Isaia 55, 10-11:  L’efficacia della Parola

 

Siamo all’epilogo del Libro di profezie di Isaia di Babilonia (cap.40 a 55), che si apre al cap. 40 con un inno di lode della Parola di Dio: “L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (40,8). Anche l’ultimo capitolo (55) è considerato un inno di lode della Parola: comincia con l’invito ai diseredati “Venite, mangiate senza denaro…”, continua con l’esortazione a “cercare il Signore mentre è vicino…” e si conclude con la parabola della pioggia e della neve che assicurano la fertilità della terra, in una parola sola, la  “vita”.

Se si pensa al contesto geografico di deserto, aridità, periodi di siccità prolungata per anni, che è proprio di quella parte della terra, si capisce il valore dell’acqua e della pioggia, per la quale  esistevano nel passato riti particolari di culto, attestati per esempio al tempo del profeta Elia; tutti ricordiamo la sfida sul monte Carmel contro i sacerdoti di Baal. L’acqua è dunque quanto c’è di più prezioso sulla terra, forse perfino più dell’aria che non si vede…  C’è anche una riflessione molto giusta, rispetto alle conoscenze scarse di un tempo lontano: la pioggia e la neve tornano in cielo dopo aver fecondato la terra e fatto germogliare piante fino a produrre semi per continuare a nutrire i viventi. L’acqua è uno dei principali componenti del nostro corpo; sappiamo che occorrono diversi elementi fondamentali per costituire la vita, ma l’acqua è l’umile ancella che ne costituisce il fondamento. Sprecata e dimenticata nei paesi ricchi e sazi, è procacciata con molta fatica e lungo cammino nei paesi poveri e aridi. 

I significati che traiamo dalla metafora dell’acqua sono molteplici: significa che è indispensabile per la vita sulla terra, che può essere lontana o vicina, che può scorrere in abbondanza e servire ogni tanto per abbeverarci; oppure che si deve scavare in profondità per trovarla e che si deve faticare per estrarla e portarla a casa da molto lontano; significa che si può o si deve costruire delle case e dei villaggi dove l’acqua c’è; significa che nessuno deve impadronirsi dell’acqua negandola agli altri o dominandone la distribuzione nel proprio interesse. L’aggiunta della neve rende più sicura la provvista e la fa durare fino alle stagioni successive.

Che vuol dire che la Parola di Dio è come l’acqua e la neve? Possiamo ripercorrere tutti i significati già detti riferendoli alla Parola di Dio: è indispensabile alla vita, ne è anzi una componente fondamentale, quando non lo è, c’è da chiedersi se si parla veramente di vita o se la terra o gli umani vivono una continua esposizione alla morte, in assenza della parola che li rende veramente umani.

Nella Bibbia ogni tanto c’è la descrizione di una assoluta disintegrazione morale: per esempio in 1 Sam. 3,1 dove si dice “La Parola del Signore era rara a quei tempi”; più tardi quando Dio parlerà attraverso il profeta Samuele non sarà più così. L’analogia dell’acqua con Dio stesso e la sua Parola è ricorrente in molti salmi: per es. nel Salmo 63, 1: “…di Te è assetata l’anima mia, a te anela il mio corpo, languente in arida terra, senz’acqua”.

Della Parola si può dire che scorre come un torrente, un ruscello, alimentandosi dalla sua sorgente, oppure che è come un pozzo scavato in profondità da cui si attinge con fatica; si può dire che ci raggiunge là dove siamo, oppure che va cercata e portata con un lungo percorso; che si può abitare nei pressi del suo corso e che dunque è più agevole abbeverarsi, ma nel tempo la si considera scontata e inutile. Anche della Parola si può tentare di impadronirsi per negarla ad altri, ma essa non si lascia incatenare da nessuno e con la sua stessa forza può trascinar via chi tenta di impadronirsene (2 Tim.2,9).

Insomma si potrebbe a lungo continuare a condurre in modo parallelo le immagini dell’acqua e della Parola, ma qui nel nostro testo il tema specifico è l’efficacia dell’una e dell’altra. L’efficacia dell’acqua è automatica. Se c’è acqua c’è erba, grano, alberi; gli animali e gli umani si abbeverano e tutti i viventi condividono i suoi benefici, se non c’è acqua sparisce la vita. Vien fatto di pensare a quei documentari sulla natura, dove viene mostrata la terra secca e spaccata dopo una lunga aridità, poi vediamo la pioggia e poi con una leggera accelerazione si mostra la fioritura della terra dopo poco tempo… Ma a differenza della pioggia o la neve che assicurano una automatica fecondità della terra, i frutti della Parola non sono altrettanto evidenti e automatici!

Se ci guardiamo intorno o ascoltiamo le notizie del mondo che ci circonda ci vien fatto di chiederci se il mondo ha mai veramente ricevuto la Parola del Signore… Prevale il giudizio espresso nell’inno alla Parola (Logos) del primo capitolo del Vangelo di Giovanni: “…è venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto”. “Era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto” (v.11). Da millenni si ascolta la Parola di Dio e da millenni la si disattende: c’è il peccato, l’avidità umana che corrompe ogni cosa e trascina con sé la natura nelle conseguenze negative della situazione di peccato. Mentre è automatico che la pioggia o la neve facciano fiorire la terra, per la Parola di Dio occorre anche la risposta umana alla domanda primordiale di Dio “Adamo, dove sei?”

L’efficacia della Parola di Dio non è automatica; però essa avviene, accade sulla terra, crea l’evento della fede e la risposta umana dell’obbedienza, oppure la risposta umana negativa dell’incredulità; in ogni caso si è davanti alla Parola come davanti al giudizio di Dio, chi crede passa dalla morte alla vita. Si è poi sempre trattato di singoli credenti, come i patriarchi, i profeti, i discepoli del Cristo; non si parla di masse di persone, se non dal punto di vista di far giungere loro la Parola del Giudizio e della Vita.

In fondo si potrebbe capovolgere l’osservazione e invece di guardare quanto il mondo è brutto, vedere invece quanto è bello e resta in piedi, vivo e palpitante di vita, malgrado tutti gli errori e i tentativi di distruggerlo che sono stati fatti nei millenni…

C’è poi un’efficacia periodica dell’acqua; bisogna che ci sia a periodi e con misura. Se trapassa la misura diventa alluvione e se non smette più cancella veramente la vita e si avrebbe un mondo diverso senza più gli umani. In questa periodicità c’è una saggezza profonda, che si può anch’essa applicare alla Parola. Se ogni nostro respiro fosse Parola di Dio, non sarebbe più sua Parola; bisogna che vada e venga in uno spazio e in un tempo che sono nella misura di Dio; altrimenti sarebbe identica alle nostre parole e non sarebbe più la Parola liberatrice dalle nostre miserie. In momenti particolari c’è l’intervento di Dio che sblocca le situazioni più disperate e crea nuova fede e nuova speranza: la sterilità di Sara, la schiavitù in Egitto, l’esilio babilonese, ma dovremmo poter aggiungere anche situazioni più recenti come la Riforma, l’idea di tolleranza, la Rivoluzione francese, l’abolizione della schiavitù, la pari dignità delle donne…Nei nostri tempi i frutti da far sbocciare dovrebbero essere l’abolizione della fame, un’equa distribuzione del cibo,  dei medicinali, l’applicazione della tecnica a fini pacifici, la conservazione dell’ambiente e in particolare proprio dell’acqua, che è una delle sue risorse principali!

C’è poi un’efficacia eterna della neve, questa volta, che fa da sorgente per l’acqua. Applicata alla Parola si può forse pensare alla Scrittura, che è il deposito da dove sempre di nuovo si deve far scaturire la Parola da annunciare, perché plachi la sete delle nostre anime. Bisogna scaldarla, meglio se è il sole a scioglierla, allora diventa buona acqua da bere che non finisce mai. La categoria dell’eternità è spesso legata alla Parola, perché fa parte delle promesse di Dio, che vengono da lontano, hanno coinvolto i nostri progenitori e riguardano noi, ma anche il nostro futuro e il futuro dei tanti che verranno dopo di noi. La Parola creatrice è la stessa che ci raggiunge in ogni tempo della nostra vita e della nostra storia. Oggi la promessa è che non tornerà a vuoto, ma compirà sulla terra la volontà di Dio, la buona volontà di amare e salvare noi piccole creature terrestri insieme al nostro mondo.