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NON sia così tra voi

II Re 4:1-7 42-44 

1 Una donna, moglie di uno dei discepoli dei profeti, si rivolse a Eliseo, e disse: «Mio marito, tuo servo, è morto; e tu sai che il tuo servo temeva il SIGNORE. Il suo creditore è venuto per prendersi i miei due figli come schiavi».
2 Eliseo le disse: «Che devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?» La donna rispose: «La tua serva non ha nulla in casa, tranne un vasetto d'olio».
3 Allora egli disse: «Va' fuori, chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non ne chiedere pochi.
4 Poi torna, chiudi la porta dietro di te e i tuoi figli, e versa dell'olio in tutti quei vasi; e, a mano a mano che saranno pieni, falli mettere da parte.
5 La donna se ne andò e si chiuse in casa con i suoi figli; questi le portavano i vasi, e lei vi versava l'olio.
6 Quando i vasi furono pieni, disse a suo figlio: «Portami ancora un vaso». Egli le rispose: «Non ci sono più vasi». E l'olio si fermò.
7 Allora lei andò e riferì tutto all'uomo di Dio, che le disse: «Va' a vender l'olio, e paga il tuo debito; e di quel che resta sostèntati tu e i tuoi figli».

 

42 Giunse poi un uomo da Baal-Salisa, che portò all'uomo di Dio del pane delle primizie: venti pani d'orzo, e del grano nuovo nella sua bisaccia. Eliseo disse al suo servo: «Danne alla gente perché mangi».
43 Quegli rispose: «Come faccio a mettere questo davanti a cento persone?» Ma Eliseo disse: «Danne alla gente perché mangi; infatti così dice il SIGNORE: Mangeranno, e ne avanzerà».
44 Così egli mise quelle provviste davanti alla gente, che mangiò e ne lasciò d'avanzo, secondo la parola del SIGNORE.

 

Luca 18:1-8

1 Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi:
2 «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno;
3 e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: "Rendimi giustizia sul mio avversario".
4 Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno,
5 pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa"».
6 Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto.
7 Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti?
8 Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»


Immaginiamo di essere tra le vicine di casa della vedova del profeta. La conosciamo da prima, fa parte della comunità, lei con il marito. I figli hanno giocato e sono cresciuti con i nostri figli. Ora vengono venduti come schiavi e noi non sappiamo fare nulla. La donna ha perso il marito. Abbiamo preso parte al funerale e pianto con lei. I primi giorni le abbiamo portato del cibo cucinato perché potesse vivere il suo lutto. Poi però non ci siamo preoccupati di come sarebbe proseguita la sua vita. I debiti lasciati dal marito sono cosa privata, non vogliamo né possiamo essere coinvolti. Ora lei viene a chiederci dei vasi vuoti. Un profeta, maestro di profeti, ci mostra la via della solidarietà e della vicinanza. Più vasi le daremo più lei potrà riempirne, riscattando così il  debito e la vita dei suoi figli. Lei sta lottando per un futuro migliore e il profeta le mostra la pratica di relazioni di vicinato in cui gli altri sono una risorsa.


Il racconto ha degli aspetti tipici della fiaba popolare (l’olio che non viene meno) e contiene interessanti nodi profetici: Dio è un Dio dell’abbondanza, come emerge anche dal racconto della moltiplicazione dei pani e del grano. È un Dio che non accetta la pratica ingiusta della schiavitù per debiti. È il Dio che apre un futuro diverso ai due ragazzi, permettendo loro di studiare e trovare un mestiere, di vivere la loro vita da uomini liberi, non gravati da un debito che li incatena. È il Dio che scolta la richiesta di giustizia della vedova, che non vuole la rassegnazione dei poveri ma apprezza la capacità di esprimere la propria richiesta.

Anche Gesù userà la  figura della vedova, l’ultimo livello nella società di allora, come modello per il credente: la preghiera allora diventa chiarezza nell’analisi della giustizia. La condizione della  vedova diventa la misura su cui valutare l’ingiustizia strutturale della società. Il pensiero sul futuro dei suoi figli ci parla di un Dio attento alle generazioni future. I testi che abbiamo letto contengono dunque delle illustrazioni su cosa vuol dire essere comunità: la condivisione e la capacità di avere visione. E contengono anche considerazioni sul potere.

Nella parabola di Gesù il giudice cede alla richiesta di far giustizia per un  vantaggio personale. “Non sia così tra voi” sembra dire ancora una volta Gesù, perché il Dio che vi chiama mette la vita delle persone in primo piano e la giustizia nell’amore guida il suo agire. E il pane che  viene distribuito da Eliseo perché la gente ne mangi è in origine un dono liturgico, un’offerta al sacerdote e all’altare. Il profeta vede il bisogno della gente e non ha  dubbi che quel pane e quel grano devono servire a sfamare la gente e non ad arricchire il clero. La liturgia trova il suo limite nella vita reale. È al servizio della  vita reale e quando la richiesta di giustizia si fa forte non è più tempo di preghiera, ma di azione e condivisione generosa.


Ora noi rispondiamo un po’ a tutti questi personaggi: siamo le vicine di casa che sono forzate a entrare in una relazione di solidarietà meno superficiale nei confronti della vedova. Più noi saremo generose e risponderemo alla sua domanda di aiuto, più ne scaturirà libertà per lei e i suoi figli. Siamo anche il profeta che deve decidere tra una fedeltà alla religione e alle sue regole liturgiche e la risposta ai bisogni della gente. La chiesa è tale se sa far scomparire se stessa per darsi al mondo. E siamo anche la vedova che non cessa di reclamare giustizia. Nell’antichità questa era una figura ricorrente, necessaria per restituire equilibrio a una società sbilanciata verso i poteri forti. Dio ascolta la vedova, è dalla sua parte. Così noi dobbiamo dar voce alla richiesta di giustizia da parte dei più deboli in questa società. Dio apre per loro e per noi un futuro di libertà che si basa sulla condivisione  generosa nel presente.

 

Pastora Letizia Tomassone, Chiesa Evangelica Valdese di Firenze

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Ultimo aggiornamento: 1 Agosto 2015
 ©Chiesa Evangelica Valdese di Firenze