiete e tranquillità.

Per tutto il tempo in cui il Signore Iddio si era dedicato a trarre dal caos ordine ed armonia un angelo curioso gli era stato vicino ed aveva osservato le straordinarie, stupefacenti creazioni che uscivano dalle mani dell’Eterno manifestando ammirazione e meraviglia. Continuò a guardare il suo Signore anche mentre mangiava il pane notando come Egli gustasse quella pagnotta ormai indurita e fu preso da una gran voglia di assaggiarla così chiese se poteva averne un po’. Il Signore prese il pane lo spezzò e gliene porse un pezzo, l’angelo se lo avvicinò alla bocca e voracemente lo addentò, ma Dio lo fermò esclamando: – Non si fa così, ricordati che il pane va sempre spezzato e portato alla bocca con le mani! – L’angelo si stupì e non comprendendo Gli chiese per quale motivo si dovesse mangiare in tal modo. Il Signore con un tono di voce mesto e lo sguardo velato di tristezza gli rispose che un giorno, ancora lontano, avrebbe capito.

Dopo qualche attimo dal pezzo di pane che l’angelo stava mangiando si staccò una briciola che scese verso la terra. – Che peccato! – esclamò il Signore – Il cibo non va sprecato! –

L’angelo rispose che l’avrebbero mangiata i pesci se cadeva nel mare oppure gli altri animali se cadeva al suolo, ma ad ogni modo non sarebbe andata perduta. Oh no! – rispose Dio – finirà per le strade e gli uomini la calpesteranno!

A questa frase l’angelo si allarmò ed implorò il Signore affinché facesse qualcosa per salvare la briciola. Iddio soffiò verso il minuzzolo di pane che stava scendendo ed improvvisamente ai suoi lati spuntarono due piccole ali così, invece di precipitare in basso, si mise a volare, a volteggiare fra il verde dei boschi e dei campi: era nato lo scricciolo, un uccellino simile ad un batuffolo soffice di colore scuro. È talmente piccolo che il suo cinguettio è appena percettibile ad orecchio umano. Malgrado le sue ridotte dimensioni ed il suo canto flebile è felice di esistere, si accontenta di poco perché è umile e modesto, si gode il trascorrere delle stagioni, rivela entusiasmo e voglia di vivere perché è grato al suo Creatore a cui deve il dono della vita. Il suo corpicino fragile, quasi inconsistente, ma vivace manifesta la gioia di essere parte di quel creato così perfetto che Dio fece in sei giorni di lavoro duro e continuato.

Tratto ed elaborato da un racconto di Mauro Corona

 

 

 

Voci dalla “Claudiana” di Firenze (Info: 055282896)

a cura di Pasquale Iacobino in collaborazione con il Centro Culturale Protestante P.M. Vermigli di Firenze.

 

 

 

Pensare la fede, dire la speranza

Incontri con la teologia nel nostro tempo

Chiesa Battista, Borgo Ognissanti 4 - Firenze

 

 

Sabato 12 dicembre 2009 – ore 17:30

La speranza cristiana: tra attesa e responsabilità

Conferenza con Fulvio Ferrario e Rosino Gibellini

 

Sabato 30 Gennaio 2010 – ore 17:30

Quando la teologia diventa profezia: la testimonianza di Karl Barth

Incontro con Giorgio Bouchard

 

Assemblea generale della FCEI a Firenze

 

(NEV). Il 5 dicembre verrà dato il via all’assise del protestantesimo italiano storico: la XV Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) - convocata ogni tre anni – si svolgerà a Firenze con il tema: "Conforto reciproco in tempi difficili", mentre il versetto biblico che farà da filo conduttore ai lavori assembleari, è tratto da Zaccaria 8,13: “Io vi salverò e sarete una benedizione. Non temete! Si fortifichino le vostre mani”.

L’Assemblea esaminerà l’operato del Consiglio e dei vari “Servizi” della FCEI, proporrà le linee progettuali per il prossimo triennio ed eleggerà i nuovi organi esecutivi, tra cui il presidente. L'Assemblea si aprirà alle 15 del 5 dicembre presso la Chiesa valdese di via Micheli a Firenze. Alle 17 ci sarà una tavola rotonda pubblica intitolata “Le emergenze dell'Italia nella prospettiva della Riforma protestante”. Le emergenze saranno declinate in cinque diversi ambiti (costituzionale, egualitario, ambientale, politico, migratorio) e vedrà gli interventi di Oscar Luigi Scalfaro, Massimo Toschi, Letizia Tomassone, Valdo Spini, Stefano Ceccanti, Lucio Malan e Mercedes Frias. La conferenza, che sarà moderata dal pastore Jürgen Kleemann, si concluderà con le considerazioni finali di Domenico Maselli, presidente FCEI.

Il tema dell'Assemblea sarà invece oggetto della predicazione del culto della domenica mattina, 6 dicembre, affidata al pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), culto che si svolgerà nella Chiesa battista di Borgo Ognissanti.

L’appuntamento triennale questa volta si svolgerà in diversi luoghi della Firenze evangelica, alternando momenti di discussione in plenaria e di lavoro in gruppi. Si concluderà nella mattinata dell'8 dicembre presso il Centro “La Calza” con le elezioni degli esecutivi.

Fanno parte della FCEI le chiese valdesi, metodiste, battiste, luterane, l'Esercito della Salvezza, la Chiesa apostolica italiana e alcune chiese libere. Sono osservatori l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (UICCA) e la Federazione delle chiese pentecostali (FCP).

 

Diaconia Valdese Fiorentina: Agenzia Formativa KALEIDOS

Il progetto EDEN gestito dall'Agenzia Formativa CSD-KALEIDOS si propone di creare le risorse necessarie alla creazione di un’impresa cooperativa e all’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di persone svantaggiate nell’ambito di attività agricole presenti sul territorio. Con le attività che si propongono, di tipo teorico ed esperienziale, si vogliono dare gli strumenti necessari ad adulti e giovani, uomini e donne, per giungere ad una reale occupazione lavorativa ed un’adeguata capacità relazionale e di gestione personale, che li porti ad una maggiore autonomia.

Il percorso sarà costituito da un corso pratico e teorico sulla Creazione e Gestione di un’impresa cooperativa agricola di tipo B e avrà luogo da metà Dicembre 2009 a Marzo 2010. L'impegno è di tre mezze giornate alla settimana per 4 mesi da svolgersi in parte nei locali dell'Agenzia Formativa KALEIDOS (via Serragli 49) e in parte con una “scuola nel campo” in un terreno agricolo all'Antella.

Riferimenti: Roberto Locchi, 3480179500; Ani Sebestyen, 055213574

 

Centro culturale protestante “P.M. Vermigli”

Giovedì, 17 dicembre, alle 21 nei locali di via Manzoni 21, il Centro culturale protestante “P.M. Vermigli” invita alla serata dedicata al pastore Tullio Vinay nel 100° anniversario della sua nascita. Durante la serata sarà presentato il volume delle memorie, scritto dalla figlia Paola, ospite d’onore della serata.

 

Centro sociale evangelico, Cooperativa sociale “La Riforma”

La nostra Festa di Natale avrà luogo nei locali di via Manzoni 21, mercoledì 16 dicembre, alle 15.30. Tutte le persone legate al nostro centro sono cordialmente invitate a partecipare.

 

Associazione “Fiumi di acqua viva”

Riceviamo da Andrea Panerini e pubblichiamo il seguente comunicato stampa. (red.)

Venerdì 13 novembre scorso si è costituita a Firenze, con atto depositato all'ufficio del registro, la nuova associazione “Fiumi d'acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità” che prende il testimone del locale gruppo della REFO a livello organizzativo, morale ed economico.

L'associazione “Fiumi di acqua viva – Evangelici su Fede e Omosessualità” si costituisce come ente di volontariato e di promozione sociale nei termini delle leggi nazionali 266/91 e 383/2000 e della legge regionale Toscana 28/93.

Presidente è stato eletto Andrea Panerini, membri della Segreteria sono Claudio Cardone (Segretario) e Lorenzo Bussoli (membro). Il collegio dei revisori dei conti è composto da Anna Ricca (Presidente) e Lucilla Ricca (Vicepresidente).

Leggiamo dal sito dell'associazione (www.fiumidacquaviva.wordpress.com): Noi crediamo che lo Spirito possa soffiare su tutte le creature che il Signore ha creato senza alcuna discriminazione. Dio ci chiama all’ascolto: tutti, senza distinzione di orientamento sessuale. Noi abbiamo fiducia in Dio e siamo sicuri che i suoi fiumi d’acqua viva ci possano dissetare e ci possano rigenerare per la creazione di un mondo nuovo, dove omosessuali e transessuali possono amarsi in pace e sotto la benedizione del Signore.

“Oggi abbiamo vissuto un nuovo inizio – chiosa Andrea Panerini, neoeletto Presidente dell'Associazione. Abbiamo preso atto di alcune difficoltà sia formali che sostanziali all'interno della REFO e, pur mantenendo comunione di fede e preghiera con essa, abbiamo riscontrato la necessità e la volontà di costituirsi formalmente in associazione con tutti i vantaggi ma anche gli obblighi che questo comporta. Dialogheremo con le chiese, con le altre associazioni e gruppi che si occupano di fede e di omosessualità, a parità di dignità, senza rinunciare mai alla nostra soggettività cristiana e senza la pretesa di sostituirsi alla organizzazioni politiche. Tuttavia vogliamo esprimere con molta forza la nostra preoccupazione nei confronti di una situazione sociale, nel nostro paese, che sta regredendo verso una pericolosa indifferenza nei confronti dei quotidiani atti di violenza e discriminazione verso le persone omosessuali e transessuali e ci sta portando ad una scandalosa renitenza sul tema dell'allargamento dei diritti”.

Il tesseramento 2010 sarà aperto il 1° dicembre e il prossimo incontro dell'Associazione avrà luogo sabato 12 dicembre a partire dalle ore 18,30 presso il Centro comunitario valdese di Via Manzoni, 21 a Firenze con approfondimento sul tema “Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me, perché l’anima mia cerca rifugio in te; e all’ombra delle tue ali io mi rifugio finché sia passato il pericolo” (Sl. 57,1).

 

Dalle Chiese evangeliche fiorentine

 

Chiesa Apostolica Italiana di Firenze e Prato

 

DOMENICHE DIALOGATE

 

Ogni seconda domenica del mese la Chiesa Apostolica Italiana di Firenze-Prato dedica la riunione del mattino alla trattazione di un argomento utile al divenire della fede e a favorirne la testimonianza. Quest’anno tale argomento è l’angoscia.

Il percorso, che potrà essere considerato di vera «relazione d’aiuto», si configura come segue: Paura e angoscia (13 dicembre 2009), Angoscia e fede (10 gennaio 2010), Crisi come angoscia (14 febbraio 2010), Angoscia e ragione (14 marzo 2010), Angoscia e preghiera (11 aprile 2010), Angoscia come attesa (09 maggio 2010). La «domenica dialogata» di giugno (domenica 13), ultima dell’anno ecclesiastico, sarà dedicata ad un aggiornamento sulla «predicazione».

 

FORUM TEOLOGICO GIOVANILE (MA NON SOLO)

Il gruppo che partecipa e, perciò, costituisce il Forum ha scelto come area di ricerca per l’anno 2009-2010 il modulo tematico relativo al «Dialogo», i cui sottotemi vengono di volta in volta presentati con una "base d'ascolto", previamente distribuita, per essere, poi, discussa insieme.

È pensabile, ed augurabile, che l'argomento di quest’anno, data la sua indiscutibile rilevanza ad ogni latitudine di pensiero, possa essere proposto anche ad amici che i membri tutti potrebbero invitare.

Gli incontri hanno luogo mensilmente, nella «Casa pastorale» di Prato, il quarto (non ultimo, ma quarto) sabato del mese, dalle ore 16.00 alle ore 17.00/massimo 17.30!

Segue il programma nella sua articolazione sottotematica non senza aver prima segnalato che gli argomenti saranno trattati in chiave laica, metaconfessionale ed interdisciplinare:

 

Il dialogo come segno (Sabato, 19 dicembre 2009. Solo per questo mese l’incontro è proposto per il terzo sabato perché il quarto – giornata festiva! – rientra nel prevedibile ‘ponte’ di Natale).

Incontro delle differenze (Sabato, 23 gennaio 2010).

Il mondo dell'altro (Sabato, 27 febbraio 2010).

Dialogo ed empatia (Sabato, 27 marzo 2010).

Volontà di capire (Sabato, 24 aprile 2010).

La legge del dialogo (Sabato, 22 maggio 2010).

Limiti del dialogo (Sabato, 26 giugno 2010).

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

 

Il 5 novembre al Cimitero evangelico “Agli Allori” è stata annunciata la parola di risurrezione in occasione del funerale della sorella Norma Innocenti, da diversi anni ospite del Gignoro.

Il culto domenicale si tiene alle ore 11,00. Sempre di domenica scuola domenicale e gruppo giovanissimi, mentre il gruppo giovani si riunisce di venerdì sera. Sono riprese le riunioni di preghiera e di lettura nelle case.

Gli studi biblici del pastore Volpe del mercoledì alle ore 20,15 sono dedicati alla lettera di Paolo ai Galati.

Domenica 8 novembre culto e predicazione curati da Pasquale Iacobino, con l'aiuto nella liturgia della nostra animatrice musicale Sandra Spuri.

Domenica 15 novembre giornata delle chiese battiste toscane aderenti all'Associazione regionale (ACEBT) con culto congiunto, agape e bazar a sostegno del progetto Zimbabwe promosso dall'Unione Battista (UCEBI). Nel pomeriggio, conferenza di Stefano Gagliano in occasione dei 400 anni dalla fondazione della prima chiesa battista ad Amsterdam.

Venerdì 13 novembre si è tenuto il secondo incontro del ciclo “Pensare la fede, dire la speranza” organizzato con il Centro Culturale Protestante “P.M Vermigli” e la Libreria Claudiana. Ospite Brunetto Salvarani, autore del libro Da Barth a Bart, per una teologia all'altezza dei Simpson. Insieme al pastore avventista Davide Mozzato e al pastore Raffaele Volpe, Salvarani ha offerto una bella occasione per riflettere teologicamente anche con ironia e leggerezza, senza rinunciare alla profondità di significato.

 

Chiesa evangelica luterana

Il nostro Bazar si svolgerà in occasione della seconda domenica d’Avvento avvento, 6 dicembre, dopo il culto fino alle 18, ingresso Lungarno Torrigiani. Anche quest'anno sarà offerta la tipica gastronomia tedesca, come per esempio le salsicce della Turingia, biscottini e torte tipiche ecc.

Ecco l’elenco delle nostre prossime attività: Il 13 dicembre, alle ore 15 pomeriggio natalizio nella nostra sala comunitaria, alle 17 concerto d'avvento; il 24 dicembre, alle 17 culto di Natale; il 31 dicembre, alle 16 culto di fine anno.

 

Chiesa evangelica valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

e-mail: concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org

Ringraziamo tutte le persone che hanno collaborato al nostro bazar comunitario. È stata una giornata bella, animata, segnata da tanti incontri ricchi di amicizia.

Domenica 6 dicembre, Domenica della diaconia, il culto con Santa Cena sarà dedicato alla riflessione sulle motivazioni e sui risultati del nostro agire diaconale. La colletta sarà devoluta interamente ai progetti della Diaconia Valdese.

Domenica, 13 dicembre tutta la comunità è inviata al pranzo comunitario in via Manzoni. Parteciperanno a questo festoso incontro anche le persone anziane di cui si prende cura il nostro gruppo visite. Il pranzo comunitario è posticipato a domenica 20

Domenica, 20 dicembre la prima parte del culto sarà animata dalla Scuola Domenicale.

I culti nel periodo natalizio saranno celebrati regolarmente alle 10.30: 25 dicembre, 27 dicembre, 3 gennaio, 10 gennaio. Tutte le attività ordinarie riprenderanno l’11 gennaio 2010.

A causa delle numerose attività predisposte nel mese di dicembre da associazioni che collaborano con la nostra chiesa, lo studio biblico si terrà soltanto il 19 dicembre, alle 16.00. Dopo le vacanze di Natale gli incontri riprenderanno il 16 gennaio. Lo stesso sabato, 16 gennaio, alle 15 si riunirà anche il gruppo di catechismo degli adulti.

Diaspora di Pistoia ed Empoli

I prossimi incontri di studio biblico a Pistoia si terranno il 3 dicembre (primo giovedì del mese) e il 14 gennaio (eccezionalmente il secondo giovedì del mese).

A Empoli abbiamo ripreso il ritmo ordinario dei nostri culti: ogni terza domenica del mese alle 16.30; i prossimi appuntamenti sono fissati per il 20 dicembre e il 17 gennaio 2010.

 

ECUMENICAMENTE (S)CORRETTO

di Roberto Davide Papini

Nel corposo dibattito delle ultime settimane sul rapporto con i fedeli islamici presenti nel nostro Paese, ci sono stati alcuni punti fermi assolutamente da rimarcare. Il primo è la sobria e distensiva dichiarazione di Daniela Santanché (ex Alleanza Nazionale, ex “La Destra” e poi Movimento per l’Italia) sul fatto che Maometto fosse pedofilo, affermazione basata su approfonditi studi di storia dell’Islam e accolta ovviamente con favore dai leader musulmani in Italia.

Poco rilievo, però, ha avuto la geniale trovata di un altro uomo del dialogo, il ministro per le politiche agricole Luca Zaia (Lega Nord). Nel botta e risposta sull’eversiva proposta dell’eretico ministro Adolfo Urso (An) di insegnare a scuola anche la religione islamica (orrore!) Zaia ha trovato la chiave risolutiva per eliminare le tensioni esistenti tra il progredito mondo cattolico romano e gli islamici: l’insegnamento del cattolicesimo obbligatorio per i musulmani. «L’ora di religione cattolica obbligatoria per i musulmani nelle nostre scuole serve a far capire a loro perché noi siamo così - spiega Zaia - e quali sono i risultati del cristianesimo e cattolicesimo profondamente radicati nella nostra società». Proposta geniale che noi di “Ecumenicamente scorretto” sposiamo in pieno, in evidente dissenso e dissociazione dalla marmellata buonista e sincretista proposta dal resto di “Diaspora Evangelica” con stupidaggini tipo l’ecumenismo o il dialogo interreligioso o il multiculturalismo.

Ci permettiamo di suggerire anche alcuni possibili temi di queste lezioni obbligatorie da impartire ai piccoli islamici, sperando che si ravvedano.

·        “I crociati medievali sono eroi da imitare anche oggi”.

·        “Chi non è cattolico romano va all’inferno”.

·        “Via gli eretici e gli atei dall’Italia cattolica romana”.

Il tutto obbligando gli scolari islamici a indossare il crocifisso al collo, il cilicio ai fianchi e un anello da rosario all’anulare.(vignetta: www.gioba.it)

 

 

 

  

 

Diaspora evangelica

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