Crediamo nello Spirito Santo


(Rom.8,11; I Re 22,14)

 L'articolo sullo Spirito è molto scarno nel Credo Romano (Credo nello Spirito Santo), più complesso in quello Niceno-Costantinopolitano ([Crediamo] nello Spirito Santo, che è il Signore e che dà vita, che procede dal Padre, che con il Padre e con il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti). Dal punto di vista dell'articolazione del Credo contiene quella "direzionalità della fede" (eis) che contraddistingue il Padre, il Figlio... poi ci sarà la chiesa, quasi come un itinerario di fede, sullo stesso livello, ma in tempi diversi. Qui non c'è l'accentuazione dell'"uno", che ci sarà invece per la chiesa e tornerà per il battesimo (per il quale però non si dirà: "crediamo" (pisteuomen), ma "riconosciamo" (omologoumen). Tutto il Credo in qualche modo riecheggia Efes.4, 4-5 dove si afferma: "Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti..."

La prima cosa che si dice dello Spirito è che è "il Signore", come lo si dice di Cristo, e noi sappiamo che è la traduzione greca del nome ineffabile e impronunciabile del Dio del primo Testamento, il Dio che ha deciso di accompagnare Abramo e che ha chiamato Mosé e il popolo degli schiavi verso la terra promessa. Gesù ne ha parlato come il Consolatore-Soccorritore che avrebbe abitato nel cuore dei discepoli. Il Dio-Vicino che sostituisce la presenza fisica del Gesù terreno, è lo Spirito che ha emancipato i discepoli nel giorno della Pentecoste e ha reso possibile la testimonianza e la comunicazione. E' lo Spirito che rende possibile amare e seguire Gesù a distanza di secoli e millenni dalla sua vita terrena, come avviene per noi.

Si rinasce in Cristo "secondo lo Spirito" dice l'apostolo Paolo, e parla anch'egli di un "abitare dello Spirito" in noi che ci rende "vivi" e ci fa partecipare alla vita del Cristo risorto: "Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito, che abita in voi" (Rom.8,11). In un certo senso non basta la nostra vita "nei nostri corpi mortali" che sembrano continuamente minacciati dalla malattia e dalla morte; tutti dobbiamo fare l'esperienza del morire in Cristo per risorgere con lui. Solo una vita che ricomincia dalla morte non teme più la morte! Il Dio Spirito che dà vita è l'operatore della nostra risurrezione; noi non possiamo operarla da noi stessi, ma Dio la rende possibile abitando in noi. E' l'esperienza più difficile, che si può condividere e di cui si può dare testimonianza: in fondo quasi tutti abbiamo qualche storia da raccontare o dove riconoscerci; altrimenti riceviamo con fede l'annuncio e chiediamo a Dio di poterlo realizzare nella nostra esistenza.

Lo Spirito "procede dal Padre": la storia di questa affermazione del Credo è ben spiegata nel libro di F. Ferrario (Libertà di credere). La formulazione più antica è quella dove si parla solo del Padre; l'aggiunta "e dal Figlio" (il "Filoque") è stata successiva e solo in ambito occidentale, con una sua fissazione canonica dopo l'800 ad un Concilio convocato dall'imperatore Carlo Magno. Le critiche dei teologi della chiesa orientale che dopo il 1054 si chiamerà "ortodossa" sono forse giustificate e si riferiscono ad un aspetto di "subordinazione" dello Spirito al Padre e al Figlio, come se si trattasse di stabilire una gerarchia. Ancora oggi i teologi ortodossi sostengono che capire la libertà e la mancanza di subordinazione gerarchica delle tre persone della Trinità è fondamentale riferimento per i nostri valori umani e sociali. Nel Nuovo Testamento si parla del legame profondo dello Spirito con Gesù, la Parola fatta carne. Non sarà mai un altro Spirito diverso e distaccato dal Kyrios e dalla sua manifestazione in carne (Gesù), quello che farà vivere di nuova vita i discepoli e ognuno di noi!

Il Credo afferma che "con il Padre e il Figlio" lo Spirito è adorato e glorificato. Qui invece si cade nell'utopia assoluta, perché difficilmente si può documentare una presenza liturgica indirizzata allo Spirito, almeno di certo non alla pari che a Dio o a Gesù Cristo. A Pentecoste di solito indirizziamo alcune delle nostre preghiere allo Spirito, ma facciamo fatica a trovarle nella storia della chiesa. Anche la teologia e la cristologia sono enormemente più sviluppate che non la pneumologia, come dovrebbe chiamarsi una dottrina dello Spirito. Dal punto di vista ecumenico è un richiamo che spesso viene dalla teologia ortodossa e che dovrebbe esser preso sul serio. Solo una corretta teologia dello Spirito che proclami lo Spirito come Signore e implori e accolga lo Spirito come la presenza viva del Cristo dentro di noi sarà una buona teologia ecumenica!

E' chiaro che una corretta dottrina dello Spirito ridimensionerebbe molto le varie dottrine della chiesa, e rispettive tradizioni che ora invece pur in maniera non dichiarata costituiscono l'ostacolo più grave al riconoscimento reciproco e alla collaborazione fra le diverse forme del cristianesimo. Anche la mariologia  e il governo dell'episcopato e del Papa dipendono da una non corretta lettura della funzione e del valore dello Spirito. Una riapertura e riflessione di questo tema sarebbe estremamente liberante sia dal punto di vista della fede dei singoli credenti sia dal punto di vista della chiesa e delle chiese.

L'ultima affermazione del Credo è che lo Spirito ha parlato per mezzo dei profeti; forse i passaggi non sono disposti nel nostro tipo di logica. Non importa, qui probabilmente si vuole affermare che Dio ha sempre disposto del suo Spirito, e che è l'unico che potesse farlo; Dio ha parlato anche quando gli umani non volevano o non sapevano ascoltare; ha parlato anche attraverso uno solo, contro ogni idea di maggioranza, di controllo regale, di necessità di stato, come la storia di Micaia (2 Re 22) attesta e conferma. Il Credo non è ancora arrivato a parlare della chiesa, ma è come se qui volesse dire: di questo vive la chiesa e per questo è tale. Una persona, poche persone che ascoltano la Parola vera di Dio, quella che è sconosciuta, e la ripetono. Non si saprà subito se è veramente tale, lo si scoprirà dopo se si avvera. Intanto si corre il rischio di vivere con Dio, cercando di interpretare la sua volontà. Dove si aiuta la vita, dove si mette pace, dove si ama, dove si creano spazi di libertà, dove si protegge i deboli (... la lista può e deve continuare!) là è la vera Parola di Dio portata da pochi profeti; la chiesa stessa è chiamata a questo compito e ciascuno di noi ... se lo Spirito dimora in noi.